Alla lavagna

 

Alla lavagna

Venezia 1746 teatro San Samuele, debutta la celebre commedia di Carlo Goldoni scritta solo un anno prima, Truffaldino servitore di 2 Padroni, circa 200 anni dopo, Il 24 luglio 1947 il regista Giorgio Strehler per motivi di marketing internazionale sostituisce Truffaldino al più conosciuto Arlecchino, e con il nuovo titolo debutta al Piccolo teatro di Milano.

Nell’Opera uno spaccato del ceto sociale allora dominante, quella borghesia Nazionale ormai diluita nel Mercatismo mondialista, o retrocessa a nuova povertà. Nella trama troviamo Truffaldino/Arlecchino che si arrabatta fra 2 padroni per perseguire un unico intento, ovvero mangiare a sazietà. Provo quasi nostalgia, per epoche con teatri pieni e più padroni da cui svincolarsi, i Truffaldini si sono moltiplicati, e continuano a recitare la propria parte, e a riempirsi la pancia.

Avevamo già parlato in questa sede della trasmissione tv trasmessa su rai tre “Alla Lavagna” copiata dal Format Francese “Au Tableu”. La struttura del programma è semplice: un personaggio famoso si trova faccia a faccia con una classe di 18 bambini, tra i 9 e i 12 anni, che lo sottopongono a domande e prove di vario genere. Nulla di così originale, un mix di programmi già noti come “Chi ha incastrato Peter Pan” e “Il supplente”.

In “Chi ha incastrato Peter Pan” accanto ai bambini c’era sempre un conduttore, che fungeva da mediatore, in “alla Lavagna”, un ospite capace, ha la possibilità di strumentalizzare appieno il programma. Fra gli ospiti di quest’anno polemiche sono nate dalla puntata che ha visto interrogato dai Bambini Wladimiro Guadagno, in Arte Lussuria, che ha magnificato le battaglie LGBT, per par conditio, nella puntata del 2 Febbraio, abbiamo visto e sentito Daniela Garnero, in arte Santanchè, (dal Cognome del primo Marito) detta anche “La Pitonessa” deputata della Camera dal 2001 al 2008, nelle liste di Alleanza Nazionale, candidata premier per la lista La Destra nel 2008. Non eletta passò a Forza Italia, dal 2017 paracadutata in Fratelli D’Italia.

Valente Imprenditrice nel settore Pubblicitario è presidente di “Visibilia Pubblicità”, fondata nel 2007 e quotata in Borsa e concessionaria della raccolta pubblicitaria dei quotidiani Il Giornale, Libero, etc.. Nel 2014, “Visibilia Editore” ha acquistato le testate Ciak e PC Professionale dalla Mondadori, sempre nel 2014 presentò un’offerta formale ai liquidatori de “L’Unità” per l’acquisto dello storico giornale fondato da Antonio Gramsci. Ha realizzato un accordo con Google assicurandosi i budget della comunicazione on-line delle piccole e medio imprese italiane (PMI).

Dopo aver criticato aspramente la partecipazione del Signor Guadagno, e il suo tentativo di indirizzare i bambini verso un “nuovo Ordine Erotico” come definito da Diego Fusaro, la Pitonessa ha spiegato a bambini, comunque smaliziati, il suo Personale “nuovo ordine economico”, rispondendo ad una Bambina su cosa fosse per lei il Denaro ha risposto “I soldi servono a essere liberi. Il mio papà ha insegnato a me e ai miei fratelli che chi paga comanda…Il denaro è ’unico vero strumento di libertà”. In effetti la concezione di libertà, intesa dal padrone unico liberista, dipende dal denaro.

Più sei ricco, più libertà puoi comprare.

Chi ha il denaro è signore, chi non ce l’ha è servo. Lussuria vuole una società unisex, forse non ci arriveremo con la chirurgia e gli ormoni, ci arriveremo col capitale, una società dove non ci saranno più donne e uomini ma soltanto ricchi e poveri. L’unica differenza sarà il potere d’acquisto. Entrambe queste “signore” del Jet set dovrebbero essere rappresentanti di un ideale politico “Altro” rispetto al Liberismo, invece si fanno ancelle del capitalismo post muro di Berlino, che è di destra per quel che riguarda l’economia, e di sinistra sul piano dei costumi. 2 facce della stessa Medaglia, maschere Truffaldine sul libro paga dello stesso Padrone.

Un Grande Beppe Niccolai auspicava una: “…Sovranità popolare superiore al potere del denaro.” Vorrei che i giovanissimi de “alla Lavagna” non intonassero canzoni di Sfera Ebbasta, ma un bellissimo brano della Compagnia. “Ragazzi, qualcuno si era sbagliato/Adesso tutto cambia, viva il libero mercato/Ma c’è qualcosa che stona in questo ragionamento/Qualcosa che non perdona, qualcosa che resta nel vento/Saranno le voci di molti che c’hanno già lasciato/ e non Mi pare che siano morti gridando “Viva il libero mercato”, e questo vale per i Camerati ed i Compagni, entrambi caduti sul fronte liberista, R.I.P.

Torna in alto