Inaspettato: la crisi del Coronavirus fa ritornare il senso di Patria e di Comunità

 

Inaspettato: la crisi del Coronavirus fa ritornare il senso di Patria e di Comunità

Prosegue l’esperimento di controllo sociale messo in atto in occasione dell’epidemia di coronavirus che ha costretto quasi tutti gli italiani a casa.

Gli italiani sono costretti ad ascoltare per ore ed ore tutte le Tv di regime, come unica distrazione, che trasmettono in continuazione informazioni e propaganda. Non è difficile capire che, dietro questa valanga di comunicazioni si nasconde la regia attenta degli specialisti nella comunicazione, che si occupano di trasmettere la psicosi di paura su cui lavorare per manipolare l’opinione pubblica.

Ci sono concetti prioritari che devono passare all’opinione pubblica come quelli che “il governo lavora per voi”, ” tutti assieme con l’Europa (la UE) usciremo da questa emergenza”, con i nostri alleati di oltre Atlantico che ci indicano la strada.

Accade però che non tutti si fidino completamente dei messaggi ufficiali delle Tv e si vanno a cercare altre fonti di informazione su internet, dove si può trovare di tutto. Per ovviare a questa discrepanza, ecco quindi l’avvertimento delle autorità: “attenti alle fake news che circolano sul web”, non prestate fede, sono i complottisti.

Le persone, però, vittime della sottile propaganda di persuasione messa in atto dai media, iniziano ad accorgersi delle contraddizioni evidenti con i dogmi del “Pensiero Unico”.

La prima contraddizione è con il dogma dell’Unione Europea come nostra unica difesa dalle asperità e dalle insidie del populismo.

Con l’occasione della gente tappata in casa ad aspettare notizie circa l’aiuto dell’Europa, accade invece che non solo questo non arriva ma anzi la UE sbatte la porta in faccia all’Italia, chiudendo le frontiere e bloccando i voli per l’Italia, nega gli aiuti, sia quelli sanitari sia quelli monetari.

Nessuna procedura prevista dalla UE per fronteggiare situazioni di emergenza. La UE è solo vincoli finanziari e subordinazione agli interessi prevalenti della Germania. Le mascherine e i presidi sanitari per la rianimazione non arrivano dall’Europa ma ce li invia la Cina, che oltre agli aiuti, ci manda anche dei suoi specialisti che hanno già debellato l’epidemia in Cina.

Allora risultano evidenti, anche ai più ottusi, le balle che ci hanno raccontato.

La realtà è quella miserevole di un paese che ha perso le sue migliori risorse industriali e tecnologiche che lo avevano fatto diventare grande, una potenza industriale manifatturiera, creatasi con l’ingegno e le capacità innovative dei suoi quadri, dei suoi ingegneri, tecnici, operai ed imprenditori. Eravamo un paese che poteva sfidare le nazioni più avanzate sul loro stesso terreno perché disponeva di persone di ingegno e di talento, di personaggi come Enrico Mattei, Enzo Ferrari, Giulio Natta (l”inventore della plastica) e tati altri che hanno contribuito a realizzare il miracolo economico degli anni ’50 /’60. Un miracolo che si poté realizzare quando l’Italia aveva uno Stato che emetteva una sua moneta che era garantita dalla Banca d’Italia, quale prestatore di ultima istanza e lo Stato italiano aveva la sua partecipazione nelle industria mediante l’IRI.

L’avvento del liberismo sfrenato, delle privatizzazioni e degli agenti della finanza, che hanno smantellato tutto il nostro patrimonio, ceduto all’estero in nome dello slogan “più mercato e meno stato”, ci ha ridotto come siamo adesso, non più in grado di produrre neppure le mascherine e i presidi sanitari.

Adesso però abbiamo l’euro, una moneta emessa da una banca privata a cui lo Stato deve andare a chiedere i soldi per pagare le spese pubbliche, inclusi i presidi sanitari che il governo deve acquistare nelle emergenze. Un “vero progresso”, non siamo più padroni di niente e dipendiamo dagli altri che, quando vogliono, ci sbattono la porta in faccia.

Ci dicevano che “lo richiedono l’Europa e i mercati”. Grazie a questi profeti del mondo globalizzato siamo stati messi fuori dal novero dei paesi avanzati e oggi dipendiamo dagli altri per qualsiasi cosa. Grazie all’Unione Europea.

I discorsi retorici del presidente Mattarella sull’Europa non bastano più e stanno studiando come evitare che la gente ritorni fatalmente ad accarezzare i concetti di Patria e di Nazione.

Il fatto che possa ritornare nella gente il senso della comunità di destino sarebbe molto negativo per l’elite dominante che vede con preoccupazione la gente che si affaccia dai balconi a cantare l’inno nazionale per scacciare la paura e darsi coraggio. Un vento di ritorno del nazionalismo sarebbe una vera iattura per le centrali mondialiste.

Non sono bastati tutti i miliardi di Soros elargiti alle varie organizzazioni che promuovono la “società aperta” per annientare del tutto il senso di Patria, quando meno te lo aspetti risorge nella gente, come un afflato insopprimibile.

Un barlume di speranza per questo disgraziato paese.

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