Guerra rivoluzionaria

 

Guerra rivoluzionaria

Guerra rivoluzionaria. Nel celeberrimo Libretto Rosso, di cui devo conservarne copia in qualche scatolone ormai prigioniero della polvere, il presidente Mao invita a non tenere conto della strategia del nemico ma studiarne la tattica. Agire sul reale in una visione onnivora dell’uomo e del mondo. Guerra totalitaria del Bene contro il Male, della Ragione fino ad instaurare il regno della felicità. Senza respiro alcuno, senza il momento di una sosta. Così la pensava l’avvocato di Arras, M. Robespierre, definito ‘il gesuita della rivoluzione’, dal suo lettuccio monacale e parco nel mangiare. E il Che, prima di inforestarsi nella selva boliviana, come fosse simile alla bicicletta che, se si ferma, cade. Certezze vane speranze in illusioni e tragedia l’epilogo. La testa a rotolare nel cesto dopo che i termidoriani gli avevano con uno straccio avvolta la mascella andata in frantumi; la morte di Guevara avvolta ancora in dubbi e mistero, se ucciso dai rangers del capitano Videla o con la gola squarciata dal machete di un giovane contadino; scoprire anni dopo che ‘la rivoluzione culturale’ era il piatto ove spolparsi il cadavere del Grande Timoniere…       

 Scrive Jean Lartéguy, anno 1966,  ne ‘l’odissea dei soldati perduti da Dien Bien Fu ai monti d’Algeria’, riedito pochi anni fa con il suo titolo originario I Centurioni, come ‘i vincitori odorano sempre di buono, i vinti di sudore e merda’ (con incerta memoria). Sorvolo sul bel film di Gillo Pontecorvo La battaglia d’Algeri – la scena dei parà che sfilano in città con in testa il colonnello Mathieu da brivido e applauso, mentre fischi e insulti partono dalle zecche (memorabile episodio di goliardia squadrista, cinema Rialto). Ricordo quelli del regista francese Pierre Schoendoeffer, in Italia poco noto e inviso, scomparso nel 2012. Ad esempio 317° section, in bianco e nero, non solo di una pattuglia nella jungla dell’Indocina in lotta con i viet-minh che li inseguono per annientarla, ma film di formazione – il giovane ufficiale, fresco d’Accademia, che a contatto con la ferocia di uomini e ambiente scopre la guerra rivoluzionaria e a essa adegua comportamenti e la stessa sua morte.                                                                       

 Storie lontane, preda del dimenticatoio. Rovinio di uomini idee mondi interi. Eppure noi preferiamo ancora il sudore del lavoro lo sperma del sesso appagato emanati dal corpo a premio della merda e del fango del combattente ovunque e comunque egli si trovi. Sono le uniche cronache dal mondo che ascoltiamo. Noi soli, noi pochi, felici noi…

                 

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