Come abbiamo ridotto Mamma Ciociaria ?

 

Come abbiamo ridotto Mamma Ciociaria ?

“Sventurata la terra che non ha bisogno di eroi; sventurata è la nostra terra “

Parafrasando Bertold Brecht.

 

La mia vita a 41 anni suonati ha un bilancio all’ attivo di buoni 28 da pendolare.

“Indottrinato” come la maggior parte dei miei coetanei e le generazioni future allo zaino in spalla e tanta pazienza più che buona volontà, al mattino mi alzo intorno alle 06.30 per essere intorno alle 7,00 alla stazione della mia città lottando nel trovare un buco dove impilare l’auto, dopodichè inizia ufficialmente la pedissequa trafila prima nel salire sul treno che vomita altre cavie umane come il sottoscritto e via via seguendo.

E tra un fetore nauseabondo e di 15 convogli solo un bagno funzionante ( come è successo ed ho per l’ennesima volta denunciato stamani alle competenze di Trenitalia ) con questa Tradotta si raggiunge la tanto agognata Roma; meta dei pellegrinaggi forzati di una generazione tutta, che è stata e continua ad essere presa in giro.

I primati di questa Regione Lazio sono davvero tanti; Zingaretti è uno tra i primi che potrebbe vantarsi nel silenzio delle sue ereditate inadempienze e invece fa più rumore di quanto già se ne possa fare.

Di qui una lunghissima trafila che per evitare la troppo facile pro-vocazione dello snocciolamento dell’ eterno rosario blocco dal nascere e riprendo sui binari.

I binari; quei sacro santi binari costruiti a dovizia negli anni in cui, qualcosa esisteva e qualcosa ha resistito, oggi traversano i territori di quel largo fazzoletto di terra bagnata dai fiumi Sacco Cosa e Liri che non possono non essere – a differenza di trasporti, scuole e sanità – prese in considerazione.

E anche se l’occhio e la mente in un gioco di rimandi fanciulleschi volessero ingannarsi a vicenda ecco che le grida e gli ultimi afflati di Mamma Ciociara morente sembrano venire su come abbondante rigurgito.

Di acqua, ehm pardon di bitume (e non solo ahinoi) sotto i ponti ne è passato e ce lo siamo già sorbiti complici tutti i “ governi democristiano-conquistadores”.

Se C’è la siamo cavata con delle cisti c’è chi se ne andato via tra tumori al pancreas e mesotelioma vari.

Tante metàstati lasciate per terra e in aria. Del resto il progresso è una cosa che si paga; soprattutto quando è dettato dall’ utilitarismo dei molti sulla esigenza che sarebbe invece di tutti. E quindi giù con tutto quell’ asse pseudo industriale di cui oggi non restano che grandi scheletri e immondizia più o meno ( anzi meno ) “ sapientemente e Savianamente” pubblicizzata.   

Eh si, perché c’è chi “ si mangia la ciambella e chi dice evviva S.Rocco” dicono da queste parti; chi si porta la nomea e si sa vendere chi invece fa silente i fatti.

E sebbene in gioco forse non ci sono gli illustri nomi di Cutolo Riina o Casalese che siano, chi ci ha amministrato e ci amministra ha saputo -nella logica del dividi et impera – creare non solo micro realtà dal macro, così che niente si potesse preservare ma dare l’illusione che attraverso quegli enti ( regioni,province ,comunità montane ) vi fosse una gestione più responsabile e trasparente nella grande condanna più che utopia della autonomia.

E così anche il territorio della amata Littoria città di Fondazione ha avuto la stessa sorte se non peggiore ( del resto i “ pegni del passato sebbene glorioso si hanno da pagare” ).

Staccata dal resto del già malandato Lazio abbandonata dai trasporti e dai servizi e con l’eterna scusa della rivalità calcistica tra la città/squadra del Frosinone calcio e la medesima.

Il popolino – facile solo all’ abbrutimento e allo stomaco. -ci è andato dietro presto e bene facendo – gioco forza – la Forza del gioco Regionale.

Oggi nel gran calderone delle immondizie confinanti cosa ci resta ? Mamma Ciociara mia, davvero doppiamente e veramente stuprata e inquinata nell’ orgoglio prima ancora che contaminata nei fiumi e laghi e terre.

Dove il km 0 non è una risorsa ma è una condanna verso chi ne usufruisce.

Le aziende locali che hanno pensato bene ( anzitutto per un tornaconto personale ) di sfruttare la moda marketing  e che fosse venuto il momento di creare un brend o l’indotto lo hanno fatto quando questo km già superato dai Toscani e prima di loro è più inquinato del solito e quindi venga bene  il “sano prodotto industriale made in Taiwan “ per chi vuol preservare almeno l’1% di quella salute garantita men che meno dalla Sanità di oggi !  

Ci riprovano con i tweet dell’ ultimo dei caimani e di tutti quei “ sani politici “ che si sono avvicendati e ce con così tanta cura azione dopo azione hanno reso l’esteso Latium ricettacolo di letame.

Ma ora non è tempo di parlare di queste indicibili cose: ora è tempo di votazioni e degli ossi che restano per gli elettori nei pranzi e nelle cene dove un tempo c’erano mozzarelle di bufala e carne di prima scelta e qualità oltre che buoni di benzina: la tattica è sempre la stessa ma oggi le persone sono anche più facili da manipolare e – dato il fattore di sotto sviluppo e l’aumento delle povertà -si accontentano anche di molto meno.

Oggi basta un osso non serve più un buono di benzina, sono passati ( per fortuna) i tempi di “ zio Giulio”; infatti oggi il buono di benzina lo possiamo degustare semplicemente aprendo un rubinetto mentre respiriamo la sana aria del Ceccanese dirigendoci verso Anagni e ne apprezziamo il colorito  del cielo plumbeo e omogeneo che attraversa la Ciociaria tutta riversandosi sulla conca di Cassino e le ampie praterie di immondizia o quei monti al confino d’Abruzzo nella Val di Comino “sorgenti dalle acque schiumose del Liri ed elevati al cielo”.

Oggi è tutto cosi omogeno a tinte così unite che davvero possiamo e dobbiamo ( sentiti i dettami europei) parlare di macro regione.

Perché solo ciò che è grande può essere governato da grandi ( teste di Kaiser) che ci riprovano ripetutamente e sempre allo stesso modo:  tenendo in una mano il fegato di Mamma Ciociaria nell’ altra la solita scheda elettorale.

Torna in alto