Scuola di Pensiero Forte [33]: basi teoriche per ricostruire l’Ordine Sociale
Ricostruire l’Ordine Sociale è una delle sfide del nostro tempo più difficili ma anche più entusiasmanti. La sfida che ci è posta di fronte è quella di un sistema che, come ben sappiamo, volge al collasso in maniera drammaticamente disperata, dal quale dobbiamo apprendere quel poco di buono che rimane, impresso nelle pagine della storia, e gettare nuove solide fondamenta capaci di reggere alle tempeste del mondo odierno.
Anzi, più di tutto questo: significa dare una impronta e un senso diverso al mondo, cambiarlo dal di dentro, compiere la metamorfosi. Come Platone, nel famoso mito della caverna, descrisse un uomo che uscì da essa scoprendo la luce del sole e desiderando la liberazione dei suoi simili dall’oscurità, così a noi è richiesto di fare rifondando l’Ordine Sociale. Si tratta di una missione.
Primo passo da compiere è quello di chiarire la basi teoriche del progetto, poiché senza un disegno ben fatto e calcolato nessun architetto può dare indicazioni agli operai per costruire l’edificio.
Nel percorso fatto fin qui abbiamo constatato, fra le tante cose, come l’agire umano sia agire politico, volto cioè al fine di Bene comune indispensabile per la comunità; quando parliamo di ordine significa che c’è un criterio cui ordinare le cose e questo avviene tramite l’azione umana; stabilire un ordine è, dunque, una azione politica, ordinata al Bene e finalizzata al raggiungimento del senso stesso del suo essere.
Un primo elemento teorico da considerare è pertanto la finalizzazione politica dell’Ordine Sociale, che in realtà è già in parte deducibile dall’attributo “sociale”. Questo significa che anche la più piccola azione compiuta all’interno del consorzio umano ha rilevanza politica e che mettere ordine significherà , in senso lato ma non troppo, fare politica, prendersi cura del mio prossimo e di tutto quanto riguarda sia lui che me. Via ogni visione egoistica, edonistica, narcisistica e autoreferenziale, che vedono il soggetto singolo agire in favore del proprio determinato interesse, venendo a difettare la virtù comune.
Stabilito il criterio teorico generale, è indispensabile ribadire e fissare bene quei concetti primordiali e non negoziabili di cui abbiamo ampiamente trattato nei primi tempi della nostra Scuola: il Bene comune, il senso del vivere umano e sociale, i valori sociali, il valore della vita, lo Stato, il Diritto ed altri ancora, tutti principi su cui si sviluppa non solo la nostra formazione, bensì tutta la gloriosa cultura che ci è di riferimento ed esempio sotto molteplici aspetti. Non si può pretendere di eseguire una equazione matematica senza prima conoscere le tabelline, così come non si può auspicare a qualcosa di buono senza prima conoscere il Bene e fissarlo nella ragione e nella fatica di ogni giorno, e ancora niente di grande potrà essere ricostruito senza apprendere da quanto di grande ci lasciamo alla spalle. Non può esserci vero e nuovo Ordine Sociale senza pensiero forte a fondamento.
In terzo luogo, avendo chiaro quale è l’obiettivo e quali sono le risorse base che ci servono, bisogna imprimere negli animi una verità: “vita hominis est militia super terram”, la vita degli uomini è milizia, è battaglia, è combattimento sulla Terra. Ogni grande conquista, ogni vittoria, ogni successo richiedono un cuore ardente di determinazione e fermo nella volontà, il sacrificio e il sudore di ogni giorno, l’umiliazione nelle cadute e il coraggio di rialzarsi, la speranza fiammeggiante negli occhi e il sorriso per superare ogni avversità. Questo vale per la vita in generale e così anche per il pensiero forte, per ristabilire il Bene comune, ridare ordine alla società, costruire un futuro migliore e più prospero.
Coscienza dell’agire politico, formazione solida e spirito di sacrificio. Tre ingredienti che riteniamo essere irrinunciabili per la ricostruzione dell’Ordine Sociale.
In seguito tratteremo della prassi metodologica di cui abbiamo bisogno.