La Pietra di Paragone

 

La Pietra di Paragone

Secondo il vocabolario Treccani/Gentile, con il termine pietra di paragone, si definisce la Lidite, una varietà di diaspro nero che si estrae ancora oggi in Grecia ed in Egitto, adoperata sin dall’antichità per saggiare l’oro, per determinarne cioè il titolo. Nel tempo ha assunto il significato più generico di prova, cimento, in cui l’uomo deve mostrare quanto effettivamente vale. Sempre sul vocabolario Treccani, troviamo la locuzione latina “nomen omen”, con cui si esprime il concetto del valore attribuito al nome. I nostri antenati sostenevano che nel nome delle persone fosse indicato il loro destino, l’affermazione “nomen omen” significa “un nome un destino”. Un nome legato ad un destino, pare quello scritto sul certificato di nascita di Gianluigi Paragone, classe 1971, giornalista, politico e personaggio mediatico. Inizia la sua carriera nel quotidiano Varesino “La Prealpina” che lo incarica di seguire come inviato le attività del Senatore Umberto Bossi. Nel 2005 diverrà direttore de: “La Padania” organo ufficiale della lega Nord.

Passato a Libero rivestirà la carica di vicedirettore, e nel 2009 direttore vicario in sostituzione di Vittorio Feltri. Sempre nel 2009 condurrà il talk show politico Rai “Malpensa Italia”. Il 5 agosto 2009 viene nominato vice direttore di Rai 1. Il 2 ottobre 2011 Umberto Bossi scomunica Paragone, ordinando agli esponenti leghisti di disertarne le trasmissioni. Nel 2013, firma un contratto con LA7 per la conduzione del talk show “La gabbia”. Il programma darà ampio spazio a posizioni anti-sistema, criticando il neoliberismo di stampo europeo. Il 28 giugno 2017, dopo l’arrivo di Andrea Salerno in qualità di neo direttore di LA7, “La Gabbia” viene cancellato. Avvicinatosi al Movimento 5 Stelle, il 4 gennaio 2018, annuncia la sua candidatura alle elezioni politiche nelle liste M5S, venendo eletto al Senato. Il 18 dicembre 2019 vota contro la Legge di Bilancio definendola “conforme alla logica della gabbia di bilancio imposta da Bruxelles”. Il 1º gennaio 2020 viene espulso dal Movimento. Il 23 luglio annuncia alla Camera dei deputati, la creazione del partito “No Europa per l’Italia – ItalExit con Paragone”.  Una testata come la nostra, dichiaratamente sovranista, non può che apprezzare lo slogan “Italexit”. Finalmente qualcuno che ha il coraggio di lanciare il guanto di sfida ai diktat di Bruxelles, Italexit si propone di diventare la casa dei delusi dai due blocchi populisti. Abbiamo più volte espresso qui sul nostro giornale la necessità di creazione di un partito di riferimento, quello di Paragone non è il primo a nascere con “l’exit” come stella polare, ci sono già Vox Italia, il Fronte sovranista italiano, Liberiamo l’Italia, etc. ma anche una rete di liberi pensatori, che va da Rizzo, a Iannone, passando per Diego Fusaro, l’europarlamentare Antonio Maria Rinaldi, Paolo Barnard, Vittorio Sgarbi, Alberto Bagnai, Alessandro Meluzzi, tanto per citarne alcuni. Il problema è che a parte la ligittima battaglia sull’Italexit, nel partito di Paragone non sembra esserci altro. Nel manifesto stilato, tra gli altri, dallo scrittore Thomas Fazi, transitato nei think tank di Stefano Fassina, trionfano toni moderati, da centrosinistra prima repubblica. Non vengono mai menzionate le parole “socialismo”, “socializzazione”, “Patria”. ItalExit pare un partito di scopo, laddove riuscisse ad avere largo consenso e ad attuare concretamente l’uscita dall’Unione Europea, cesserebbe la sua esistenza o ci sarebbero ulteriori prospettive?  Domanda al momento senza risposta, anche per le troppe incongruenze che si sono palesate in questi primi mesi di vita.  

All’indomani della ufficializzazione della nascita del Partito il noto blogger Luca Donadel, pubblica un video dove spiega che sul sito di italexit si possono inserire i propri dati personali. Ma chi li gestisce?  Nella sezione “Privacy Policy” si evince che il titolare del trattamento è “IN MOVIMENTO S.r.l.s.”, mentre il dominio di Italexit è intestato alla società “New European Media Ltd”. E di cosa si occupa questa società? Di “supportare migranti e rifugiati”. Curiosamente anche il sito ilparagone.it, è registrato da “IN MOVIMENTO S.r.l.s” e il numero di telefono associato è collegato al portale “Stranieri in Italia”. Incuriositi da questi meccanismi dalla redazione de “Il Primato Nazionale” hanno pensato bene di chiamare il numero in questione, e chi c’era dall’altro capo della cornetta?. L’ex sardina Stephen Ogongo, kenyota, 45 anni, giornalista e infaticabile tessitore di reti, quello che aprì la piazza delle sardine a Casapound, salvo poi rimangiarsi tutto, ed infine definire le Sardine stesse un “prodotto di marketing, garante dei salotti e delle élite”. Paragone si dichiara “antislamico”, “Contro questa sinistra islamista (..) credo che sia opportuno candidare al parlamento Oriana Fallaci”, scriveva nel 2005. Dichiaratamente anti Russo e Anti Cinese, si colloca su posizioni smarcatamente Atlantiste “Alcune sfaccettature culturali russe, come la letteratura, sono chiaramente più affini a noi italiani di un Kerouac. Però va riconosciuto che gli Stati Uniti d’America, a prescindere dall’orientamento politico del governo di turno abbiano sempre riconosciuto un ruolo, talvolta centrale, all’Italia e alla sua cultura. Non sono mai stato particolarmente affascinato dalle sfide cinesi piuttosto che russe. Sono interlocutori importanti però il posizionamento deve essere chiaro (..) rivendicare la centralità dell’Italia (..) mettendola nel solco di una tradizione che è sempre stata riconosciuta strategicamente dagli USA. Mentre la Cina, ad esempio, vorrebbe utilizzare l’Italia e lo farebbe con un atteggiamento di non reciprocità, gli USA hanno sempre capito e apprezzato il ruolo del Bel Paese, senza metterle il guinzaglio”. (???). Le posizioni rese pubbliche negli ultimi giorni risultano ideologicamente pesanti, e stanno sollevato da più parti mugugni e sconcerto, che stanno allontanando tanti possibili militanti. Il cosiddetto atlantismo altro non è che un sottoprodotto dell’americanismo, quell’ideologia tossica per cui gli U.S.A. non solo ci avrebbero “Liberato” ma sarebbero il moderno faro di una superiore civiltà. Non è accettabile sorvolare sui crimini compiuti dagli Stati Uniti, dai bombardamenti alleati sulle nostre città, dall’attacco nucleare al Giappone. Non è possibile per chi si considera “Sovranista” non schierarsi dalla parte dei popoli che hanno combattuto per liberarsi dal giogo americano, non è accettabile “dimenticare” in virtù di un presunto “rispetto” che la Casa Bianca ci avrebbe concesso. Ci auguriamo che questo ennesimo tentativo di fuggire da “La Gabbia” eurocratica, non sia l’ennesimo disegno degli azionisti di maggioranza della politica Italiana. La pietra di Paragone serve a determinare il valore dell’oro, delle persone, e delle idee, anche il pronunciamento per il “Si” al quesito referendario di domenica, pare rendano attuale il detto: “Non è tutto oro quello che luccica.”

 

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