Il cavallo di ritorno

 

Il cavallo di ritorno

“Usi obbedir tacendo e tacendo morir” recitava il primo motto araldico dell’Arma di Carabinieri, oggi è così attuale davanti al corpo esangue del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega, trentacinque anni di Somma Vesuviana sposato da 43 giorni con la sua Rosa Maria, ucciso alle tre di notte con 8 coltellate in via Pietro Cossa nel quartiere Prati. Assassinato per fermare un “cavallo di ritorno” o meglio una vendetta di ritorno. Due boys americani scippano d’ un borsello un pusher sola, gli aveva venduto polvere d’ aspirina per cocaina, la vittima del furto denuncia il fatto, di lì scatta la trappola, i due turlupinati contattano lo spacciatore per restituirgli il borsello coi documenti, in cambio pare vogliano la cocaina vera e forse quei 100 € malamente spesi per un’aspirina, questa la ricostruzione giornalistica degli antefatti mentre scriviamo.  

D’accordo ci si vede a piazza Cavour, i due abboccano all’esca, all’appuntamento ci vanno due carabinieri in abiti borghesi, coperti a distanza dai propri commilitoni, fermano i sospetti gli chiedono, da prassi, i documenti ma in quel frangente uno dei cow boy tira fuori un coltello colpendo ripetutamente il vicebrigadiere, ferendo di striscio l’altro. Solo pochi secondi e dalla pozza di sangue per Mario si spalanca l’infinito, si dissolve veloce tutto il suo caro pulito mondo.

Quell’infinito gli si leggeva già in quegli occhi grandi occhi, azzurri, densi di una luce trasparente, contagiosa, la stimmata dei buoni che gli veniva da lontano, dalla sua terra campana, la stessa luce che lo aveva portato a fare il barelliere dei malati a Lourdes e a Loreto, volontario dell’Ordine dei Cavalieri di Malta o a sera nella kasbah della Stazione Termini tra gli invisibili coperti dai cartoni.

A lui, osservando le foto, s’accosta il versetto del Vangelo di Matteo: La lucerna del corpo è l’occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro tutto il tuo corpo sarà nella luce […]”.

Nel giugno del borghesissimo ’68, P. P. Pasolini scriveva Il PCI ai giovani, versi aspri sulla mitica battaglia di Valle Giulia, rivolti a quei picchiatori di poliziotti, diceva infatti: Vi odio come odio i vostri papà/Buona razza non mente. /Avete lo stesso occhio cattivo”, ma l’assassino di Mario non ha bucato quella stoffa ruvida in nome d’una rivoluzione quanto per sfuggire all’arresto per un reato vile: estorsione. Quei delinquenti ora hanno un nome, un volto, non solo corpi coraggiosamente in fuga filmati dalle telecamere, non erano due balordi magrebini ma rampolli yankee della upper middle class americana, alloggiavano in un hotel sciccoso, età 19 anni, uno ha confessato il delitto, poverino non sapeva di accoltellare un carabiniere, ma cosa cambia?  L’arma era riposta nella stanza d’albergo, dilettanti del crimine. Ci sembrano due cicale borghesi figli di borghesi in vena d’una notte di sballo per vincere la noia sniffando cocaina, la fregatura presa ha scoccato la freccia oltre la soglia criminale per 1 g di polverina.

Stiamo a vedere gli sviluppi, ma stiamo attenti perché di mezzo c’è lo zio Sam con la sua arroganza, basti il ricordo della funivia tranciata a Cermis nel ’98 da un aereo americano, i due piloti, guarda caso processati in Patria, furono assolti!!!  E che dire di Amanda Knox è tornata in Italia per darci lezioncine di giurisprudenza, s’ è trasformata in accusatrice del nostro sistema giudiziario. Gli americani mostreranno i muscoli culturisti a difesa dei due concittadini, ne vedremo delle brutte tra mutismi, ricostruzioni, perizie, cavilli, test psicologici e tutto l’armamentario di fumogeni alzati per confondere i fatti delittuosi.

Quell’odio sproporzionato non respira l’oppio d’ una bravata, va di molto oltre, per questi Rambo la vita è un niente, un’escrescenza biologica da tagliare se solo si subisce uno sgarro.   

Chissà perché ci scorrono davanti le mazzate sferrate contro gli agenti, quasi fossero birilli ostacolo allo strike dell’io libertario, per assurdo la generazione postsessantottina continua la sua lotta borghese contro chi difende le leggi proprio dei loro padri borghesi.

Per quei quattro soldi sicuri che sempre quattro restano, nonostante le false promesse, i poveri scelgono la divisa, i figli della classe operaia indossano caschi e mostrine sapendo di metterci la pelle, non coltivano la vigna delle masturbazioni intellettuali, conservano gelosi la nicchia di valori antichi che profumano di terra, di fabbrica ed anche i loro sogni sono appesi ad un filo di ragno, consci che possono staccarsi come foglie autunnali. Ai poliziotti, (ai carabinieri) si danno i fiori non quando sono morti ammazzati da servitori dello Stato, sciorinando la melassa indigesta di volti compunti, applausi, funerali di Stato, proclami.

Diciamolo restano figli di un dio minore, separati, esclusi, umiliati […] ma colmi di onore, per questo a loro porgiamo dalie di riconoscenza, non i crisantemi.

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