Gli avvenimenti che si susseguono a ritmo incalzante sullo scenario internazionale dovrebbero farci capire che in pratica è iniziata una guerra ibrida che gli USA stanno conducendo contro la Russia e la Cina accusate di essere una “minaccia” per l’America.
In questi giorni abbiamo visto i voli di prova di attacco missilistico condotti dai bombardieri USA B-52 Stratofortress sul Mar Nero e sul Mar Baltico e l’ingresso sempre più frequente di unità navali della NATO nel Mar Nero in prossimità delle coste russe-come evidente provocazione.
La NATO ha aumentato la sua presenza nel mare di Barents e nel Mar Baltico, con manovre di combattimento e test missilistici.
Dall’altra parte sono in corso esercitazioni militari su larga scala nel sud della Russia, nella zona del Caucaso, ribattezzate ‘Caucaso 2020’, a cui partecipano 80.000 soldati, di cui una parte sono di provenienza della Repubblica Popolare Cinese (RPC) e che vedono anche la partecipazione di contingenti militari di Armenia, Bielorussia e Pakistan, come annunciato dal ministero della Difesa russo. A queste esercitazioni si unirà anche la Marina della Repubblica Islamica dell’Iran ed è previsto che tali esercitazioni si svolgeranno fino al 26 settembre sia nel Mar Nero che nel Mar Caspio, secondo un comunicato diffuso oggi dall’ambasciata iraniana a Mosca.
Come si legge nella nota, nelle manovre verranno utilizzate attrezzature militari avanzate, tra cui sistemi di difesa antimissile, missili ad alta precisione, aerei da combattimento ed elicotteri.
Il ministero della Difesa russo ha anche annunciato che le esercitazioni includeranno fino a 250 carri armati, 450 veicoli per il trasporto di personale militare e 200 sistemi di artiglieria.
In sostanza è una prova di spiegamento di un’armata euroasiatica integrata fra Russia, Cina e Iran che suggella un’alleanza per contrastare la politica aggressiva degli USA e della NATO.
Nel frattempo Mike Pompeo lancia minacce di blocco totale contro l’Iran, nonostante gli USA, al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, si siano ritrovati isolati nella richiesta di restaurare tutte le sanzioni contro l’Iran.
La Russia ha già risposto che continuerà a cooperare con l’Iran. La RPC ha stretto un accordo di cooperazione con l’Iran per 25 anni con la prospettiva di investimenti per 450 miliardi.
Tutto questo è abbastanza per far infuriare il circolo dei neocon di Washington e far innervosire Netanyahu che è deciso a trainare gli USA in una guerra contro l’Iran fino all’ultimo marine.
Washington e Tel Aviv preparano nel frattempo le contromosse e fra queste abbiamo visto il caso Navalny, l’avvelenamento del dissidente, creato appositamente dai servizi occidentali per provocare una rottura tra Russia e Germania ed un’interruzione del gasdotto Nord Stream 2 che gli americani cercano di sabotare.
Le cose non sono andate come prevedevano gli strateghi americani in Bielorussia, una zona dell’Est Europa dove gli USA speravano di deporre Lukashenko e fare della Bielorussia un nuovo partner in funzione anti russa.
Putin si è mosso tempestivamente riaffermando l’alleanza fra Russia e Bielorussia e inviando truppe, ufficialmente per esercitazioni, ma di fatto per inviare un preciso segnale: non permetteremo una nuova Ucraina che, di fatto, è divenuta un partner della NATO.
In caso di guerra, le autorità militari russe hanno avvertito l’Ucraina, che basta una mossa falsa e sarete cancellati dalla faccia della terra.
L’interrogativo è quello di sapere non se ma quando e dove inizierà l’offensiva delle forze USA e NATO: potrebbe essere l’Iran o la Crimea però alcuni analisti prevedono che i prossimi colpi saranno nel fronte asiatico. Sarebbe un’offensiva diretta contro la Cina, dotata di armi nucleari: una mossa molto azzardata.
In entrambi i casi, attacco all’Iran o attacco alla Cina, la Russia non rimarrebbe inerte e questa è l’incognita del gioco che lascia dubbiosi gli strateghi di Washington. Più probabile quindi una strategia di infiltrazione di mercenari nelle repubbliche del Caucaso, nello stesso Iran e nelle zone occidentali della Cina, dove già i servizi di intelligence anglo USA stanno cercando di sobillare rivolte in nome dei “diritti umani”. Come si vede la scacchiera è molto complicata e, nella peggiore delle ipotesi, potrebbe sfociare in un conflitto mondiale combattuto con armi nucleari.
Questo sarebbe folle, ma folli sono anche le menti degli strateghi che siedono alla Casa Bianca.
Qualcuno sarebbe in grado di fermarli? Questo il dilemma.