Oltre la Deca(e)denza

 

Oltre la Deca(e)denza

Se, come diceva Flaubert, erezione si dice solo dei monumenti arrogandosi il sarcastico diritto della impotenza a qualcosa che fosse appunto di marmo o di bronzo colato, il termine decadenza si dovrebbe utilizzare solo per le grandi civiltà.

Decadenza si dice di un qualcosa di eccessivamente grande che si è trasformato in un qualche altra cosa di terribilmente piccolo.

Piccolo è – ad esempio – un batterio, microscopico si dice; nella sua infinitesimale struttura complessa è in grado di annientare una civiltà tutta .

Ma oggi alla stregua delle foto apparse su più di qualche social oltre che sulle prime pagine dei giornali nazionali e internazionali del Presidente della Republique Emmanuel Jean-Michel Frédéric Macron in bella mostra durante un’orgetta fatta con un gruppo di risorse di che cosa vogliamo parlare ?

Quali sono i termini di disquisizione? quale la cortina che si alza tra un valore “superato” e tutto ciò che oggi fa audience al fine a divenire magari un esempio di giustezza, un mito e rivincere le elezioni ?

Quale coerenza si ha quando si vanno a “ rifare i letti” nelle case dei propri vicini ( mi riferisco ad esempio al caso Berlusconi-Ruby e bunga bunga ) e poi all’ Eliseo, che è il cuore pulsante del governo francese, si organizzano orge non solo con gli ultimi sbarcati ma addirittura con il primo che capita giustificando il tutto come un atto di quel programma politico “ en marche “ mai ancora tradito anzi attuato. A ben vedere – in ogni sua precipua forma?

E’ bello sapere che esiste un mondo di cui la massima rappresentazione oggi è la sinistra – o ciò che si definisce tale – che fa la morale e le “ pulci” al resto del pianeta e poi sfoggia sui suoi giornali il meglio della civiltà 3.0.

Si badi “nulla quaestio” che vi sia una crociata perenne sugli stati di facebook, istagram e twitter: ognuno sceglie il suo grado di imbecillità ma quando organi più o meno istituzionali fanno passare per normalità l’alcolismo di Junker il vizietto di Macron ( perché se si trattasse di vera omosessualità di sicuro ve ne sarebbe più di rispetto) e le ruberie del Signor Renzi allora in questo caso di che cosa vogliamo parlare ?

Sono linguaggi talmente differenti che paradossalmente uno di loro forse non ha nemmeno una grammatica ; ed è qui l’essenza tutta della torre di Babele: non l’impotenza di essere incompresi perché si parlano lingue differenti ma perché se ne usa una comune.

E quindi difendi la famiglia o ciò che ne rimane ? sei un troglodita per l’Europa; esprimi un giudizio che pensano tutti ma che pochi hanno il coraggio di affermare ? omofobo; tacci le risorse venute dal mare di comportamenti non proprio tipici di ciò che la tua civiltà ti ha insegnato o inculcato a scuola? sei razzista. Scrivi quello che io sto appuntando in questa osservazione scritta ? sei fascista.

La terminologia dell’ indottrinamento della finzione, quella che va di moda oggi, manca sempre di una proposizione; e non andiamo a scomodare i grandi linguisti, no ! perché la proposizione deriva sempre solo da una violenza e la violenza è sempre e comunque “ il discorso del Padrone “1.

Ad ogni modo anche se loro si inventeranno, come hanno fatto, la logica del populismo o del sovranismo, in tutta tranquillità noi risponderemo alle loro affermazioni che tutto al più siamo scaduti nel tautologico ( siamo popolo siamo nazione e quindi sono termini di riferimento insiti in una grammatica de facto ) e non abbiamo fatto nulla né per scandalizzare né per conformarci a quel “diverso” .

1 Cfr Jacques Lacan

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