Il 18 BL corre per strade dissestate lungo i filari, nella notte, nel vento e sotto il cielo stellato, con il suo carico di anime ardenti e di corpi arditi, corpo e anima in camicia nera. Agitano i randelli, il gagliardetto, cantano stonati e rochi, alla cintura il pugnale il revolver e le bombe a mano. Alcuni hanno conosciuto l’ultima trincea, le acque del Piave, l’assalto estremo verso Trieste; altri, troppo giovani all’anagrafe, dentro solo invidia ed emulazione. Vanno a regolare i conti, i camerati caduti sotto il piombo dei “sovversivi”, a devastare le camere del lavoro le cooperative rosse le sedi socialiste e i mobili le bandiere i manifesti un grande falò ad annunciare il giorno a venire aurora e riscossa della Patria. Icone di un centenario, 23 marzo 1919 e seguire.
Lasciamo il terreno degli eventi, lasciamolo agli storici con l’ipocrisia dell’obiettività, delle carte polverose, degli archivi ritrovati – a ciascuno il suo, con buona e sovente mala fede… Senza invidia rancore nostalgia (forse un po’) della cattedra.
Questa mattina una studentessa di Napoli per una tesi in Scienze Politiche è venuta a trovarmi. In mano Stile Ribelle con tante sottolineature a matita. Mi sono chiesto, ancora una volta, se abbia speso bene la mia vita ed anche, con una sottile fitta, se questo raccontare non sia il segno che ormai è finita. Io che ho difeso e privilegiato il linguaggio del corpo… Nuvole scure in cielo bando ai temporali! Altro intendo qui – poche righe – scrivere.
L’immagine, un po’ da cartolina ad uso propaganda, del 18 BL m’è venuta mentre le parole tracciavano quell’universo libertario e fascista che m’appartiene. Una sfida, il suo correre nella notte, uno sberleffo, un grido di rivolta non sono soltanto storia ad alcuni di noi cara. Se ciò fosse – e fosse relegato ad accadimento – allora sì sarebbe il dominio dell’inutile dell’effimero delle morte stagioni. E noi, con loro. Altro voleva essere e noi altro volevamo essere – uno Stile, magari ribelle. Tutte le rivoluzioni si esauriscono nella storia, nel tempo e secondo le circostanze. Vincitori e vinti sotto il medesimo cielo. Monumenti castelli di carta cornici…
Lo Stile ribelle – eco alla chiamata alle armi richiamo ad un “bellum” inesausto – non conosce il riposo di una sosta, non al tradimento della necessità e del contingente. “L’ordine insegue il disordine”, così gli antichi greci. Avversione per il Chaos. Lo Stile ribelle – simile al bambino del “Re è nudo!” – rinnova il canto dello Zarathustra ed impone a sé stesso la nascita di una stella danzante… magari nel rombo del motore di quel 18 BL e in quei volti nella notte arditi e fieri.