Scuola di Pensiero Forte [46]: lo statuto politico della famiglia

 

Scuola di Pensiero Forte [46]: lo statuto politico della famiglia

La famiglia ha poi un suo statuto politico, vale a dire uno specifico modo di essere che prevede un agire politico, vera e propria funzione sociale.

Il patto dal quale essa nasce rappresenta il migliore esempio di collaborazione ed intesa tra il mondo affettivo-relazionale e quello politico-sociale.

Ogni atto umano è un atto politico[1], dunque anche la famiglia compie atti di rilevanza politica. Essa, anzi, si configura come il primo luogo della politica, dove essa viene vissuta, compresa, messa in pratica. Essendo il primo modello di società umana, non può che essere società politica.

È interessante sottolineare che la famiglia è luogo politico, nel quale prende forma l’etica, che viene trasmessa e insegnata. Etimologicamente, il termine greco ἦθος (=ethos) denota prima di tutto la “dimora” nella quale vive abitualmente il soggetto; si potrebbe quindi dire: l’ethos identifica l’insieme delle consuetudini e dei costumi, perché costituiscono la dimora, la casa, nella quale la persona nasce, cresce e vive. La comprensione della vita e dell’agire dell’uomo a partire dal costume e dal contesto politico era già ben delineata nella filosofia pratica di Aristotele, che indaga appunta la praxis, l’agire dell’uomo, poi ripresa dai filosofi cristiani e dai successivi con la rilevante novità aggiuntiva della libertà.

La famiglia è statutariamente politica perché si regge su un ordine gerarchico: il padre e la madre, nella mutua cooperazione, amministrano i beni materiali e spirituali; i figli, sottostando a tale ordine, comprendono il proprio ruolo sociale, apprendono l’etica e imparano a loro volta a gestire, nel proprio ambito, i beni, per poi divenire magari un giorno a loro volta genitori. In famiglia, l’agire politico riguarda tutto: dalla semplice buona educazione, alla gestione del denaro, passando per l’organizzazione della casa, del gioco, del lavoro, intessendo anche relazioni con soggetti esterni al nucleo famigliare. Una scuola a tutto tondo, che niente esclude.

I membri della famiglia, interagendo con la società intera, metteranno in pratica quanto vissuto internamente. Di più, la famiglia presa come soggetto unico è anche attore ed oggetto della politica, che verso di essa rivolge tutta la sua attenzione, quale principio e fine del sistema politico[2].

È dunque impossibile intendere la famiglia senza considerarne la sua fattezza politica, proprio del suo essere. Aggiungiamo che è altresì un errore fare ciò, poiché la si priverebbe maldestramente della parte nobilissima che è propria della ragione umana, vale a dire la valenza sociale, la capacità di plasmare la realtà, riflettere sul proprio essere e stabilire relazioni al di fuori di sé. Parafrasando le nobili parole di alcuni pensatori di inizio Novecento, possiamo dire che la politica è la vocazione pratica dello spirito della famiglia.

 

[1] Cfr. Scuola di Pensiero Forte nn. 6, 15, 16.

[2] Ci riferiamo, si intende, alla politica vera, quella che ha come fine il Bene. La politica che, invece, mira al guadagno, al relativismo, all’interesse, alla immoralità, al male, non avrà quasi certamente di mira la famiglia in quanto ragion d’essere, ma piuttosto come bersaglio da colpire ed eliminare.

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