La IV Rivoluzione Industriale come punto di sbocco della attuale crisi
L’Elite finanziaria che guida le scelte dei governi ha ormai iniziato a catapultarci in quella che definisce la IV rivoluzione industriale. Si tratta di una rivoluzione tecnologica basata sull’intelligenza artificiale, sulla digitalizzazione estesa (con la banda larga e il 5 g), con una svolta verso la “Green Economy” e con poco spazio per l’economia reale.
Non tutti ne sono consapevoli ma tale rivoluzione è già iniziata. Si chiamerà “Great Reset” (Grande ripristino). Per definirlo in due parole, la grande ripartenza consiste nel riordinare il mondo secondo i criteri fissati dall’élite finanziaria globale. Riavviare l’ordine del mondo come chi riavvia un computer. È un processo in atto da tempo, ma la pandemia di Covid-19 ha accelerato gli eventi.
Occorre precisare: questo non sarà soltanto un aggiustamento economico. L’obiettivo dichiarato è disegnare un nuovo modello di società basato su concetti quali la graduale estinzione della proprietà (quella degli altri), la scomparsa dei confini nazionali, lo scardinamento degli stati nazionali, la circolazione globale del lavoro, lo scioglimento delle identità culturali e l’instaurazione di un nuovo modello produttivo essenzialmente basato sulla digitalizzazione (smart working), sulla intelligenza artificiale e sulle energie rinnovabili. Un programma globale che si colloca di sopra dei governi e delle Istituzioni internazionali.
Le dinastie che costituiscono l’Elite finanziaria, vedono questo progetto come trasformazione verso un mondo dominato da loro stessi dietro il pretesto di un ecologismo di facciata che si basa esclusivamente sulla lotta al cambiamento climatico.
In realtà il progetto si caratterizza per sostituire un tipo di industria legata al petrolio con la “Green Economy” spacciata come un mondo migliore, dove le persone perderanno la possibilità di socializzazione, con l’uomo sostituito dalla macchina, dai robot e dalla intelligenza artificiale. Un mondo di alienati. Il lavoro diviene merce e viene delegato al miglior offerente ovunque si trovi, anche in paesi lontani.
Non è un caso che si diffonda lo smart working, dove l’ufficio diviene l’abitazione privata con enormi ripercussioni sulla psiche delle persone…dietro l’apparente vantaggio di risparmiare tempo e denaro.
La prima ufficializzazione di questo programma è stata fatta dall’attuale direttore generale del Fondo monetario internazionale, la bulgara Kristalina Georgieva, durante un discorso pronunciato il 3 giugno 2020.
Tutti i media internazionali lo hanno riferito, salvo minimizzarne il contenuto. Poco tempo dopo è stato pubblicato il quadro teorico della questione: il libro Covid-19: “the Great Reset”, scritto dal fondatore e presidente del World Economic Forum, Klaus Schwab, e dall’economista Thierry Malleret, sempre presenti nei forum globalisti.
Se si esamina il programma descritto in questi documenti, risulta lo stesso mix di utopismo progressista, futurismo tecnologico e globalismo politico che ha caratterizzato i proclami delle istituzioni transnazionali.
Ovviamente c’è una parte che non viene detta, quella degli obiettivi: la condizione implicita perché questo nuovo ordine globale si realizzi è che le decisioni importanti cessino di essere nelle mani degli Stati.
Fra questi fenomeni c’è anche quello delle migrazioni, previste e sospinte dalle istituzioni transnazionali come necessarie e indispensabili per sostituire parte delle popolazioni autoctone e creare un mondo di persone omologate, prive di una cultura originaria e più facilmente adattabili ad un nuovo stile consumistico e tecnologico.
Tutte le recenti politiche “globali”, dalla trasformazione degli immigrati in “rifugiati” al riorientamento delle politiche industriali in nome dell’“emergenza climatica”, devono il loro impulso a queste entità transnazionali. La novità è che queste istanze desiderano assumere funzioni di natura politica e morale.
Il fine ultimo è riorganizzare l’ordine mondiale, decretando l’annientamento dei confini nazionali, il controllo delle nascite, la parità di genere, l’eugenetica e lo scientismo profilattico e vaccinale.
Il nuovo ordine gerarchico prevede, al di sopra di tutto, incluse la vecchia morale, l’etica tradizionale e le culture, ci saranno i signori del denaro, i dominatori del mercato aperto e globale, ovvero coloro che governano le politiche monetarie.
Il vero problema centrale da cui si muove tutto questo è l’enorme questione del debito mondiale che nel 2019 era asceso a 255 trilioni di dollari, ovvero il 322% del PIL mondiale. E la pandemia di Covid-19 non era ancora iniziata.
Per questo motivo il direttore del World Economic Forum vede nella pandemia un’opportunità straordinaria.
Quella descritta è la ricetta magica del nuovo capitalismo finanziario. Infatti lo speculatore George Soros ha proposto che la Banca centrale europea presti denaro senza aspettarsi un ritorno. E’ lo stesso motivo per cui il FMI e la BCE hanno dato il via ai finanziamenti in modo così generoso, loro possono creare il denaro in modo illimitato quindi possono colmare i buchi di bilancio degli stati, se lo vogliono (un potere di ricatto illimitato).
Questo nuovo ordine distopico, secondo i promotori, si imporrà in nome della superiorità della tecnologia e della “scienza”.
I signori del denaro saranno quelli che imporranno le scelte al mondo del dopo pandemia.