Alla vigilia del grande cambiamento, il “Great Reset” si avvicina
La Storia procede in varie fasi apportando i cambiamenti e le trasformazioni ad ogni livello, sociale, politico ed economico, con sconvolgimenti che normalmente si verificano dopo le grandi guerre o, a volte, dopo le grandi epidemie. Tuttavia la fase che viviamo nell’epoca attuale conosce delle accelerazioni che hanno una velocità inusuale.
Le principali tendenze globali si erano mantenute più o meno stabili per secoli. In pochi mesi sembrano poter cambiare ritmo con un’accelerazione senza precedenti dei grandi processi. Come ormai si è capito, per effetto del Covid 19, siamo entrati a pieno titolo in un periodo di caos sistemico, la condizione che sembra precedere la formazione di una nuova fase o di un nuovo ciclo storico per il mondo. L’élite dominante vuole utilizzare questa crisi per attuare la sua agenda nell’arco di pochi mesi, quella che prevede “il Great Reset”, come aveva preannunciato a suo tempo Klaus Schwab, il direttore esecutivo del WEF (World Economic Forum). Tale riassetto globale è una operazione che viene preceduta da un esperimento di controllo sociale, portato avanti dal covid-19, in cui le persone, spaventate dalla psicosi della pandemia, hanno accettato le violazioni straordinarie delle proprie libertà individuali. Lo scenario creato in buona parte del mondo, a prescindere da quale sia stata l’origine del virus, ha realizzato le condizioni favorevoli per attuare il piano di cambiamento sistemico, visto che il sistema dominato dal capitale finanziario stava già arrivando al capolinea, dopo essersi avvitato nella spirale del grande debito.
In molti si chiedono in cosa consista questo “nuovo ordine mondiale”, presente nell’immaginario collettivo ma in pochi potevano prefigurarsi come e quando sarebbe stato stabilito, fino al momento in cui si è delineata una pandemia sulla scena globale che sta ora formando una nuova prospettiva geopolitica. Di fronte al disastro creato dal liberalismo e dalla globalizzazione dei mercati aperti, quella che di fatto ha dato campo libero alla più selvaggia speculazione finanziaria ed ha creato enormi disuguaglianze e sfruttamento, si sono manifestate essenzialmente due tendenze: quella del nazionalismo e del ritorno ad una qualche forma di protezionismo o, in alternativa, una maggiore integrazione globale fra le nazioni, con scardinamento dei vecchi stati nazionali e omologazione fra i popoli, sotto la direzione di organismi transnazionali. In parole povere: una sorta di governo mondiale. Il dilemma tra nazionalismo e globalismo suona molto attuale, anche se in molti sono consapevoli che quest’ultimo può portare a una dittatura mondiale, che sarebbe peggiore dei singoli fallimenti o trionfi di ogni nazione, dove paesi del terzo mondo insignificanti a livello globale, come il Guatemala o la Cambogia, varrammo meno di zero.
Le élite dominanti, quelle che controllano i grandi potentati finanziari, gli organismi internazionali come OMS, FMI, WTO, Banca Mondiale e i colossi del Big Pharma, vogliono imporre l’obbligatorietà di un’identità digitale, vedi la proposta chiamata “ID2020 Alliance”, nata con il pretesto di vaccinare tutti contro il covid-19. È questo un progetto che sembra includere anche altri dati e informazioni e rientra nel piano di controllo sociale delle popolazioni. Tale piano che avanza a grandi passi, potrebbe concretizzarsi non solo con i vaccini genetici (quelli anglosassoni) ma anche, in futuro prossimo, con impianti microchip o tatuaggi quantistici, per la conferma della identità personale, dei pagamenti e dell’adempimento degli obblighi di ogni persona. Paradossalmente, la ragione per cui molte persone si oppongono al vaccino è a causa delle implicazioni sulla privacy e dell’avvertimento apocalittico che accompagna il marchio della bestia, di cui si parlava più di duemila anni fa, quando non si pensava nemmeno all’esistenza dei computer. Un progetto, questo, definito di “transumanesimo”, quello che prevede fra l’altro l’intelligenza artificiale e la sostituzione in buona parte della mano d’opera umana con robot e macchine, che avrebbe un avvio che dovrebbe avvenire attraverso una forma di manipolazione delle menti e delle coscienze, facilitato dalla modifica genetica delle persone che le rende sempre più facilmente manipolabili.
Come funzionale a questa trasformazione, viene implementata l’instaurazione di una moneta unica, la scomparsa del contante, una giurisdizione sovranazionale, oltre a favorire l’avvento di una religione universale. Come vari analisti hanno osservato, siamo entrati in un periodo di caos del sistema mondiale, in cui sono note le principali tendenze in atto (militarizzazione, declino dell’egemonia statunitense e ascesa della Cina, conflitti economici per il controllo delle risorse e dei mercati mondiali, ecc.) che preannuncia un potenziale grande conflitto geopolitico fra chi vuole imporre in nuovo ordine e chi si oppone ad esso. Si tratta della fase discendente di un Impero che preannuncia la grande trasformazione che coinvolge ideologie, credenze radicate, forme di collettività e ordinamenti giuridici. La domanda che in molti si fanno è quella di conoscere chi sono coloro che pilotano questo piano. Non è semplice chiarire questo punto poiché alcuni sono conosciuti in tutto il mondo, altri, completamente invisibili, non compaiono mai. I nomi di quelli che si conoscono erano già venuti alla luce, si tratta di personaggi che fanno parte dello “stato profondo” (Deep State) e che hanno tutte le principali leve del potere finanziario ed economico mondiale. Sono una ristretta élite che si sovrappone ai governi eletti e sovrani delle nazioni sviluppate e controllano gli organismi transnazionali attraverso i loro fiduciari. Loro hanno creato strutture o organismi transnazionali senza alcun formato legale o statuale. Sono completamente fuori dalla legalità internazionale. Queste persone ad altissimo livello gestiscono, ad esempio, il World Economic Forum (WEF – che rappresenta la grande industria, le grandi finanze e la grande fama), il gruppo dei 7 – il G7, il gruppo dei 20 -il G20 (i leader delle nazioni economicamente “più forti”). Ci sono anche alcune entità minori, chiamate Bilderberg Society, “Council on Foreign Relations” (CFR), “Trilateral Commission”, Chatham House ed altri. I componenti di tutti questi organismi si sovrappongono e si scambiano le posizioni attraverso un sistema di “porte girevoli”.
In definitiva esiste una cupola di potere che tira i fili dell’economia finanziaria o del debito che controlla tutto. Il brigantaggio neoliberista occidentale (prevalentemente formato dagli anglosassoni) ha creato un sistema in cui la disobbedienza politica può essere punita dall’oppressione economica, dalla sobillazione interna o dal furto totale dei beni nazionali nei territori di questi paesi. Hanno subito questo trattamento paesi come l’Iraq, la Siria, la Libia e oggi il Venezuela. Il comune denominatore del sistema attuale è (ancora) l’onnipresente dollaro USA ma potrebbe essere destinato a cambiare, magari sostituito da una valuta digitale. Una cosa è certa: non sarà un sistema democratico ma sarà un sistema oligarchico travestito da una apparenza di democrazia, molto più difficile da abbattere perchè l’élite dominante avrà nelle proprie mani le leve del controllo sociale di massa in forma mai avvenuta in passato.