L’eterosessualità è pericolosa

 

L’eterosessualità è pericolosa

L’eterosessualità è pericolosa. Questo è il titolo di un articolo pubblicato dal quotidiano madrileno El Paìs, corrispettivo iberico di Repubblica. A questo siamo arrivati.  L’autore della lunga intemerata è tale Paul B. Preciado, definito da Wikipedia filosofo femminista transgender, docente universitario a Parigi.

Si tratta di una donna che si sente uomo. Il suo nome è Beatriz, modificato in Paul per esprimere il rifiuto dell’identità biologica. Dalla sua biografia apprendiamo che insegna Storia politica del corpo, Teoria di genere e Storia della prestazione, discipline “indispensabili” nel curriculum di ogni colto occidentale.

Tra le sue prestazioni filosofiche, segnaliamo Manifesto contra-sessuale, Sesso, droga e biopolitica, opere tradotte in varie lingue, tra cui la nostra. Tutto questo per rilevare la differenza tra la narrativa ormai semi ufficiale di cui Preciado è banditore e i canali pressoché clandestini a cui sono ridotti i sostenitori della normalità, dei modelli naturali.

A beneficio di chi ha ancora cuore e cervello per reagire, riassumiamo l’articolo di Preciado, ribadendo che non si tratta del delirio di uno spostato, ma del pensiero di un esponente della cultura ufficiale, titolare di cattedra universitaria. Preciado si “limita” ad esigere l’abolizione della famiglia e del matrimonio eterosessuale”.

Preciado muove dall’affermazione che “gli omicidi delle donne nella sfera domestica avvengono nel quadro di una relazione eterosessuale”, per lanciare una serie di sconcertanti asserzioni. Il professore ci informa che “essere un corpo identificato come donna sul pianeta Terra nel 2019 è una posizione politica di rischio”. La prima obiezione è che donne e uomini non sono corpi, ma persone. Quisquilie, come la statistica ufficiale dell’ONU attestante che circa l’ottanta per cento degli omicidi nel mondo vede gli uomini come vittime.

Più interessante la citazione successiva: “viviamo in culture fasciste (ti pareva… N.d.R.) maschiliste neo liberali in cui la violenza viene esercitata su tutte le donne e su tutti i corpi non binari e non eteronormativi”. Non vi è quindi alcuna donna non colpita da violenza, affermazione quanto meno azzardata. Binario ed eteronormativo, nel lessico LGBT, indicano le esecrate categorie della normalità.

Preciado sostiene che “l’eterosessualità è pericolosa per le donne”, invitate ad essere lesbiche come forma di militanza politica. Il seguito è ancora più dirompente: esisterebbe una “relazione silenziosa tra violenza ed eterosessualità”; “la maggior parte degli abusi e della violenza sessuale contro i bambini e le bambine avviene all’interno della famiglia eterosessuale ” La richiesta è scontata, “l’abolizione della famiglia come istituzione di riproduzione sociale”. Infatti “non abbiamo bisogno di sposarci. Non abbiamo bisogno di formare famiglie. Dobbiamo inventare forme di cooperazione politica che vadano oltre la monogamia, l’affiliazione genetica e la famiglia etero-patriarcale”. Si cercano brevetti…

L’articolo insiste con affermazioni incredibili, tipo “dire che ci sono donne naturalmente eterosessuali è fallace quanto …che l’eterosessualità non è un orientamento o una scelta sessuale, ma un obbligo politico per le donne”. La morale – se ci passate il termine – è che le donne sono tutte lesbiche e gli unici uomini non violenti sono gli omosessuali.

Preciado aggiunge che la violenza non è questione di uomini, ma di maschi eterosessuali. Solo tra gli omosessuali regnerebbe la pace. Il riconoscimento della relazione tra violenza ed eterosessualità richiede il cambiamento degli obiettivi della comunità LGBT. “Il movimento gay e lesbico si è concentrato negli ultimi trenta anni sulla legalizzazione del matrimonio omosessuale; un movimento di liberazione somatopolitica oggi mirerebbe ad abolire il matrimonio eterosessuale come istituzione che legittima quella violenza”. Basta dunque con l’antiquata pratica di sposarsi tra uomini e donne.

Che dire, ma soprattutto che fare? La prima reazione, elaborato lo sconcerto, è l’auspicio che l’infezione segua il suo corso. La civiltà che vuole morire merita una fine ingloriosa. Almeno facciano presto. Chiusa la cultura euro occidentale, qualcuno ricomincerà con principi che inevitabilmente saranno quelli orientati alla vita.

Superato il pessimismo radicale, dobbiamo continuare a lottare per la verità, non lasciare campo libero alle culture necrofile che diffondono vere follie. Serve una dottrina del risveglio, imporre di agire alla cultura seria, alle agenzie morali, a partire dalla Chiesa cattolica attardata nei miti mondialisti. Non si può consentire che la libertà di opinione valga solo per gli alfieri della dissoluzione. Bisogna attivare una vigorosa reazione di verità, difendere le generazioni più giovani dai virus sub culturali iniettati nella scuola.

E’ urgente tornare alla realtà e alla verità. Gli eterosessuali, o cis-sessuali sono le persone normali, il loro “orientamento” non è pericoloso poiché rispetta il progetto del Creatore o, se preferite, di Madre Natura.    

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