Scuola di Pensiero Forte [27]: quinta critica ai “diritti umani”

 

Scuola di Pensiero Forte [27]: quinta critica ai “diritti umani”

Quinto punto della analisi.

  1. Un’altra obiezione, a concludere questa breve diatribe ma non certo per esaurirla, che definirei obiezione della presunzione, è quella che si lascia riassumere nelle seguenti domande: siete proprio così contenti e felici da avere la volontà di utilizzare il tempo, eventualmente poco, che dedicate alla politica, per il miglioramento (secondo il vostro punto di vista) della vita degli altri popoli? Non vi sembra di essere presuntuosi?

Vivete in uno Stato che non ha l’autosufficienza alimentare; i luoghi che abitate sono privi di silenzio; la Scuola e l’Università pubblica sono state devastate e sono tornate ad essere enormemente classiste; i vostri figli frequentano (a pagamento) le scuole calcio e non crescono più sulla strada e nei campetti; alle vostre figlie vengono regalate bambole vestite da prostitute e forse anche voi, su richiesta, avete regalato quelle bambole alle vostre nipotine; un mostruoso meccanismo induce a consumare più di quanto si possiede, fa dimenticare la virtù del risparmio (che, ormai, è addirittura screditato) e crea dipendenza dal consumo e dal credito; alla moderazione salariale si accompagna da lungo tempo la riduzione dei servizi sociali; vengono emanati quasi quotidianamente provvedimenti deprimenti; i partiti al potere (governo e opposizione) si autofinanziano e si difendono con intrighi e intrallazzi più o meno da tutte le parti; e si potrebbe continuare all’infinito..

In presenza di questa situazione disastrosa avete la presunzione di andare ad aiutare altri popoli?

Perché, pensiamoci bene, uno dei fatti concreti più eclatanti del dirittoumanismo è che non cambia proprio niente. Il liberismo e il liberalismo stanno sempre lì, la schiavitù consumistica non si è spostata di mezzo centimetro, il disastroso welfare rimane sulla propria strada, le guerre si fanno ancora e via dicendo.

Certamente, qualcosa di buono, anche se poco viene fatto, e ciò ben venga. Però, non starete mai dando aiuto a un bambino povero se sulla bottiglietta dell’acqua pulita c’è il logo di una multinazionale turbocapitalistica o il simbolo di un brand massonico; lo state rendendo merce di scambio.

Cosa alimenta in realtà il dirittoumanismo? La stupidità. Una polarizzazione di depressi che rimuovono le ragioni della depressione e nascondono, nella volontà di aiutare e di educare altri, la propria assoluta povertà morale. Ma, attenzione: non stupidità per tutti! Chi sta ai vertici del sistema ben sa cosa significa ciò che sta facendo e sa come trascinare astutamente le menti e le genti. Che dietro ai movimenti per i diritti umani ci siano grosse lobbies, è dato di fatto noto ormai a chiunque. Anzi, è paradossale, e anche un po’ viscidamente grottesco, come talvolta quelle stesse major che finanziano certi progetti filantropici sono le medesime che muovono i mercati della guerra, o della farmaceutica, o della tecnologia, per non parlare della politica.

“Niente si fa per niente”, dice un saggio proverbio.

Continuare a rimanere imbambolati davanti alla pubblicità colorata del “diritto umano”, senza scendere a fondo nella radice antropologica e morale del diritto, non serve a niente.

Non sono questi i “diritti umani” di cui abbiamo bisogno.

Nel prossimo articolo concluderemo l’analisi critica.

 

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