Zingaretti “nuova speranza” dei media

 

Zingaretti “nuova speranza” dei media

Tutto come previsto: Nicola Zingaretti è il nuovo “padrone” del Pd e i giornaloni di regime lo acclamano, parlando del fratello del commissario Montalbano come della “nuova speranza” per il Paese, ridotto sull’orlo della bancarotta non da decenni di governi targati Berlusconi, Prodi, Monti, Letta, Renzi, Gentiloni, ma da un anno scarso di esecutivo gialloverde.

Zingaretti, come sempre, parla in modo pacato, assicura che non ci saranno vendette interne e che il Pd andrà avanti unito, per cogliere un risultato importante alle elezioni Europee di maggio. Ma, come sempre, alle parole non fa seguire i fatti e avvia, da subito, le epurazioni al Nazareno, partendo dal tesoriere, che sarà il decano dei senatori piddini, vale a dire Luigi Zanda.

Il metodo Zingaretti, d’altra parte, è un metodo consolidato: prima alla Provincia e, poi, alla Regione, il nuovo segretario del Pd ha sempre usato la clava con i nemici e si è circondato solo di fidatissimi, senza guardare alle capacità soggettive. L’unica cosa importante, per Zingaretti, è la fedeltà al Capo. Eppure lui sostiene di non voler sentire la parola Capo, che la cosa fondamentale è la squadra, bla bla bla.

Il fatto è che, al di là delle chiacchiere, quel che conta, quando si governa, sono i risultati e, se Zingaretti è la “nuova speranza” del Paese, non c’è da stare allegri. Basta farsi un giro negli ospedali del Lazio, dopo la cura-Zingaretti, per capire cosa sia capace di fare questo signore, ormai da sei anni al timone della Regione Lazio. O leggere i Bilanci, per capire come sia stato abbandonato al proprio destino un settore fondamentale come quello dell’edilizia popolare, in un momento storico in cui, per i cittadini più poveri, il primo problema è quello della casa.

Del disastro causato da Zingaretti nel Lazio, ovviamente, non troverete traccia sui giornaloni di regime, che, anzi, in questi anni, hanno osannato il fratello del commissario, riprendendone ogni annuncio, ogni comunicato, come se fosse verità assoluta. Ecco, Zingaretti è stato un vero e proprio recordman, in fatto di proclami, aiutato da media assoggettati attraverso contributi e regalie varie. Ma il cittadino, quello che vive sulla propria pelle la malapolitica, ci racconta di liste d’attesa interminabili, di Pronto Soccorso più che mai al collasso e di piccoli ospedali chiusi in tutta la Regione, con problemi inenarrabili per gli abitanti dei Comuni più piccoli.

Eppure questo signore sarebbe la “nuova speranza” del Paese. Poco conta che, dietro la sua elezione a segretario, ci siano i soliti noti dell’apparato Pd – Franceschini e Gentiloni in primis – che ieri hanno appoggiato Renzi, oggi appoggiano Zingaretti e domani chissà. Tutti uniti, comunque, contro il governo gialloverde, che ha dato uno scossone alla calma piatta che vuole l’Unione Europea dei banchieri e dei finanzieri e che finisce sempre per danneggiare i cittadini.

Allora sì, forse Zingaretti è davvero la “nuova speranza”: di tutti coloro che vogliono un’Italia prona davanti all’Unione Europea, un’Italia che nei contesti internazionali non conti niente e sia schiava dello spread, ovvero del nulla, creato dai potentati mondiali, per tenerci sotto scacco. Ecco, per tornare a quella Italia, Zingaretti può essere proprio l’uomo giusto e, per questo, ci auguriamo che alle prossime Europee il popolo italiano gli dia la giusta lezione.

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