“Non sa di niente” il timballo cotto a freddo dal palermitano del Colle con gli ingredienti rassicuranti di comunisti nostalgici dell’U.R.S.S., democristiani riciclati nel PD, democristiani ex PD, giustizialisti giacobini sulla via della seta più un peperoncino rosso al c…, patto di resistenza con due obiettivi, scippare il potere con la collaudata tecnica della I Repubblica, alzare barricate contro gli “isti”: i populisti, i sovranisti, in una parola sola, magica (!), i fascisti.
Aveva pienamente ragione Giuseppe Berto quando soppesava che fascismo e antifascismo pari sono, le due facce di Giano, ma la prima ha chiuso gli occhi pagando con il sangue, la seconda ha le rughe profonde ma si botulina con l’odio continuamente occhi e viso con la chirurgia politica dell’anti.
L’impasto è stato fatto con farina muffa, uova scadute acqua distillata d’ ogni mg d’intelligenza mettendoci dentro una generazione politica d’ inutili ignobili ignoranti che condiscono il potere solo con l’arroganza vuota dei tiranni difendendo Alamo con la repressione.
Vi ricordate lo splendido film del ‘94 quando, presentandosi sulla panchina al bus stop, il protagonista (Tom Hanks) diceva “Io sono Forrest, Forrest Gump”, parafrasando: “Io sono Antonio, Antonio Conte” chi? L’avvocato portato dalla cicogna gialla, senza un voto in tasca, politicamente neonato, quel fuffa che dopo lo svezzamento giallo-verde, pur di restare a galla ha virato tutto a sinistra simulando il capitano di Whitman o meglio di una Onlus umanitaria che ha rimorchiato a bordo i naufragati del PD e l’ ex Leu.
Siamo una ciurma di pischelli creativi, tuttologi, il filosofo fa l’economista, d’altronde è marxista, chi non parla che il napoletano agli Esteri, chi ha la terza media all’Agricoltura, lì servono braccia non cultura, chi viene da scienze politiche alla Salute e così via seguendo un protocollo di evidenza scientifica, a me questo a te quello, pesando nelle segreterie il valore dei Ministeri, a prescindere da studi, professione e competenze. Anche qui nulla di nuovo.
Era previsto un viaggio comodo, bordeggiando lungo la costa fino al traguardo 2023, una crociera insomma fra compagni senza mal di mare, calma piatta rispettando il regolamento franco-tedesco e il black friday di aziende e territori ( ritocchini ai confini coi galli).
Alzare la mano per prendersi una poltrona è un gioco e se la barca galleggia stancamente, chi se frega, basta restarci dentro attaccati, impedendo ai pirati l’arrembaggio, rien ne va plus, rouge!
Il 31 gennaio s’alza la tempesta, siamo entrati in guerra con la dichiarazione dello stato di emergenza, come in tutti i conflitti arrivano i bollettini redatti non dal Comando supremo delle Forze Armate ma dalla Protezione Civile, tamponati, sintomatici, asintomatici, ricoverati, morti, ecc. oggi ci appare così lontana quasi oleografica quella coppia di porcellana di anziani turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani di Roma, guariti riabilitati ripartiti per Wuhan.
Che si fa? Tutti sul ponte di comando, occorre fare bene presto ma non siamo marinai avvezzi ai venti, agli uragani, siamo nullologi, abbiamo bisogno del sostegno, lo chiediamo al ministro a rotelle Azzolina? No c’è un pool di scienziati, aspiranti scienziati, paraculi, ecc.. di provata fedeltà alla corona rossa, un fischio e si materializzano sui media accreditandosi da esperti, nascono i COVID showmen & girls.
Centinai di “illuminati” corrono in soccorso della barca, non solo maschere col becco, ma balanzoni saccenti e presuntuosi per risollevare le sorti d’un paziente in coma, così via giù commissioni (quella Colao che fine ha fatto?), Stati generali alla francese, trecento teste per il Recovery Fund.
Prima e seconda ondata, aspettandone una terza per la Befana, lockdown, mini lockdown, lockdown a colori, il corpo dell’Italia è un arlecchino triste più simile a un Pierrot e nel frattempo i numeri si aggiornano sul display delle 18.00, siamo a 60.00 morti ed oltre dieci volte quelli costati per il nostro Risorgimento, abbiamo il terzo tasso di letalità più alto al mondo! Siamo sul gradino del podio… della tragedia.
Chi pagherà per tutte queste vite spezzate, per una generazione condannata a morte dalla carta d’identità, per la memoria di un Paese spazzata via con la saggina dell’imbecillità ignorante. Chi pagherà per questi crimini di guerra? Mentre scriviamo queste righe il modello Italia somiglia alle mani d’una prostituta che ipocrita si copre il pube e i seni il resto niente, d’altronde l’ha affermato perfino Gino Strada che la sanità italiana è un Re nudo dopo anni e anni di ghigliottina trasferendo il diritto alla salute nel privilegio dei maiali di Orwell.
La paura genera dipendenza dai carnefici, delega in bianco i propri diritti, è sottomissione senza condizioni e la dittatura s’incardina nelle coscienze come soluzione possibile all’emergenza, sarà il Natale d’uno Stato di Polizia mentre i numeri del crimine di guerra continueranno a correre.