Unione Europea uguale Germania: l’equazione sbagliata

 

Unione Europea uguale Germania: l’equazione sbagliata

Esiste un’equazione scontata e a quanto pare indiscutibile nelle coordinate di molti sovranisti, anche di quelli più autentici; Unione Europea uguale Germania. Negli ultimi tempi, complice anche la crisi dovuta all’emergenza Covid-19, il furore antitedesco è diventato pandemico pure quello, e si è acuito a dismisura. L’Unione Europea vacilla sotto il peso della ottusità e dell’avidità dei suoi tecnocrati, e un’ondata di orgoglio nazionale investe l’Italia; da Conte che sembrava dovesse rifiutare il MES, a Mattarella che telefona indignato per la “gaffe” della signora Lagarde.

Bene, ma non benissimo, se pensiamo che tutto ciò è tenuto insieme, almeno al livello della nebulosa intellettuale in cui ancora orbita il sovranismo, da un mastice errato e deleterio, quello del sentimento antitedesco appunto. Quando viene mossa qualsiasi sacrosanta critica all’Unione Europea, sempre si fa riferimento alla Germania, quasi come se Berlino fosse l’Unione Europea, o peggio ancora, fosse la nazione che detta la linea economica dell’Unione Europea.

Così facendo si fanno molteplici errori, e si allontana la traiettoria delle possibilità politiche dall’obbiettivo. Il primo errore è considerare l’Unione Europea come qualcosa di reale, essa infatti non è altro che un’entità anonima e spietata, un fantoccio storico che ha sempre custodito nelle sue viscere un mosaico di forti fisionomie nazionali – o meglio di due fortissime fisionomie nazionali, francese e tedesca – con una cessione di sovranità solo parziale e sempre calcolata in funzione di un tornaconto privato. Un non luogo quindi, di speculazione finanziaria e interesse privato, che niente ha a che fare con l’Europa, quella vera, quella gloriosa civiltà che per cinquemila anni è stata il centro politico, economico e culturale del mondo, e che dopo la sconfitta del ’45 è stata divorata e spartita dai materialismi della storia.

Chiaro è che dopo l’89 e la riunificazione tedesca, il tema del “superstato” europeo è stato tenuto in piedi in maniera fittizia, per alimentare e implementare le possibilità di speculazione finanziaria, poiché soltanto gli stolti potevano pensare che la Germania di nuovo unita sarebbe stata al gioco comune (che ripetiamo in realtà non esiste), e non avrebbe invece cercato di giocare da potenza regionale qual è effettivamente.

Il secondo errore madornale che i signori sovranisti o presunti tali commettono, è quello d considerare reali ed effettivi i confini attuali della Germania, nazione umiliata due volte e smembrata dagli avvoltoi internazionali, una volta tornata unita sotto la Repubblica Federale, a poco a poco ha ripreso terreno – in senso economico e politico si intenda – ed ha spostato l’equilibrio geopolitico europeo verso est, nella sua naturale area d’influenza. Del resto, Germania significa da sempre “Mitteleuropa”, e questa sì, è un’equazione reale e da tenere bene in mente. Questo spostamento dell’asse verso est ha gettato le basi negli anni per una collaborazione fruttuosa con la Russia post-eltsiniana, non più protettorato americano, e pronta a tornare in auge tra le potenze mondiali. Mosca e Berlino, un incubo costante nella mente degli USA, che sempre hanno temuto le possibilità infinite di un connubio tra il comparto energetico russo e industriale tedesco, tanto che tutte le operazioni di “balcanizzazione” avvenute in Europa – dalla guerra dei Balcani appunto, fino alla recente questione Ucraina – avevano tra i vari fini, quello di creare zone cuscinetto militarizzate tra le due nazioni, così da scongiurare quello che per gli USA risulterebbe essere appunto un incubo.

“Ognuno per sé e Dio per tutti”, questo insomma sembra essere la sintesi dello spirito comunitario di cui tante volte gli europeisti convinti ci hanno parlato. La Germania difende la sua area di influenza e si allarga ad est, la Spagna gioca il ruolo di comparsa e punta lo sguardo verso le ex-colonie in Sudamerica, la Francia estromette l’Itala dalla gestione del Mediterraneo e continua ad essere il cuore pulsante dell’Europa Occidentale, la Gran Bretagna entrata con un piede solo, ha già levato le tende. E l’Italia? Come al solito non pervenuta, nello scacchiere geopolitico europeo, dove i rapporti tra le Nazioni sono evidentemente rapporti di forza modellati sull’interesse nazionale, l’Italia è assente, e preferisce evidentemente continuare ad essere la colonia preferita degli USA, fiera del suo ruolo di “portaerei” a stelle e strisce nel Mediterraneo.

Il problema quindi non è la Germania, che tiene la barra dritta verso le sue prospettive, verso i sui interessi economici e riacquista piano piano l’influenza che aveva perso sotto il peso dei cingoli sovietici e dei bombardieri americani, ma l’Italia che continua a barcamenarsi tra una questione Nord-Sud volontariamente mai risolta, e tra innamorati dei tecnocrati di Bruxelles e sovranisti antitedeschi come se fossimo nella Prima Guerra Mondiale. Fa male dover ammettere che, l’unico piano sul quale nessuno litiga e nessuno discute, è quello del servaggio atroce che subiamo nei confronti degli USA.

In conclusione, la posizione antitedesca “tout court” di molti sovranisti, e mi rivolgo in questo senso a quelli autentici, cioè agli antiliberisti, è deleteria e totalmente errata, sia da un punto di vista storico che ideologico. Questo posizionamento nasce da un duplice errore di prospettiva: attribuire una parvenza di realtà a un’Ue che non esiste e prendersela contro le legittime aspirazioni della Germania, quasi come se fossero i “compiti a casa” che facciamo per il padrone americano. Da sottolineare come l’animo autenticamente antiliberista di molti movimenti sovranisti, vada perso annebbiato da questo furore antitedesco che in realtà porta acqua abbondante al mulino del vero neoliberismo, che non è quello teutonico ma quello angloamericano. L’Unione Europea probabilmente cadrà, e questo sarà molto positivo, ma il risultato non sarà la conquista della sovranità nazionale, bensì la promozione dell’Italia a cinquantunesima stella sulla bandiera USA, poiché nessun’altra strategia è stata pensata, messa in atto, nessun altra possibilità è stata vagliata, e la classe politica che ci “rappresenta”, da destra a sinistra, è costituita da un élite di servi, sciocchi, incompetenti e con nessuna lungimiranza. Cosa buona sarebbe stata quella di stringere una più ampia collaborazione italo-tedesca, connessione fondamentale per l’esistenza della civiltà europea, di cui la storia sempre ha mostrato i risultati positivi, e che rappresenterebbe ancora oggi un altro incubo per il vero padrone, simile a quello del connubio russo-tedesco di cui sopra.

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