Sotto gli occhi del mondo la disgregazione e il decadimento della “democrazia” USA

 

Sotto gli occhi del mondo la disgregazione e il decadimento della “democrazia” USA

Gli avvenimenti interni degli Stati Uniti con gli episodi cruenti di violenza razziale, di brutalità poliziesca a cui si sono contrapposte le rivolte e le sollevazioni di massa verificatisi in tutti gli Stati, non possono non portare a delle considerazioni essenziali su quale sia la fase di disgregazione e di decadimento di quella che veniva indicata come la “grande Democrazia” americana, esempio per tutto il mondo.

Sarebbe facile sostenere che la causa di quanto accade all’interno degli USA sia il livello di razzismo latente, ma in realtà ci sono ben altri e fondati motivi.

La brutalità della polizia e il razzismo, sebbene esistano, non sono le sole cause della violenza, delle rivolte di massa e dei saccheggi. 

Sappiamo che il caso di brutalità poliziesca, con l’uccisione del nero a Minneapolis, non è un caso isolato ma è uno della lunga serie di atti commessi negli USA ai danni delle minoranze nera e ispanica.

Occorre centrare la causa di questi avvenimenti nelle condizioni economiche e sociali in cui si trova la società nordamericana, caratterizzata da enormi disuguaglianze sociali, dove l’1% della popolazione controlla circa il 40 per cento della ricchezza del paese.

Tutte le riforme fiscali introdotte, dai tempi del presidente Reagan fino ad oggi, di fatto sono consistite nella riduzione delle imposte per la fascia alta e in precarietà e sfruttamento per il resto della popolazione, situazione aggravata dalle delocalizzazioni delle grandi aziende con conseguente perdita di posti di lavoro.

Attualmente negli USA ci sono circa 40 milioni di persone che vivono sotto il livello di povertà e 5 di questi nella povertà assoluta, con un tasso di mortalità infantile che è il più alto dei paesi industrializzati, con 30 mil. di persone senza casa,  con un salario minimo stabilito di 7,25 $ per ora, con 46 milioni di persone che, per sopravvivere, dipendono dalle banche alimentari, il 30% in più rispetto al 2007, questo mentre la metà della popolazione americana non raggiunge il livello di salario medio stabilito dalle statistiche ufficiali.

 Quando parliamo della società statunitense parliamo di un sistema capitalista e neoliberista che in questo momento attribuisce alla persona la stessa condizione del capitale, per cui il denaro non tiene patria e non tiene razza, non ha territorio e si caratterizza per il suo anonimato.  Questo status viene attribuito anche alle persone che non hanno identità, razza o cultura ma sono soggetti che vendono la loro capacità di lavoro in qualsiasi parte del paese e questo causa le grandi migrazioni, che condannano la gente alla povertà e privano milioni di persone dell’assistenza sanitaria.

Gli Stati Uniti in questo momento sono una società in decomposizione perché non sono piùla patria dei bianchi o dei neri ma quella dei ricchi, dei grandi proprietari e del ceto cosmopolita, quello collegato alle entità finanziarie ed alle grandi corporations.

Non dimentichiamo che il Minnesota, compresa Minneapolis, dove sono esplosi i primi disordini, è uno stato progressista e liberal ma tutte le sue politiche per eliminare la povertà sono fallite, anzi l’emarginazione risulta in crescita in quanto si tratta di una povertà strutturale propria del capitalismo finanziario.

Ci sono forti indizi che le rivolte siano guidate dal fronte progressista che vuole sbarazzarsi di Trump, infatti vari commentatori ritengono che tali rivolte di massa siano ispirate da Soros e dal “Deep State” per mettere all’angolo Trump.

Questo è probabile, ma la vera causa di queste manifestazioni è riconducibile alla mancanza di equità nel sistema nordamericano che manifesta l’assenza reale di democrazia sia da parte dei democratici che da quella dei repubblicani, guidate entrambi da oligarchie economiche.

Resta il fatto che il gruppo dei neocons che oggi conduce la politica USA è il più pericoloso e fanatico esistente al mondo in quanto ritiene di avere una “mission” da compiere, costi quello che costi, imponendo la sua egemonia in ogni angolo del mondo a mezzo guerre, sobillazioni e aggressioni contro paesi sovrani.

Il paese che si autodefinisce “faro del mondo” spende enormi risorse per le sue guerre e lascia la sua popolazione nella povertà e nell’emarginazione.

Una cosa è certa: il vero nemico degli stessi cittadini nord americani non si trova nella Cina, nella Russia o nel Medio Oriente ma si trova in casa propria e si tratta di quel gruppo di psicopatici, fanatici, messianici, che sono i neocons.

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