APPROFONDIMENTI: Come topi nel laboratorio dell’ingegneria sociale

 

APPROFONDIMENTI: Come topi nel laboratorio dell’ingegneria sociale

AVVISO AI LETTORI: articolo volto a suscitare una riflessione libera e critica. Si astengano coloro che tacciano di complottismo o simili; benvenuti quanti hanno onestà intellettuale ed accettano la pluralità di pensiero.

Scrivo questo articolo a seguito di giorni di riflessioni ad approfondimenti su più frontiere dello scibile umano. Non potrò, per motivi di format editoriale, citare tutte le numerosissime fonti che ho analizzato con attento discernimento, né tantomeno è indispensabile farlo per conseguire il fine, il perché di questo articolo. Lo scopo è, infatti, quello di far riflettere, e per fare ciò è sufficiente seguire gli schemi della logica, grazie ai quali è possibile istituire un ragionamento che sia valido e, si spera, veritiero. Di più, ritengo che sia essenziale analizzare certe dinamiche metapolitiche e sociali per proseguire nell’arduo compito della ricostruzione di un pensiero forte, la cui etica sia quella del Bene comune e della piena realizzazione e felicità di ogni persona.

Leggendo di tutto e di più, come certamente molti di voi hanno fatto, mi sono domandato ad un certo punto: e se fosse tutto come sembra? Se ci fosse sotto a quanto sta accadendo una architettura più o meno precisa? Ho ripreso allora qualche vecchio manuale di comunicazione sociale, di psicologia sociale e di sociologia per rispolverare una materia alquanto interessante, l’ingegneria sociale, vale a dire quella scienza – sottolineo scienza, dunque con un oggetto di studio, un metodo ed un linguaggio condiviso – che si occupa dello studio degli atteggiamenti e dei comportamenti sociali e di come questi vengono influenzati da soggetti che hanno il potere e la capacità di farlo; ma anche la strutturazione e programmazione di attività e piani sociali, per gruppi ristretti o per la massa, con l’intento di ottenere un certo risultato.

Forse a qualcuno potrà sembrare un discorso utopico, eppure nell’ingegneria sociale ci siamo immersi, o forse ne siamo i topi da laboratorio inconsapevolmente: la pubblicità è il primo lampante esempio, ma anche la propaganda politica e, in particolare, la diffusione dei mass media e il loro utilizzo.

Attenzione: solo perché una cosa può sembrarci “impossibile”, non significa che lo sia. Il male nel mondo è molto più di quello che tanti pensano e i figli delle tenebre, per parafrasare il Vangelo, sono più scaltri dei figli della luce.

Ora, esporrò di seguito lo schema di ragionamento che ho pressoché messo insieme e che vuole essere un invito alla riflessione, ma una riflessione onesta, attenta, che spinge il pensiero critico all’indagine delle informazioni, alla verifica, all’osservazione della realtà fattuale. Alla fine a voi il giudizio.

Esiste, sin dai tempi antichi, un motto, adottato in particolare dalla massoneria internazionale, che recita “Ordo ab Chao”, vale a dire “dal Caos, l’Ordine”. Queste parole sono molto emblematiche: trarre un ordine dal caos richiede una grande fatica demiurgica, una scienza ben precisa ed una capacità tecnica non da poco, dovendo considerare l’enorme quantità di fattori che concorrono all’ordine, il quale è per natura costituente l’universo ma che, nel caso di un ordine della società e della vita umana, implica un discreto e attento lavoro.

Questo Ordo ab Chao si articola in tre punti fondamentali: 1) un evento provoca caos e panico; 2) una soluzione emerge per far avanzare una élite con i suoi interessi; 3) la società cambia senza opporre resistenza.

Se a qualcuno può sembrare fantascienza, invito a rileggere la storia di molti eventi politici e sociali degli ultimi tre secoli in particolare, applicando questo schema: vi renderete conto che non è poi tutto così “impossibile”.

Prendiamo in analisi la nostra Italia e la situazione che stiamo vivendo in questo momento di emergenza sanitaria. Tratteggio i punti salienti, senza la pretesa di essere esaustivo, riferendomi a quanto basta per tessere una probabile trama.

