APPROFONDIMENTI: la dittatura dei cretini

 

APPROFONDIMENTI: la dittatura dei cretini

Platone ebbe a dire, nel capitolo VIII de La Repubblica, che la “democrazia muore per abuso di sé stessa. Prima che nel sangue, nel ridicolo”. Nella situazione attuale, con un intero popolo recluso per paura di un nemico invisibile, tale affermazione appare concreta e tragicomica al contempo.

Se non avessimo a che fare con dei governanti che si sono distinti, oltre che per assenza di moralità, per una conclamata incapacità, dovremmo aver paura. Basti pensare a come, in uno stato democratico, un presidente eletto da nessuno e mai candidato da alcun partito, abbia imposto una reclusione forzata a tutta la popolazione. Una cosa mai avvenuta nella lunga storia d’Italia. Neppure nelle peggiori dittature mai immaginate o viste nei film. Eppure è vero, non è un incubo e la stiamo subendo tutti. Nessuno escluso!

Qualcuno potrebbe pensare che io stia vaneggiando, forse in preda ad un attacco di claustrofobia causata dalla segregazione in casa. Ma la mia è una lucida analisi fatta senza cadere nella trappola della paura da contagio. Senza lasciarmi condizionare dagli insistenti “consigli” propinati ogni tre minuti dal mainstream.

I fatti

Tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 scoppia a Wuhan, in Cina, un’epidemia di cui si conosce poco. Tuttavia, dalla risolutezza del governo cinese, appare subito evidente che si tratta di una cosa molto seria e pericolosa. Ai primi di gennaio le autorità cinesi iniziano ad isolare la città e l’OMS conferma l’epidemia. Pochi giorni dopo il governo cinese mette in quarantena la città di Wuhan e successivamente la provincia dell’Hubei con 60 milioni di persone.

L’OMS alza il livello di pericolosità della Cina a “Molto Alto” e tante nazioni, come la Russia, chiudono i confini con il paese asiatico e mettono l’obbligo di quarantena per coloro che arrivano dalle zone rosse.

Nello stesso tempo, dopo che il governo Conte chiude i voli diretti, mentre le opposizioni chiedono una chiusura totale e quarantena per coloro che arrivavano dalle zone a rischio, i partiti di governo lanciano una campagna contro la paura ed il razzismo a base di aperitivi di massa ed incontri con la comunità cinese in Italia. Le sardine organizzano addirittura flash mob con abbracci in strada tra persone sconosciute.

Il 21 febbraio, oltre due mesi dopo l’inizio dell’epidemia in Cina, quando ormai il contagio è diffuso, il governo capisce che il tempo degli aperitivi è finito. Decide pertanto di emettere un’ordinanza che impone a dieci comuni della Lombardia l’isolamento. Decreto dopo decreto, si arriva al 9 marzo quando viene imposta una quarantena a livello nazionale, limitando i viaggi tranne che per necessità, lavoro e circostanze sanitarie.

Progressivamente la quarantena diventa sempre più rigida, con controlli sempre più intensi e misure che prevedono pene detentive fino a 12 anni. Questo mentre nelle galere scoppiano sommosse a cui il governo reagisce promettendo prima e liberando dopo numerosi detenuti. Anche loro in quarantena a casa, come tutti gli italiani onesti.

Al contempo, mentre il popolo è costretto agli arresti domiciliari, bande di spacciatori girano indisturbate per i parchi delle città e le ONG, quelle dei porti aperti, continuano a portare clandestini in Italia in deroga alle norme restrittive imposte. Addirittura il ministro degli interni, in un periodo do grande emergenza con le forze dell’ordine impegnate a tempo pieno, propone di distribuirli sul territorio nazionale in modo diffuso.

La verità del mainstream

Come se fossimo a reti unificate, mentre divampa l’epidemia, le televisioni nazionali appaiono sempre più come canali di regime. Un uomo solo al comando, senza essere stato mai da nessun italiano votato, decide in modo autoritario le sorti di un’intera nazione, utilizzando come una star la sua pagina Facebook personale per comunicare un decreto che non è stato ancora promulgato.

Le televisioni, piuttosto che chiedersi dove sia finito il parlamento e le prerogative costituzionali, osannano il metodo “Italia” come vincente e copiato in tutto il mondo. Eppure, analizzando con attenzione i numeri, appare evidente come grande sia il fallimento del metodo “Conte”, così come andrebbe nella sua drammaticità chiamato.

Il metodo Conte è davvero in testa, ma in una classifica che non avremmo mai voluto vedere: siamo la prima nazione per numero complessivo di morti. Il doppio della Cina, che ha oltre un miliardo di abitanti, rispetto ai nostri soli 60 milioni.

Un disastro avvenuto nonostante i due mesi di preavviso. Quando in Cina l’epidemia era evidente e chiara in tutta la sua gravità, cosa faceva l’ex avvocato del popolo? E i suoi sponsor Zingaretti e Di Maio? E le masse di cialtroni con i cartelli a forma di pesce?

