Conte e Greta, nuovi eroi della stampa di regime
Che tristezza leggere i giornali, ascoltare la radio o guardare la tv: i paladini della libera stampa e dell’informazione “pura” fanno a gara per lodare i loro nuovi eroi e per attaccare i nemici di sempre, coloro che non stanno con i potentati economici e finanziari, con l’Europa e con la sinistra salottiera, che decide le linee editoriali dei giornaloni e delle tv di regime. Così, nelle ultime settimane abbiamo scoperto che quello che fino a metà estate altro non era che un prestanome, un premier per conto terzi, oggi è uno statista, destinato a ripercorrere le orme di grandi politici. Sì, parliamo proprio di Giuseppe Conte, il presidente del Consiglio con la poltrona incollata ai pantaloni, passato disinvoltamente da un governo con i sovranisti di Salvini a un esecutivo con i post-comunisti di Zingaretti.
Quel Conte già definito inetto e incapace, telecomandato dai suoi due vice-premier Salvini e Di Maio (questo scrivevano i giornaloni), ma adesso diventato un politico attento alle esigenze dei cittadini, capace di interpretare i bisogni del popolo. Magia dell’alleanza col Pd, che, poi, è l’azionista forte della Tv di Stato e dei fogli più importanti che troviamo in edicola e il vero punto di riferimento dell’Europa prona alla finanza.
Insomma, quello che un’informazione libera dovrebbe additare come il peggior governo della storia repubblicana – per tutta una serie di motivi, che vanno dal tradimento della volontà popolare all’impossibilità di tirar fuori qualcosa di buono da un accordo tra partiti che si sono scannati fino all’altro ieri, come Pd e 5Stelle – viene quotidianamente riempito di elogi smielati. E il bel faccino di Conte è sempre in prima pagina, online e sul cartaceo, a spiegarci le meravigliose azioni di questo esecutivo, a partire dall’accordo sui migranti, appena raggiunto in sede europea. “Una grande svolta – spiega il nostro illuminato premier, attaccando Salvini – Provocare e basta era inutile”. Ma allora, avrebbero dovuto contestargli gli intervistatori, se fossero stati giornalisti e non servi, lui dov’era, quando Salvini batteva i pugni sul tavolo, per difendere l’Italia dall’invasione dei migranti? Perché non ha detto subito che sarebbe stato meglio un altro tipo di approccio, cosa, peraltro, tutta da dimostrare?
Ecco, nessuno si alza e chiede conto al presidente del Consiglio di questa sua giravolta. Troppo scontato, troppo professionale, per i rappresentanti di una categoria che, tranne rari casi, si è assuefatta alla voce del padrone, agli ordini categorici degli editori, a loro volta assoggettati ai voleri di una finanza tiranna e di una politica corrotta e incapace.
Siamo costretti, perciò, a leggere e ad ascoltare le lodi di Giuseppe Conte, siamo costretti a sorbirci le ramanzine di un’antipatica (eufemismo) sedicenne, che ci spiega quello che sappiamo da anni, ossia che, con le nostre azioni scellerate, stiamo distruggendo il pianeta. Se ce lo dice uno scienziato poco importa, finisce in decima pagina, ma se a parlare è Greta Thunberg, la nuova icona “green” dei salotti sinistrorsi, la copertina è assicurata. Tanto che il ministro dell’Istruzione, lui sì un vero “scienziato”, chiede che gli alunni che sciopereranno per il clima siano giustificati in automatico dai professori.
Follia pura, in definitiva, che nessuno sottolinea. Al contrario, anche il ministro Fioramonti riceve la sua dose di applausi da stampa e tv di regime, un po’ come tutti i grillini, incapaci fino a ieri, perché alleati della Lega, e fini politici oggi che vanno a braccetto con Zingaretti. Aspettiamo con ansia l’accordo Pd-5Stelle a Roma: serviranno capriole e salti mortali dei lacchè di mestiere, per rivalutare anche Virginia Raggi, peggior sindaco della storia capitolina. Ma, ne siamo certi, arriverà anche questo momento.