In queste prime settimane di giugno la cultura italiana ha avuto un lutto conclamato, ed uno annunciato, il tutto mentre migliaia di maturandi passavano la “Notte prima degli esami” insonni, a guardare l’omonimo film di Fausto Brizzi, o ascoltando l’omonima canzone di Antonello Venditti. A Roma scompare all’età di 96 anni il grande regista, sceneggiatore, e scenografo Franco Zeffirelli, nasce a Firenze 12 febbraio 1923, il padre Ottorino Corsi, era un commerciante di stoffe originario di Vinci, frequentò il collegio nel convento di San Marco a Firenze con Giorgio La Pira come istitutore, finiti gli studi presso l’accademia delle Belle Arti a Firenze esordì giovanissimo nel mondo dello spettacolo, curando una messa in scena di Troilo e Cressida diretta da Luchino Visconti. Negli anni successivi si impone come regista Teatrale. Verso la fine degli anni sessanta ottiene riconoscimenti internazionali in campo cinematografico, grazie a due trasposizioni shakespeariane, “La bisbetica domata” (1967) e “Romeo e Giulietta” (1968). Nel 1976 è la volta del film per la tv, Gesù di Nazareth, seguiranno innumerevoli film di successo, da ricordare: “Un tè con Mussolini” realizzato nel 1999.
Fortemente cattolico, ed anticomunista, non ha mai fatto mistero della sua vicinanza alla destra politica italiana, dal 1994 al 2001 è stato anche Senatore nelle fila di Forza Italia. Pur dichiaratamente omosessuale si è sempre opposto alle comunità LGBT, in una intervista arriverà a dichiarare di non apprezzare il movimento gay, in quanto per lui «l’omosessuale non è uno che sculetta e si trucca. È la Grecia, è Roma. È una virilità creativa».
Il 17 06 lo scrittore siciliano Andrea Camilleri viene ricoverato in gravi condizioni presso l’ospedale Santo Spirito di Roma per un arresto cardiaco. Andrea Camilleri nasce il 6 settembre del 1925 a Porto Empedocle (AG), figlio unico di Giuseppe Camilleri. Dal 1939 al 1943, dopo una breve esperienza in collegio vescovile (fu espulso perché lanciò delle uova contro un crocifisso), frequenterà gli studi presso il liceo classico “Empedocle” di Agrigento dove nel 1943 otterrà la maturità senza fare esami, poiché, in previsione dell’imminente sbarco alleato in Sicilia, le autorità scolastiche decisero di chiudere le scuole e di considerare valido il secondo scrutinio trimestrale. Nel 1944 s’iscrive alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università degli Studi di Palermo. S’iscrive al Partito Comunista Italiano. Nel 1949 viene ammesso all’Accademia di Arte Drammatica “Silvio d’Amico”, dove conclude gli studi nel 1952, da allora esegue la regia di più di cento opere. Tra il 1945 e il 1950 pubblica racconti e poesie. Nel 1978 esordisce nella narrativa, nel 1994 pubblica “La forma dell’acqua”, primo romanzo poliziesco con il commissario Montalbano il suo personaggio più famoso, portato al successo internazionale tramite la fiction interpretata da Luca Zingaretti, fratello maggiore di Nicola, attuale segretario del Partito Democratico. I
l direttore di Libero Vittorio Feltri sgancia una delle sue bombe mediatiche sul ricovero di Camilleri: “Non l’ho mai conosciuto (..) oggi, di fronte alla probabilmente prossima fine, riconosciamo allo scrittore ogni merito tecnico e a lui ci inchiniamo (..) Tuttavia “l’unica consolazione per la sua eventuale dipartita è che finalmente non vedremo più in televisione Montalbano, (..) che ci ha rotto (..) almeno quanto suo fratello.” Social in subbuglio i giornalisti Ruotolo e Borrometi si autosospendono dall’ ordine in una lettera pubblica indirizzata al presidente dell’Ordine dei giornalisti scriveranno: “Caro Presidente, abbiamo deciso di autosospenderci dall’Ordine Nazionale dei Giornalisti perché ci consideriamo incompatibili con l’iscrizione all’albo professionale di Vittorio Feltri”.
Intanto nel silenzio totale dei media Tomaso Montanari, storico dell’arte e saggista fiorentino, scelto fra l’altro dal ministro Bussetti come autore di una traccia per i maturandi 2019, scriverà sulla morte di Zeffirelli: «Si può dire che il maestro Scespirelli era un insopportabile mediocre, al cinema inguardabile? E che fanno senso gli alti lai della Firenzina, genuflessa in lutto o in orbace, ai piedi suoi (..)? Dio l’abbia in gloria, con porte sante e quel che ne consegue». Solo il ministro dell’Interno si infuria e arriva a chiedere le dimissioni di Montanari, che prontamente risponde su “Il Fatto Quotidiano” «(..) gli articoli 21 e 33 della Costituzione consentono di dire quello che si pensa, e di dare i giudizi artistici e morali che si ritengono opportuni (..) Feltri è un “cafone” da linciare, Montanari un innocente umorista.