Questo il mainstream non lo spiega. Anzi continua a bombardarci di messaggi e raccomandazioni. Una comunicazione ossessiva come mai, in nessuna dittatura, era avvenuta prima. Nei vari salotti televisivi, ormai in diretta streaming, vengono invitati solo personaggi concordi con la necessità di tenere o intensificare le misure restrittive intraprese. Nessuno a chiedersi se sia davvero la scelta giusta, quella più sensata, quella più efficace. Soprattutto visti i disastri fino ad ora accumulati.

Una delle poche voci fuori dal coro è quella di Vittorio Sgarbi che in uno dei suoi soliti show ha fatto una domanda alquanto interessante: ma perché non vengono invitati ad esporre la propria opinione persone preparate come il virologo Giulio Tarro? Forse perché in antitesi al pensiero unico dominante? Eppure nel 2018 è stato premiato a New York come miglior virologo al mondo!

La dittatura dei cretini

Tra i tanti dubbi e perplessità una cosa appare certa. Senza l’esplosione della crisi legata al coronavirus questo governo sarebbe finito per mano dei due Mattei. Appare quindi evidente che Conte, il premier che conosce bene la sua fragilità politica, abbia interesse affinché l’emergenza possa in qualche modo prolungarsi nel tempo.

Aver scelto il metodo “Wuhan”, ma con applicazione all’italiana, appare decisamente strano. In Cina, una delle più rigide dittature al mondo, il regime è riuscito a bloccare la popolazione in quarantena con divieti assoluti. In questo modo, in meno di due mesi, il contagio appare ormai sotto controllo. Magari i morti non saranno 3000, come le fonti ufficiali vorrebbero farci credere, ma le criticità sono state risolte.

In Italia il modello ispiratore per l’intervento è stato simile. Simile ma diverso.

Il governo Conte – Giggino-Zingaretti, piuttosto che bloccare tutto come in Cina, dopo aver repentinamente cambiato idea riguardo alla pericolosità del virus, si è mosso per gradi, creando confusione e panico tra la popolazione. Qualcuno potrebbe chiedersi il perché non è stata decisa un’azione forte come in Cina ma piuttosto si è andati avanti per decreti sempre più restrittivi. Ma la scelta appare dettata da ragioni meramente elettorali piuttosto che scientifiche.

Applicare una chiusura totale, con relativa quarantena per coloro che arrivavano dall’estero, sarebbe stata una consacrazione delle misure previste dal pensiero salviniano. Uno smacco totale per la politica dei porti aperti e dell’accoglienza illimitata.

Una progressiva chiusura, invece, anche se non avrebbe risolto il problema della diffusione del contagio, avrebbe risolto quello della tenuta ad oltranza del governo. Soprattutto in assenza di opposizione in parlamento. Quest’ultimo, nei fatti, è stato messo in quarantena come il resto del paese!

Grazie alla manipolazione dei mass media, inoltre, il problema delle incapacità del governo a gestire la situazione è stato dirottato sulla indisciplina dei cittadini. All’improvviso la causa del propagarsi dell’epidemia e del numero dei morti in costante crescita non deve essere imputabile, ad esempio, ai 35 miliardi di tagli alla sanità avvenuti negli ultimi 20 anni, ma bensì al cittadino che decide di andare a correre o a colui che porta il cane a passeggiare nel parco. Una follia priva di qualunque conferma scientifica.

Il metodo è vecchio ed è stato usato abbondantemente in passato. Oggi è utile per alimentare lo scontro tra le diverse visioni di pensiero deviando la rabbia del popolo rispetto ai veri responsabili: i governi liberisti degli ultimi 20 anni!

Conte conta poco. E’ solo un esponete di una classe politica asservita al grande sogno di egemonia delle élite fautrici del pensiero unico liberalista.

Élite che sogna la dittatura dell’economia sulla politica e che per farlo ha bisogno di incapaci: una dittatura dei cretini. Una forma di comando nella quale chi non conta nulla, ma ama apparire, finisce in Tv, mentre chi detiene il potete lavora dietro le quinte.

Che ci ha raccontato, nel passato recente, come sarebbe stato bello e conveniente l’Euro. La moneta che ci ha tolto la sovranità monetaria. Che ci impone di contrarre debito reale in cambio di valore nominale.

Che ci ha spiegato quanto importante e opportuna sarebbe stata la delocalizzazione delle nostre imprese in Cina. Grazie alla quale oggi dobbiamo pregare, oltre che pagare, affinché ci arrivino delle mascherine necessarie per non morire.

Che ci ha chiesto di rinunciare a parte di sovranità popolare a favore di quell’Europa che oggi ci sequestra prodotti sanitari regolarmente acquistati per le loro esigenze interne. Una solidarietà europea per cui ci hanno obbligati a manovre economiche fatte col sangue!

Cosa si poteva fare

Contrariamente a come fanno i contestatori senza idee, quelli del “contro” anziché del “pro”, è importante provare a dare delle soluzioni. Ai fucili non ci si può opporre con le margherite. Nei tempi di grande crisi, quelli con le margherite, spariscono senza lasciare tracce. Attendono che la tempesta sia passata per poi tornare a farci la morale!

