Sarà il caldo esagerato, sarà il fatto che non passa un giorno senza una tragedia o un disastro di vario tipo, ma davvero questa estate 2019 non ci induce a pensieri positivi. La nostra amata Italia, purtroppo, sembra aver imboccato una strada che non conosce niente di diverso da un triste e inesorabile declino. E la mediocrità (siamo buoni…) della classe politica e dirigente – a tutti i livelli – non fa che agevolare la caduta libera del Paese.
Ministri, sindaci, presidenti di Regione, ma anche direttori di giornale e commentatori stimatissimi, si sfidano a colpi di “tweet” o di “post”, mentre i problemi dei cittadini sono tutti lì e si aggravano di ora in ora: dai rifiuti al traffico, dalle strade colabrodo alla sicurezza. Abbiamo assistito, ad esempio, all’omicidio di un carabiniere, accoltellato da un drogato americano, in pieno centro a Roma. Un fatto di una gravità enorme, che avrebbe dovuto unire tutti, perché di fronte a un crimine di questo tipo non ci sono colori politici, e invece abbiamo assistito a polemiche sui metodi di interrogatorio usati dai carabinieri e ad articoli dei giornaloni, nei quali si puntava il dito sui “lati oscuri” di un omicidio che, purtroppo, è chiarissimo: un carabiniere di 35 anni è stato ucciso con undici coltellate da un giovane statunitense, che era sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. Punto.
Dovremmo interrogarci, magari, su come sia possibile che zone centralissime della Capitale – come di Milano, Torino, Firenze, Napoli – siano in mano agli spacciatori, che fanno i loro sporchi affari sotto gli occhi di tutti. Non è ancora arrivato il momento di dire basta? Di riprendere il controllo del territorio ed evitare che chiunque – anche i due americani che hanno aggredito i Carabinieri a Prati – possa fare tranquillamente il giro dei pusher, per regalarsi una serata di sballo?
Ecco, invece di passare il tempo a litigare sul nulla, i politici dovrebbero cercare di restituire un minimo di sicurezza ai cittadini e fornire maggiori garanzie alle forze dell’ordine.
Un sogno, ovviamente. Così come, probabilmente, resterà un sogno un’estate senza altre sciagure sulle strade: la fatalità è sempre in agguato e questo lo sappiamo, ma che, a distanza di un anno, si ripeta lo stesso identico incidente tra Tir alle porte di Bologna, questo proprio non lo possiamo accettare. Significa non voler imparare, significa disprezzo per chi, ogni giorno, percorre quell’Autostrada. Significa, in buona sostanza, totale disinteresse per la vita dei cittadini, di cui ci si occupa solo prima del voto.
Difficile, insomma, trovare qualcosa di buono in questa torrida estate. Ma, poiché al peggio non c’è mai fine, auguriamoci che questo governo rimetta insieme i cocci e recuperi un po’ di operatività, dando segnali forti del promesso cambiamento. Se, al contrario, l’esecutivo dovesse irrimediabilmente disgregarsi, gli scenari sarebbero tragici. E, dopo una brutta estate, probabilmente ci toccherebbero stagioni terribili, con un governo del presidente, che metterebbe in atto operazioni di macelleria sociale, ai danni dei più deboli. Una soluzione sciagurata, assolutamente da scongiurare.