Autunno 1945, mentre in Italia ancora si muore negli studi della Scalera, a Roma Vittorio De Sica sta lavorando ad un suo film che uscirà nelle sale l’anno successivo: Sciuscià, considerato uno dei capolavori del neorealismo italiano, fu la prima pellicola ad aggiudicarsi il premio Oscar al miglior film in lingua straniera.
Sciuscià è un termine della lingua napoletana, ora in disuso, che deriva dall’inglese shoe-shine e sta ad indicare i lustrascarpe. Mentre nel Nord Italia il CLN festeggiava la “liberazione, a Napoli, e in tutto il sud Italia, come già scritto in un articolo precedente, le truppe alleate, avevano individuato come fiancheggiatori membri della criminalità organizzata messa a tacere dal Fascismo. Gli Alleati erano a Napoli dal 1° ottobre 1943, una lunga presenza, giustificata da ragioni strategico-militari legate al controllo del porto. E che terminò formalmente solo dopo la nascita della Repubblica italiana. La vita quotidiana, per i napoletani, in quei due anni e mezzo era stata durissima. Le macerie erano ovunque, mancava l’energia elettrica, la distribuzione dell’acqua era saltuaria, c’erano ancora circa dodicimila persone costrette a vivere nei rifugi antiaerei.
L’Amg, fino alla fine del conflitto, aveva imposto un coprifuoco, che cominciava alle 19 e finiva alle 5,30 del mattino, (stile Conte con l’emergenza Covid). Nel 1946 si usavano ancora le Am-lire, valuta stampata dal nulla per le transazioni tra truppe alleate e popolazione locale. Ma gli americani lasciarono anche un’altra eredità a Napoli, per circa 30 mesi la città era stata la retrovia del fronte, dove arrivarono oltre 100 mila soldati, i militari americani con la complicità della Camorra dettero vita ad un traffico clandestino di merci. Fu in questo clima che si crearono le condizioni per la rinascita di nuovi gruppi camorristici, che cominciarono a gestire borsa nera e prostituzione.
Nell’immediato dopoguerra, il soggiorno obbligato a Napoli, imposto dal governo degli U.S.A. a Lucky Luciano, contribuì al superamento della dimensione locale del fenomeno e all’inserimento dei camorristi campani nei grandi traffici illeciti internazionali, quali il contrabbando di sigarette e stupefacenti in collegamento con il clan dei marsigliesi. I legami fra Mafia e Dipartimento di stato Americano non si sono mai interrotti e cosa nostra tramite Lew Wasserman noto come “Il Padrino di Hollywood” (a capo della MCA, Music Corporation of America) finanziò addirittura la carriera politica (e relativa elezione a presidente degli Stati Uniti) di Ronald Reagan. Wasserman aveva fatto parte della “Mayfield Road Gang”, organizzazione mafiosa con base a Cleveland. Fu poi arruolato da Jules Stein che aveva fondato la MCA, con il fine di reclutare band da far suonare nei club di Al Capone. Quando nel 1966 Il boss John Gotti (sempre con una campagna finanziata da MCA), riuscì a far eleggere Reagan governatore della California, la MCA trasse i suoi profitti, al punto da venir soprannominata “Octopus”, la piovra.
Le redini di quanto avvenuto nel nostro paese dal dopoguerra ad oggi, restano ben salde in mani statunitensi, finita la strategia della tensione, si è proceduto alla distruzione di una classe politica (seppur in parte collusa), capace, fatta da uomini con forte preparazione politica e culturale, classe politica nata dall’amalgama fra dottrina sociale della Chiesa, il partito comunista più forte di Europa, e da una formazione accademica in gran parte maturata all’interno dei G.u.f. (gruppi universitari Fascisti). Classe politica distrutta con il colpo di stato giudiziario soprannominato “Mani Pulite”, classe politica sostituita da inetti ed incapaci al soldo del maggior offerente.
L’11 luglio 1992 Giuliano Amato al governo dal 28 giugno mette tutti i partiti (impegnati a seguire faccende giudiziarie di Tangentopoli) davanti al fatto compiuto del D. l. 333, che prevedeva la trasformazione di enti come l’Iri, l’Eni, l’Enel e l’Ina in S.p.A. Non contento presenterà ln Consiglio dei Ministri una legge finanziaria “lacrime-e-sangue”: una manovra di 93.000 miliardi delle vecchie lire, 42.500 dei quali di nuove entrate che gravano sui ceti medi, 43.500 di tagli alla spesa, che colpiscono soprattutto pensioni e sanità, e 7.000 di privatizzazioni. Le organizzazioni sindacali richiamarono la piazza, l’amico Americano Marco Pannella in difesa di questa manovra dirà in un articolo pubblicato su corriere della sera che: “La rivolta è plebea“.
Con la creazione a tavolino del Movimento 5 stelle da parte di Grillo, Casaleggio ed Enrico Sassoon, si credeva di aver toccato il fondo dell’ingerenza Statunitense nel nostro paese, ma non finisce mica qui, come diceva il buon Corrado Mantoni presentando i concorrenti de “La Corrida”, la lunga manus del Deep State americano, nonostante la scheggia impazzita impersonata da Donald Trump tesse ancora le sue fila fra mafie, Governo e opposizioni. Anche una certa legittima battaglia anti U.E. pare alimentata non tanto per “Liberare L’Italia” da un’occupazione straniera, quanto da rinverdirne un’altra, quella storica. Molti “sovranari” del bel paese, rischiano di ricreare un C.L.N. un comitato di liberazione nazionale che finalmente ci liberi da Conte, UE e asse franco-tedesco, per lasciarci di nuovo disponibili a lustrare le scarpe dello zio Sam, come i ragazzi del film di Fellini.