Scuola di Pensiero Forte [76]: il livello metafisico della conoscenza del cosmo

 

Scuola di Pensiero Forte [76]: il livello metafisico della conoscenza del cosmo

Il cosmo è comprensibile anche sotto l’aspetto metafisico. Così delineato, nell’orizzonte dell’essere, non coincide ovviamente con una concettualizzazione fisica o matematica delle strutture dell’universo.

La conoscenza metafisica riceve una maggiore concretezza quando si passa ai livelli epistemologici delle scienze particolari, ma ciò non toglie valore universale e reale alla conoscenza dell’essere, per la quale in alcuni aspetti è sufficiente l’esperienza ordinaria ed intelligente dell’uomo. La metafisica non può aspettare le ultime conclusioni scientifiche per essere costruita, così come la conoscenza dell’esistenza non è condizionata da un eventuale stato definitivo delle scienze, ed è anche vero che in esse, tuttavia, sono presenti numerose nozioni che trascendono la possibilità di un’esperienza particolare.

La cosmologia moderna parla dell’universo in termini fisico-matematici, in un modo scientificamente oggettivo, sin dai tempi di Einstein. Di conseguenza bisogna distinguere tra una nozione fisicomatematica di cosmo e un’altra metafisica. Dal punto di vista fisico-matematico, il cosmo sarebbe, secondo la maggioranza degli scienziati, la totalità dei corpi in interazione, un’interazione accertabile almeno indirettamente attraverso la sperimentazione e l’osservazione strumentale, governato da leggi e sistemi di leggi (come precedentemente abbiamo avuto modo di definire filosoficamente). Metafisicamente, invece, il cosmo è la totalità degli enti esistenti ricollegata attraverso un ordine. In breve: l’insieme degli enti o delle creature, non come spazio logico ideale, bensì come l’ordinata molteplicità reale, benché indeterminata, di enti conosciuti nella loro realtà esistenziale. Può sembrare un concetto un po’ difficile, ma in realtà è molto più facile di quello che appare: tutto nell’universo ha un suo ordine e questo ordine ha un perché. Le scienze tecniche ne indagano il come, le scienze filosofiche ne esplorano il perché.

La nozione metafisica di cosmo non dipende dalla conoscenza della sua finitezza o infinità spazio-temporale. La questione del finito o dell’infinito numerico, spaziale, temporale, si riferisce alla quantità e non direttamente all’essere. Una conoscenza più precisa degli aspetti quantitativi può contribuire indubbiamente alla determinazione di una “forma” di ente e di universo, in modo particolare quando c’è una connessione tra l’ente e la quantità; ma è altrettanto vero che spesso il problema quantitativo è inessenziale (per conoscere una cosa non sempre occorre contarne il numero).

L’accertamento delle misure del cosmo non è una condizione per poter averne una nozione metafisica vera e propria, dotata di validità oggettiva nell’ambito del metodo consono alla metafisica. Le ipotesi scientifiche in materia cosmologica non danno il via ad una cosmologia filosofica leggera o facile. Qui troviamo uno degli errori più diffusi dei giorni d’oggi, specialmente nella cultura di massa, ovvero la credenza che le scienze tecniche segnino in qualche modo l’abolizione del pensiero filosofico, teologico, spirituale, quasi che dovessero trovarne la smentita o la sostituzione con una serie di dati che le rendono, in base ad una non chiara concezione, inutili.

La filosofia seguirà sempre con attenzione l’evoluzione del pensiero scientifico, pur conoscendone la parzialità e gli inevitabili limiti. Ma senza l’indagine filosofica, le scienze tecniche sono cieche e  non direzionate al proprio ultimo fine, che è quello del Bene comune, del progresso, della conoscenza, tutti ambiti che sono primariamente filosofici. È importante sottolineare che le scoperte scientifiche sono di continuo arricchimento e perfezionamento per la filosofia.

Rifiutare l’ordine metafisico dell’esistenza è un grave errore, le cui abortive degenerazioni del pensiero umano hanno già dimostrato nella storia – e ancora oggi lo dimostrano –  a quali terribili conseguenze si può arrivare quando si nega la trascendenza della persona, la sua dignità spirituale e l’ordine cosmologico della vita.

In definitiva, ricapitolando, l’eredità di San Tommaso ci permette uno spazio di ricerca strettamente metafisico, indipendente dalle cosmologie scientifiche particolari, dunque utile ed applicabile a tutto. Perché, non dimentichiamolo, ciò che stiamo indagando è la verità del mondo, e per farlo è stato necessario riflettere prima su tutto ciò che esiste.

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