Giunge un virus, che sia del tutto naturale o manipolato in laboratorio non è questa la sede per determinarlo. Questo essere microscopico si diffonde a macchia d’olio in tutto il mondo globalizzato nel giro di pochi giorni, più o meno come succede a tante malattie, ma gli viene data una discreta rilevanza su tutti i mezzi di comunicazione e comincia il doloroso calvario che tutti abbiamo ben presente. Il Governo italiano arriva con un certo colpevole ritardo, fermandosi prima a fare l’aperitivo e gli abbracci gratis, per poi far sprofondare drammaticamente tutto il Paese in zona rossa, come nei film apocalittici. Siamo davanti ad un blocco della vita normale delle persone.

Questo blocco avviene con una appropriazione illegittima di poteri, andando contro la Costituzione, contro i diritti e le libertà fondamentali, contro l’ordinamento giuridico che, non dimentichiamolo, fa riferimento come fonte primaria alla tanto incensata Costituzione più bella del mondo – bella da osannarsi ma impiegata come carta igienica dai nostri politici che su di essa hanno giurato all’inizio del loro mestiere. Vi è qui la sospensione della certezza del Diritto e del funzionamento del sistema giuridico. Scordatevi tutto quello che avete sempre studiato o creduto: ora comandano “loro”, punto e basta. Ah, la democrazia non serve più, era comoda solo in campagna elettorale. Arrivederci. Forse.

Si instaura quello che in gergo si chiasma uno “stato di polizia”: le forze armate e dell’ordine vengono impiegate per far rispettare le inique norme. Tutti abbiamo istintivamente paura di un fucile puntato e (per fortuna) nutriamo ancora un certo rispetto davanti ad una divisa. Partono i controlli a tappeto, tutto viene messo sotto scacco, guai a chi infrange le nuove regole.

Nel frattempo, i mass media eseguono gli ordini e fanno una vera e propria propaganda: in TV si parla solo di quanto sia tutto terribile, di come sia necessario rispettare queste nuove regole, di quanto siano buoni colori che ci governano, di quanto sono cattivi coloro che dissentono; si invitano sempre i soliti esperti, e solo loro, sospendendo anche le norme della pluralità d’opinione prevista nelle normative della comunicazione di massa; si diffonde un pensiero ben determinato. La TV, si sa, è la vera maestra degli italiani, che pendono dal bussolotto attaccato alla spina, meglio ancora se in alta definizione e con l’impianto audio aggiornato. Vogliamo parlare dei social media? Ah, un capolavoro: Facebook, Twitter, Instagram, Whastapp, Tik Tok e chi più ne ha più ne metta, vero laboratorio di instupidimento delle masse, passano la stessa cantilena in maniera più o meno subliminale.

Il ministero della verità, come lo chiamava il profeta scrittore George Orwell nel suo romanzo 1984, è ora attivo. Si deve pensare solo una certa cosa, in un certo modo, e qualsiasi contrarietà o dissenso deve essere messo a tacere, con la censura – come è successo ripetutamente in questi giorni – o con altri metodi meno ortodossi.

Tutto questo per quanto tempo? Non ce lo fanno sapere di preciso, è tutto un rimandare di volta in volta. Il presidente del Consiglio fa incetta di fan sui social, studiandosi bene le tempistiche con cui apparire nelle dirette, il target del pubblico, le parole da usare, gli scivoloni da fare e la drammaturgia bieca che fa sempre scena in una demagogia. Tante promesse, tante proposte, ma niente di concreto, niente che si realizza. Il lungo periodo di tempo, però, ha un preciso obbiettivo: cambiare le abitudini e far accettare passivamente la nuova condizione. Gli psicologi, ma anche gli studiosi di marketing, lo sanno: lunga andare si accetta tutto, si modificano i nostri usi e costumi, siamo esseri abitudinari, è il principio stesso dell’apprendimento, sono nozioni elementari che fanno quasi ridere. Anzi, peggio ancora: chi non si adegua viene additato come un ribelle, un sovvertitore, un nemico del bene comune, bene che per altro non è chiaro quale sia e che fino ad un istante prima non avevano mai preso in considerazione, e di certo non lo faranno ora.