In una situazione come quella odierna, menomata dalle scellerate politiche liberiste, attuare lo stato d’emergenza andava fatto. Ma le scelte seguenti sono state sbagliate nei modi e nei tempi.

Occorreva concentrarsi su tre direttive principali. Prima di tutto era indispensabile attuare un blocco delle frontiere con quarantena obbligatoria per tutti coloro che mettevano piede sul territorio nazionale, sia italiani che stranieri.

Seconda cosa da fare era applicare un’economia di guerra per cui lo stato convertiva immediatamente molte industrie nella produzione di strumenti medicali come mascherine, respiratori, disinfettanti e quanto necessario all’emergenza. Le procedure per l’approvazione delle certificazioni dovevano avvenire in 24 ore, senza la burocrazia di grillina concezione. Tutti i prodotti dovevano essere inviati in primis alle strutture ospedaliere, poi ai medici di base ed infine, ma senza indugio, a tutte le famiglie.

Infine, una volta inviate in modo gratuito mascherine e disinfettanti alle famiglie, obbligare le persone all’utilizzo dei dispositivi in luoghi pubblici, pena l’arresto. Limitare, ma senza chiudere, l’accesso agli esercizi commerciali come bar, ristoranti e supermercati. Vietare gli eventi di massa.

In questo modo il contagio non si sarebbe arrestato ma avrebbe rallentato. Quello che serviva per non far collassare il sistema sanitario nazionale. In questo modo non si sarebbe fermata l’intera nazione che, alla ripartenza, dovrà fare i conti con una crisi di immane dimensione.

Cosa dobbiamo fare

Visto che al comando non ci sono grandi uomini ma solo piccoli personaggi in cerca di gloria, proviamo a capire le possibili soluzioni per il futuro prossimo. Nel passato non possiamo tornare, ma il futuro è ancora da scrivere e purtroppo, se continueranno ad esercitare il potere coloro che lo hanno fatto negli ultimi anni, della nostra Italia resteranno solo rovine.

E’ indispensabile promuovere una rivoluzione culturale capace di stravolgere la politica degli ultimi anni.

Innanzitutto occorre abbandonare definitivamente ogni dogma liberista di cui tutti i recenti governanti si sono fatti promotori. La società deve essere plasmata sull’idea che, pur rimanendo sacra la proprietà individuale, la produzione di beni e servizi deve essere finalizzata al benessere della comunità piuttosto che al profitto individuale.

I settori strategici dello stato, e quindi della comunità, devono essere nazionalizzati: telecomunicazioni, trasporti, sanità, ed istruzione. Identica cosa per i beni di prima necessità: acqua, energia elettrica e gas.

La produzione industriale, in particolar modo quella strategica, deve seguire le direttive del governo. Produzione di auto, mezzi pesanti, navi ed aerei devono avvenire di concerto con l’interesse nazionale.

Per attuare questa rivoluzione occorre avere un punto di partenza. L’uscita dall’Unione Europea diventa indispensabile.

Pur amando l’idea di Europa, ma quelle dei popoli e delle piccole patrie, pensare di modificare l’unione è oggi impensabile. Germania e Francia non lo permetteranno! I loro governi, come il nostro, sono l’emblema delle élite dominanti.

Uscire dall’unione, e di conseguenza dalla moneta unica, darebbe un nuovo slancio alla nostra economia. Le industrie italiane tornerebbero ad essere competitive. L’eventuale limitazione nelle esportazioni in seno all’unione europea sarebbe compensata dalla libertà a trattare direttamente nuovi accordi commerciali, dalla Russia agli USA. Per non parlare del Mediterraneo, il mare nostrum, che ci ha reso grandi. Accordi commerciali con gli stati costieri del Mediterraneo ci permetterebbero di esercitare un potere economico e politico impensabile ai tempi dei governi fantocci della cosiddetta seconda repubblica.

Ma la cosa più importante è che finalmente, dopo aver ceduto la sovranità monetaria prima alla banca d’Italia e successivamente alla BCE, il popolo italiano tornerebbe a riappropriarsi del diritto di signoraggio. L’unico strumento capace di abbattere il debito pubblico che ci ha reso schiavi. La più importante arma di cui ci siamo privati! Mi correggo…di cui ci hanno privato!

Una speranza

La grande pandemia che stiamo affrontando, oltre alla scia di dolore, privazioni e sangue versato, avrà degli effetti sulle coscienze dei singoli. Sono sempre più le persone che, pur segregate in casa, si pongono delle domande.

Interrotta la quotidiana frenesia imposta dalla vita moderna, tanti uomini e donne finalmente possono dedicare del tempo ad informarsi. La domanda alla quale molti cercano risposta è come mai siamo arrivati a questo punto? Davvero la società liberista è la migliore possibile?

Mentre il governo dei cretini toglie tutte le libertà, garantite dalla costituzione, senza aver promulgato alcuna legge valida, sempre più persone si stanno svegliando.

Non sono i gretini manipolati dal mainstream. Non sono le zucche vuote che tengono cartelli ittici senza senso. Sono coloro che ancora pensano con la propria testa.

Abbiamo ancora una speranza!

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