Stonewall generation

 

Stonewall generation

In questi giorni, sarà capitato a molti dei nostri lettori che usano il motore di ricerca Google, di notare che il logo Google è cambiato, ed in basso è presente un link di rimando ad un sito creato dal “Community Center LGBT di New York City”. Google partecipa al “PrideMonth” giugno infatti è il mese dei Gay Pride. Il sito celebra i 50 anni dal primo Gay Pride. Nella notte del 27 giugno 1969 la polizia di New York irruppe nel Stonewall Inn, un bar gay del Greenwich Village, Ray Rivera attivista transgender ribattezzatosi Sylvia, scaglia una bottiglia verso un poliziotto, è l’inizio dei cosiddetti moti di Stonewall una serie di violenti scontri fra gruppi di omosessuali e la polizia. Da qui partì una rivolta che vide nelle strade oltre 2000 persone tra attivisti e simpatizzanti, contro circa 400 poliziotti. Sopraffatti dalla folla i poliziotti si ritirarono all’interno del bar. Alcuni cercarono di appiccare il fuoco. La polizia inviò rinforzi composti dalla Tactical Patrol Force, una squadra anti sommossa addestrata per contrastare i dimostranti, gli agenti si trovarono di fronte una fila di drag queen.

Per la fine del luglio 1969 a New York si formò il Gay Liberation Front (GLF), e per la fine dell’anno il GLF comparve nelle maggiori città degli Stati Uniti. Organizzazioni simili vennero create in tutto il mondo, Canada, Francia, Germania, Belgio, Olanda, Australia e Regno Unito. A Londra uno studente Italiano, Mario Mieli iniziò la frequentazione del Gay Liberation Front britannico, tornato in Italia nel 1971, insieme ad Angelo Pezzana fonderà il movimento F.U.O.R.I., acronimo di Fronte Unitario Omosessuale Rivoluzionario Italiano. Ray Rivera, deluso dall’emarginazione delle persone transgender da parte della comunità gay nel 1994, durante il venticinquesimo anniversario della rivolta di Stonewall, si metterà alla testa di una marcia non autorizzata composta da manifestanti respinti dagli organizzatori, fra cui i NAMBLA, (North American Man Boy Love Association), associazione, che si oppone alle leggi che vietano rapporti sessuali tra uomini adulti e minori di sesso maschile. In pratica richiedono la liberalizzazione della pedofilia.

Rivera è morto come senzatetto a 50 anni. Mario Mieli, l’epigono Italiano nel suo libro “Elementi di critica omosessuale scriverà”: “Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non tanto l’Edipo, (..) bensì l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. (..) la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, “educastra”, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica.” Dopo un breve periodo di ricovero nella sezione psichiatrica del Marlborough Day hospital a Londra, Mieli, morirà suicida nella sua abitazione di Milano nel 1983 all’età di 30 anni. Ma mentre i padri fondatori di questa rivoluzione colorata, anticipatrice di molte altre avvenute negli anni successivi sono caduti in disgrazia, la loro battaglia pare vinta. E mentre gli eredi delle ragazze dello Stonewall, sui social possono postare di tutto, un algoritmo cassa foto di madri che allattano perché ritenuto “contenuto sessualmente esplicito”.

Dopo la liberazione sessuale, l’avvento e legalizzazione della pornografia, e la nascita dei siti streaming per adulti (Youporn e similia), dove ogni preferenza sessuale è catalogata come sul menù di un ristorante, (possibilmente vegano), i padroni del vapore si sono accorti che la fetta di mercato di questo tipo di siti era comunque composta prevalentemente da uomini, occorreva un’evoluzione, un’offerta che potesse occupare il tempo anche delle donne, o ancor meglio, essere unisex (tradotto il liberalese meno segmentazione di mercato e più consumatori di un solo prodotto). Sono nati così i canali di Streaming generico, Netflix, infinity, Prime video e molti altri, mentre la pornografia, se pur sdoganata è avvolta ancora da un leggero velo moralizzatore, Netflix e soci, riescono a presentare una gamma di prodotti dai contenuti accessibili a tutta la famiglia, dove viene presentata una sessualità fluida, non vi sono più serie dove non sia presente almeno una coppia omosessuale, l’omosessualità viene descritta come la normalità, anche e soprattutto nelle serie destinate ai più giovani, si creano generazioni aperte agli intenti dei NAMBLA.

Se poi, per qualcuno l’aver subito rapporti sessuali in tenera età rappresenterà ancora un problema, una notizia Ansa di oggi ci illumina, Noa Pothoven una ragazza olandese di 17 anni, ha chiesto e ottenuto, dopo una lunga battaglia, l’eutanasia, (legale nei Paesi Bassi), la ragazzina aveva dichiarato di non sopportare più di vivere a causa di un forte stato di depressione motivato da una violenza sessuale subita, è morta domenica nella propria abitazione con l’assistenza medica fornita da una clinica specializzata. Intanto Netflix, sollecitata fra altre da associazioni LBGT ha minacciato la Georgia (secondo set cinematografico d’America dopo la California) di ritirare i suoi investimenti se non verrà ritirata la nuova legge sull’aborto. L’intrattenimento si fa paladino dell’aborto libero, Il motore di ricerca più diffuso del web, perora battaglie LGBT, una ragazzina viene aiutata a morire, tramite assistenza medica nel cuore dell’Europa, e vengono considerate battaglie di civiltà. 

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