Nelle trasmissioni televisive della Rai, l’intervallo era un vuoto nel palinsesto, causato da problemi tecnici nelle trasmissione o di improvvise interruzioni di programmi trasmessi in diretta. Inizialmente una sequenza di immagini di un gregge di pecore con la parola “Intervallo” in sovrimpressione. Successivamente, una successione di immagini di scorci paesaggistici, monumenti e piazze Italiane.
Sabato 19 ottobre in piazza San Giovanni a Roma il centrodestra liberista unito, si scontra almeno verbalmente contro il centrosinistra liberista giallofucsia, dal palco un Berlusconi ormai imbalsamato tuona contro i “comunisti al governo“, Giorgia Meloni si inalbera contro “il governo più di sinistra della storia”, gli organizzatori evocano uno strepitoso successo, in parte reale, circa 200.000 persone, dimentichi che la stessa alleanza, 13 anni prima a Roma ne aveva portate un milione e mezzo, 4 su 5 dei manifestanti di allora sono rimasti a casa, Salvini oramai riconosciuto leader della nuova/vecchia coalizione accenna al «pareggio di bilancio», e alla liberazione del popolo italico dai diktat della Ue, passa la parola a Bagnai, che nel suo intervento, valorizzando e appoggiando la Brexit, cerca di far dimenticare ai “tifosi” l’intervista di Annalisa Chirico pubblicata su il Foglio, dove Matteo Salvini aveva dichiarato che «la Lega non ha in testa l’uscita dell’Italia dall’euro o dall’Unione europea”.
Il Centrodestra cerca di “coprirsi” rispetto alle tendenze, del «sovranismo», riassorbendo spinte, istanze, e rivendicazioni all’interno del sistema liberista senza mai mettere in discussione, capitalismo, NATO, e proprietà della moneta. Il mondo in parte riconducibile all’esperienza della destra proveniente dal Movimento Sociale Italiano è in quella piazza, in quella piazza, gli eredi di Almirante, Fini, Tatarella, in quella piazza latitavano per fortuna gli eredi di Beppe Niccolai, Antonio Carli, e Tomaso Staiti di Cuddia. Staiti, fiero sostenitore di ogni battaglia antiamericanista ed anticapitalista, scomparso 2 anni fa, nel suo libro di memorie “Confessione di un fazioso” scriveva di quel mondo.
” Siamo diversi (..) Ce lo dicevano, ce lo dicevamo. Lo credevamo davvero. Diversi dai “forchettoni” democristiani che ingrassavano nella penombra delle sacrestie. Diversi dai “compagni trinariciuti” che pensavano di fare la rivoluzione proletaria con l’URSS che a Yalta s’era spartita il mondo con l’America del capitalismo. Diversi dai borghesi (..) Sediate nei congressi (..) Eravamo sicuri delle nostre idee confuse: patria, nazione, volontà di potenza, (..) giustizia sociale, rinascita europea. “Europa, Fascismo, Rivoluzione!”, altro che americanismo. Ezra Pound contro la “Coca Cola”. Cattedrali europee contro i grattacieli. Culture nazionali contro la pseudocultura globale. Antimodernisti in quanto anti progressisti (..) Il mito del progresso inarrestabile come destino (..) Ovviamente, dalla parte dei vinti. Senza sentirci vittime ma protagonisti anche nella sconfitta, fieri di noi stessi e della nostra esibita diversità. (..) Sezioni mal illuminate e peggio riscaldate, (..) frequentate da tipi strani, improbabili personaggi usciti da romanzi d’avventura, idealisti o simpatici mascalzoni che sopravvivevano con piccole fregature a tutti, anche ai camerati. Camerata: la parola magica che spiegava tutto, giustificava tutto, comprendeva tutto, onore, coraggio, esempio, lealtà. (..) Tra noi e gli altri? (..) Un abisso. (..) Super uomini fragili, pronti a commuoversi per una canzone. (..) Unica certezza l’incertezza. Affrontare la vita al momento, istante dopo istante. “Me ne frego è il nostro motto”. (..) Ragazze, osterie, libri mal capiti ma letti, famiglie preoccupate, spesso politicamente divise (..) Mescolanze di ceti: borghesi, proletari, aristocratici, lavoratori e nullafacenti. (..) Culto dell’essere in minoranza. (..) Gli americani? Invasori (..) Noi, nonostante tutto, credevamo di essere diversi. Se, per un miracolo andassimo al potere, ci dicevamo, faremmo ben vedere a tutti di che pasta siamo fatti. (..) Improvvisamente il miracolo avvenne. Il crollo dei partiti tenuti in piedi dalla guerra fredda, ci offrì l’occasione e lì cascammo, nel giro di un paio di anni buttammo nella spazzatura della storia ogni cosa. (..) Sovranità nazionale ed europea, (..) programmi sociali (..) conformismo retorico e feconde trasgressioni. Tutto sacrificato in fretta e furia sull’ altare dell’edonismo. (..) Tutti diventati liberali e liberisti. (..) Proiettati dalle assemblee di sezione agli studi televisivi, dalle ragazzotte del partito alle mignotte profumate, dai panini ai ristoranti di lusso. I peggiori anni della nostra vita, forse i peggiori di tutta la nostra storia. Ora pare che sia finita. Spariscono le macchiette, i pensosi pensatori del nulla, (..) i servi vestiti da padroni.”
In piazza san Giovanni nella giusta euforia di un popolo che ancora crede, si respirava l’aria della fine, L’unica via è staccarsi dal concetto stesso di essere “di destra”; non lo siamo, non lo siamo mai stati, ripartire da altre 2 piazze, da piazza San Sepolcro a Milano dove il 23 marzo 1919 nacque il “Sansepolcrismo” e da piazza di Spagna a Roma, da dove Il 1º marzo 1968 circa 4.000 studenti si radunarono animando un corteo diretto a Valle Giulia. Dialogare con gli italiani, col popolo anche con quei comunisti che come diceva Staiti: “odiavamo con amore, botte e rispetto. Portavano, incoscienti come noi, una “visione del mondo.”
Le trasmissioni riprenderanno il più presto possibile, appariva sugli schermi in bianco e nero prima e dopo l’intervallo, e gli italiani come in uno specchio guardavano il gregge. Riprendiamo le trasmissioni con un progetto comune realmente antiliberista, formato da tutti coloro che amano il nostro Paese e sono pronti a combattere l’eterna guerra del sangue contro l’oro.