Sabato e domenica 1 e 2 febbraio ho partecipato ad un’interessante riunione del Centro di Gravità sul tema “Esplorare il territorio della crisi e disegnare la mappa globale”.
Un numero interessante di uomini di cultura, scienziati, filosofi, docenti universitari, ricercatori, economisti, professionisti hanno dibattuto per due giorni ed hanno portato la testimonianza diretta di quali guasti ha portato nei loro rispettivi settori di appartenenza l’attuale impostazione liberista ed economicista della società in cui viviamo.
Tutti, pur con diverse sfumature, hanno parlato della necessità di porre un freno a questo andamento antiumano che sta prendendo il possesso della vita di ognuno, manifestando la volontà di impegno nella ricerca delle possibili soluzioni, settore per settore, per uscire da questa drammatica crisi.
Il dato più interessante e forse, per certi aspetti, rivoluzionario di questo primo incontro pubblico sta nella diversità della formazione politica e culturale dei partecipanti, in certi casi di provenienza opposta.
Infatti alcuni nomi potrebbero far pensare ad una nuova era dell’impegno.
La molla unificante per tutti è rappresentata dalla necessità di ricostruire una società più a dimensione umana con un essere umano non più destrutturato e ridotto ad oggetto e soggetto di consumo ma ricostruito nei suoi valori essenzialmente spirituali.
Ho respirato in quella sala l’aria di una nuova era tutta da costruire per ridurre il degrado, la relatività e l’abominio dei tempi in essere.
La stessa aria che respiro nelle varie sale d’Italia dove vengo chiamato a presentare il mio ultimo libro e dove trovo tanta gente disorientata in cerca di risposte concrete e solide e tanti circoli che si organizzano con gli stessi obiettivi del Centro di Gravità.
In quelle sedi ho proposto, ricevendo sempre sproni e risposte positive, la costituzione di un Centro Studi Nazionale che abbia tre scopi fondamentali: collegare tutti coloro, circoli, associazioni o singole persone, che sentano la necessità di frenare il grande stato di degrado culturale, etico e sociale della società in cui viviamo; redigere tutti insieme il progetto per invertire la rotta e salvare l’umanità; approntare, nei vari settori, i programmi funzionali al progetto.
Ho ipotizzato e proposto che il Centro di Gravità possa svolgere il ruolo del Centro Studi da me prospettato.
Potrebbe essere e diventare una vera speranza per il futuro da trasmettere ai popoli contro lo strapotere delle centrali finanziarie e globaliste.
Certo, tutti questi fermenti fanno ben sperare, c’è solo da passare dalla fase teorica alla realizzazione pratica affinché tutte le riunioni che si fanno non rappresentino uno sfogatoio di impotenti ma possano diventare una concreta volontà operativa di cambiamento radicale.