Il saluto al Prof. Todini e il fantasma di Montanelli

 

Il saluto al Prof. Todini e il fantasma di Montanelli

Non si può nemmeno morire ed essere seppelliti in pace. In questo Paese di livorosi, dominato da un’informazione asservita ai potenti e mascherata dalla firma di giornalisti “indipendenti”, che hanno come solo obiettivo quello di veder lievitare il loro  conto corrente, fa notizia addirittura l’estremo saluto, con tanto di “presente”, a un uomo stimato come il professor Giampiero Todini, docente di Storia del diritto italiano all’Università di Sassari, universalmente riconosciuto esimio giurista e scomparso qualche giorno fa.

Si potrebbe dire che la morte di un uomo del suo calibro è degna di nota e fin  qui niente da obiettare. Il problema è che i soliti giornaloni di regime hanno dato risalto non alla scomparsa di cotanto professore, ma al saluto organizzato dal figlio di Todini, fuori dalla Chiesa in cui si è celebrato il funerale.

Sì, perché una sconosciuta consigliera comunale di Sassari (tal Lalla Careddu) ha pensato bene di filmare il commiato al professore – con tanto di bara avvolta nel vessillo di Salo’ e saluti romani – per trovare ampio spazio sulle prime pagine pagine (soprattutto quelle online) dei giornaloni, dichiarando che la cerimonia “non resterà impunita”.

Allora, ci domandiamo, curiosi: quale sarà la punizione, visto che proprio recentemente la Cassazione ha stabilito che il saluto romano, se a titolo commemorativo, non può essere considerato reato? Vuole indicare lei, gentile signora Lalla Careddu, una pena adeguata? Pensa a punizioni corporali o è sufficiente la pubblicazione del video dei giornaloni, cosa che, quella si’, in un Paese civile, potrebbe configurarsi come violazione della privacy di chi è andato a salutare, come preferisce, uno stimato professore e si ritrova sbattuto sui giornali.

La verità è che, ancora una volta, i nostri mezzi di informazione di sono dimostrati tutto fuorché tali: le notizie che danno sono di parte e sempre alla ricerca di qualche fantasma, che non c’è. Nei corridoi dei giornaloni, invece, aleggia il fantasma di Indro Montanelli, che immaginiamo osservi disperato e pianga in silenzio, per la triste fine del giornalismo di casa nostra.

       

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