In tutto questo pastrocchio, l’economia, che fino all’altro ieri pareva l’unico dio che i politici adoravano, viene distrutta, ma solo dove e come serve. Certi settori restano non solo produttivi, ma anzi crescono a dismisura, come quello farmaceutico e quello bellico (perché, c’è una guerra?). Per la stragrande maggioranza delle persone invece bisogna stringere i denti, raschiare il fondo che già da 14 anni ci fanno raschiare, in una crisi economica che pare infinita, alla quale, chissà perché, nessuno mai è stato capace di trovare una soluzione. Ci vengono chiesti sforzi, ci viene detto che stanzieranno tanti soldi sparando numeroni giganteschi, che calcoli alla mano sono microscopici rispetto alle vere cifre dell’economia italiana e mondiale e che quindi non serviranno proprio a niente, per poi arrivare a dirci che, per il nostro bene, ci dovremo indebitare ulteriormente se vogliamo salvarci. Il male viene fatto passare per bene, e dobbiamo anche dirgli grazie, perché loro sono i nostri salvatori, i messia tanto attesi dal popolo italiano, che non li ha votati e che non li vuole su quelle poltrone, ma che li paga con le proprie tasse per farsi sadicamente schiavizzare e ammazzare. Il lavoro? Boh, chi lo sa. I soldi per campare una famiglia? Vabbè, bisognava pensarci prima. E intanto per aiutare medici, infermieri, operatori sanitari, soccorritori e quanti sono in prima linea a morire, dimenticati dal Governo, bisogna fare le raccolte fondi come alla tombolata in parrocchia, altrimenti nemmeno loro arriverebbero a fine mese, vivi.

Ovviamente l’agenda politica mica si ferma. Le priorità sono cose come i porti aperti, gli aborti da fare in versione casalinga, l’eutanasia di stato scegliendo quali vecchi far morire per fare spazio negli ospedali, le fake news diffuse dagli stessi membri del Governo ma poi addossate ad altri, renderci ulteriormente indebitati con entità transnazionali, come la Banca Centrale Europea o qualche magnate della finanza mondiale, facendo approvare a Parlamento semichiuso dei provvedimenti che non risultano essere stati richiesti dalla maggioranza degli italiani. Del bene della Nazione, non importa niente a nessuno a quanto pare.

Modificato l’assetto politico, acquisiti poteri “straordinari” mentre siamo distratti a cantare sui balconi due volte al giorno, vengono preannunciate già delle nuove condizioni di diritti e doveri, che saranno, dicono, indispensabili per il futuro prossimo. Uscire dal tunnel del Covid-19 e di ciò che esso ha implicato non sarà mica così facile. Chi sta dietro a tutto questo non è stolto, è estremamente intelligente. Approfittandosi della nostra debolezza, introdurranno nuove misure restrittive, con la scusa che sono necessarie per la sicurezza: potremmo ad esempio pensare al già annunciato tracciamento elettronico dei movimenti grazie ai supporti digitali come i telefoni, o il tanto amato ed ampiamente sperimentato microchip sottocutaneo; vaccini di massa obbligatori, andando contro la libertà di scelta del trattamento sanitario e la potestà genitoriale; condizioni di spostamento sul territorio e di aggregazione sociale per certi casi e altri no, secondo la discriminante che più aggrada, così come anche per il lavoro e le attività, la cui lista di quelle definite essenziali viene stabilita da “loro”. Per ora, si dice, è volontario, ma poi ipso facto diviene obbligatorio per consuetudine o imposizione sociale. Una cosa è volontaria quando si può scegliere, senza condizioni, altrimenti si chiama ricatto. Dalla OMS, ente privato, ci hanno già informati che sarà necessario entrare nelle case e sequestrare le persone malate o ritenute tali. Queste e tante altre sorprese.

Nel frattempo, tutti gli equilibri geopolitici nel mondo vengono ridisegnati. Ci sono poteri al di sopra dei singoli governi i cui nomi sono taluni noti ed altri no, ma che più o meno tutti abbiamo presenti.

È logico che qualsiasi libera informazione venga censurata o demonizzata, eppure le opinioni diverse solo il cuore del progresso sociale, sono la base della tanto sventolata democrazia e libertà di pensiero ed espressione che il mondo di oggi ha conquistato dal passato buio e cattivo. Le catene pericolose non sono quelle ai piedi, ma quelle nel cervello. Siamo sicuri che non ce ne hanno già messe?

Poi, magari, faranno sorgere qualcuno come un salvatore, come uomo di pace, di ecologia, che saprà garantire la sicurezza, il cibo in tavola e un tetto sopra la testa. Però si divorerà le nostre anime, non saremo più liberi veramente.

Questo ragionamento, questi dettagli, provate a rileggerli applicando lo schema della legge Ordo ab Chao. Provate a pensare se, forse, probabilmente, almeno sul piano logico fila liscio il discorso. Provate a chiedervi se siamo o no dei topolini nel laboratorio della ingegneria sociale. Poi rispondetevi, con onestà. E decidete cosa fare. Quid est Veritas?

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