Il distanziamento sociale per fermare idee e virus

 

Il distanziamento sociale per fermare idee e virus

Una società asociale, nella quale sarà difficile (se non impossibile) dialogare col proprio prossimo in assenza di supporti tecnologici (telefono, videoconferenze, internet, chat, social, skype) e chi fuori dalle rigide regole non godrà nemmeno dell’economia gocciolata, d’una sorta d’elemosina di sistema.

Quest’ultimo ha sulle prime perso (in parte) il controllo della situazione, ma solo per un paio di giorni dopo l’esplosione dell’epidemia a Wuhan, ma la situazione è stata ghiotta per accelerare sul programma occidentale d’isolamento sociopolitico. Una metodica planetaria di riduzione delle libertà politiche e democratiche individuali, al fine di poter controllare quello che secondo alcuni scienziati sarebbe il primo fattore d’inquinamento del pianeta, ovvero il fattore antropico. L’uomo che con le sue molteplici attività, con la non controllata capacità d’impresa, mette su attività artigianali e pseudo-industriali per il solo guadagno immediato o in un tempo programmato (come nel caso dell’economia da settore primario, l’agricoltura).

L’incontro tra scienziati ed economisti era stato programmato dai potenti della Terra dopo che Papa Francesco aveva partecipato al Sinodo dell’Amazzonia: lì il vicario di Cristo aveva detto apertamente che avrebbe avversato, con lo spirito e con la fede, ogni progetto che (con la scusa dell’ecologia integrale) avrebbe ridotto interi popoli in una sorta di servitù della gleba di pochi potenti. Ecologia si ma schiavitù no, questo in sintesi il diktat di Papa Francesco. Il Sinodo s’è svolto dal 6 al 27 Ottobre 2019 (due mesi prima dell’inizio pandemia in Cina) coinvolgendo Bolivia, Brasile, Colombia, Perù, Venezuela, Suriname, Guyana e Guyana francese. Evento subito percepito dai signori dei grandi fondi finanziari Usa come una sorta di ribellione del presule Bergoglio verso chi lo aveva gradito al Soglio di Roma: ricordiamo tutti come nel 2013 la sua elezione (meglio sarebbe dire subentro a Papa Benedetto) sbloccava quelle riserve auree vaticane congelate in Usa. Ma il Papa sudamericano avrebbe deciso di ribellarsi, di non sottostare al “controllo sociale” per motivi politico-economici.

Perché il programma di distanziamento sociale, per il momento fissato sino ad inizi 2023 (in quell’anno dovremmo votare politicamente), non blocca solo le adunate di fedeli ma anche la diffusione di idee, filosofiche, letterarie, politiche. Di fatto l’Occidente, sulla scorta dei controlli usati in Cina, ha deciso di munirsi di strumenti utili a limitare la privacy, la libertà individuale, la capacità economica e produttiva individuale e, soprattutto, la possibilità di diffondere idee, notizie e programmi politici. Tutto questo si chiama politica del “contenimento sociale” realizzata attraverso strumenti (leggi e metodi di polizia) di “distanziamento sociale”.

In questa politica s’inseriscono di buon grado Facebook, Instagram e Whatsapp, social network di proprietà di Mark Zuckemberg che, dopo alcuni problemi, ora è entrato a pieno titolo nel salotto dei gestori dei fondi finanziari: non è un caso che Facebook abbia bollato il presidente brasiliano Bolsonaro come “diffusore di fake news”, quindi disinformatore, operazione che Facebook opera verso chiunque tenti di scrivere del fondo occulto della Clinton (ove lavora il meglio di Black Rock) o delle operazioni finanziario-umanitarie di Soros o sul misterioso fondo “Hedge Fund Bridgewater” che ha scommesso sulla pandemia (annovera tra i suoi consulenti due componenti dell’Oms).

E veniamo al “contenimento sociale” in Italia, perché lo ha detto lo stesso Conte che non torneremo più al vecchio modello di “contaminazione sociale”: ovvero mai più tutti al bar a farci l’aperitivo, nemmeno tutti insieme allo stadio, le feste (anche in casa) verranno monitorate dalle forze di polizia, mai più grandi manifestazioni di protesta… L’elenco è davvero lungo e difficilmente dopo il 2023 si potrà tornare a quel modo di vivere che per noi era libero. Evitiamo citazioni dotte, circa una ventina d’anni fa un pensatore aveva già previsto che metà della popolazione mondiale che lavora avrebbe svolto il compito di controllare l’intero pianeta, forse fatta eccezione per qualche aborigeno tribale e pochi eskimesi. Ciliegina sulla torta, nelle aule di giustizia stanno per riprendere i processi, rigorosamente a porte chiuse, senza nemmeno l’imputato ed il suo avvocato. Sotto i sei anni di reclusione non ci sarà bisogno delle parti. Ai condannati non rimarrà che fare appello, e la ministra dell’Interno Lamorgese ha detto “nessuna comprensione per gli atti d’intolleranza di chi vive ai margini”. Tra i programmi governativi è prevista una revisione della libertà di stampa e d’opinione, nonché un controllo delle opposizioni non presenti parlamentarmente. Ecco come la Cina ha ispirato, oltre il virus, la cultura occidentale di governo.

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