Il nuovo scenario euroasiatico alla luce degli sconvolgimenti delle ultime settimane

 

Il nuovo scenario euroasiatico alla luce degli sconvolgimenti delle ultime settimane

Nei giorni scorsi è stata pubblicata la notizia delle dichiarazioni fatte dal presidente turco, Recepit Erdogan, in occasione del suo incontro con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky.

Quello che Erdogan ha dichiarato in tale circostanza rappresenta uno strappo definitivo con la Russia, un fatto che non tarderà a manifestare i suoi effetti in tutto lo scenario euroasiatico.

Erdogan ha annunciato la sua disponibilità a combattere contro la Russia per far riconsegnare la penisola di Crimea all’Ucraina, dichiarando che si aspetta che la Crimea “si trasformi nella nazione del popolo tartaro”, cosa che permetterebbe alla Turchia di coronare il vecchio sogno di ricostituire l’Impero Ottomano. In questo progetto Erdogan non ha esitato a lanciare la sua sfida a Mosca, arrivando a stringere un accordo militare con l’Ucraina in funzione anti russa.

Con questo accordo militare stretto fra Ankara e Kiev, la Turchia diventa una minaccia per la Crimea, visto che le autorità turche hanno espresso un appoggio molto speciale alle forze del “popolo tartaro” della Crimea.

Il cerchio intorno alla Russia si sta stringendo: non sono bastate le pressioni militari della NATO ai suoi confini e le rivoluzioni di colore, sobillate dai servizi di intelligence occidentali, nelle repubbliche euroasiatiche confinanti. Adesso la strategia è quella di coinvolgere la Turchia in un conflitto con la Russia. Il vecchio piano di accerchiamento elaborato dagli strateghi neocon di Washington ed illustrato nel documento della Rand Corporation (Extending Russia), si sta progressivamente attuando.

In parallelo, la Turchia sta aumentando la sua capacità per influire nel conflitto in atto nel Caucaso e l’Ucraina sta contribuendo in modo diretto, inviando materiale militare all’Azerbaijan e definendo l’accordo militare con la Turchia, durante la visita di una delegazione ucraina ad Ankara dal 15 al 17 di ottobre.

L’esercito ucraino si è interessato ai droni turchi che si sono dimostrati efficienti nel conflitto del Karabakh e di recente l’Ucraina sta considerando di acquistarne 50. Erdogan ha promesso di assegnare 50 mil. di dollari all’Ucraina in aiuti militari e l’Ucraina, in questo contesto, ha già inviato in Azerbaijan due arei che hanno trasportato oltre 120 ton. in armi e munizioni.

Il presidente turco ha fatto una dichiarazione molto dura nei confronti della Russia. La Turchia, infatti, non riconosce la riunificazione della Crimea alla Russia, ha detto Erdogan a Istambul, “.. e noi assieme all’Ucraina continueremo ad appoggiare i nostri fratelli tartari di Crimea che sono un elemento importante dei legami storici fra i due paesi “.

Questa dichiarazione viene considerata dalla Russia come una minaccia aperta alla sicurezza, che non lascerà altre opzioni se non quelle di un confronto militare.

Le relazioni tra Russia e Turchia si sono deteriorate notevolmente negli ultimi tempi, in particolare dopo la negativa della Russia di permettere la cessione del nord della Siria alla Turchia, come anche per effetto dell’intervento turco nella guerra in Libia, fatti che hanno dato luogo a disaccordi importanti. 

Di fronte a questo scenario ostile, la Russia ha iniziato a posizionarsi militarmente e a trasferire armamenti all’Armenia per fronteggiare l’offensiva azero-turca. Con le nuove armi russe in dotazione alle forze armene, il conflitto nella zona montagnosa del Nagorno Karabakh diventerebbe problematico per gli azeri.

Anche molti armeni che vivono in Russia si sono trasferiti in Armenia per combattere.

Il coinvolgimento della Russia nel conflitto è un’avvertenza alla Turchia e alla NATO ma non è la sola; infatti si è visto un gruppo di unità navali russe nelle acque del Mar Caspio, vicino alle coste dell’Azerbaijan, in formazione di combattimento, che stanno realizzando esercitazioni a fuoco reale. Una delle finalità strategiche di queste navi è il controllo dello spazio aereo per tenere sotto tiro gli aerei turchi in Azerbaijan ed il lancio di missili tattici forniti da Ankara.

D’altra parte le ultime dichiarazioni fatte da Erdogan sulla Crimea non lasciano spazi al dubbio: la Turchia di Erdogan si è collocata fra i nemici della Russia e la pazienza di Mosca è ormai colma.

Si attendono i prossimi sviluppi che saranno non certo tranquilli.

 

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