ESCLUSIVA: Intervista a Zeynab Soleimani, figlia del Generale Soleimani
Pubblichiamo in esclusiva nazionale l’intervista che Zeynab Soleimani, figlia del Generale Qasem Soleimani, ha rilasciato al giornale Russia Today. La traduzione è a cura della dott.ssa Hanieh Tarkian e il montaggio a cura di Laetitia Ricotta, donna che ringraziamo per la dedizione alla causa.
Il video è disponibile qui –> ESCLUSIVA: Intervista a Zeynad Soleimani
Il Generale Qasem Soleimani, martire contro l’imperialismo di USA-Arabia Saudita-Israele, resterà sempre nei nostri cuori e la sua battaglia sarà portata avanti con coraggio, perché gli eroi non muoiono mai e vivono nel ricordo di coloro che tengono accesa la loro fiamma d’amore.
ONORE al Generale Soleimani!
Di seguito il testo integrale dell’intervista
Il 3 gennaio 2021 sarà il primo anniversario dal martirio del generale Soleimani, comandante della Forza Quds dell’IRGC, ucciso, su ordine diretto di Trump, insieme al vice comandante delle Unità di mobilitazione popolare irachene (PMU), Abu Mahdi al-Muhandis, e altri membri di questa milizia. Per l’occasione proponiamo la traduzione dell’intervista esclusiva concessa da Zeinab Soleimani, figlia del generale Soleimani e direttrice della Fondazione per la salvaguardia e la diffusione delle opere del generale Soleimani, a Russia Today.
Conduttore: “Grazie mille Zeinab di aver accolto il nostro invito, lasciami cominciare chiedendoti: il 3 gennaio è stato il giorno dell’assassinio, come hai saputo dell’uccisione di tuo padre?”.
Zeinab: “Salve, grazie dell’invito. Se voglio cominciare rispondendo a questa domanda, devo dire che quella terribile notte, qualche ora prima di quello che sarebbe successo a mio padre, l’avevo sentito e gli avevo parlato al telefono, poi ero andata a trovare i miei famigliari, ero da sola e andai a casa di mia sorella. Sapevo che la situazione in Iraq era molto pericolosa, era diversa, non era come prima, allora aggiunsi un canale di notizie sull’Iraq al mio Telegram e seguivo le notizie dall’Iraq. Esattamente all’una di notte vidi un video, condiviso da quel canale di Telegram, in merito a un’esplosione all’aeroporto di Baghdad, lo aprii, ma non sapevo chi riguardasse e cosa fosse successo. In seguito ricevetti una telefonata: un nostro amico chiedeva di mio padre, dove si trovasse e se stesse bene, e come ero solita rispondere a queste telefonate, non potendo sempre fidarmi del telefono, risposi che stava riposando a casa, e lui si sentì rincuorato e ribatté ringraziando Dio e dicendo che aveva sentito la notizia di un’esplosione all’aeroporto di Baghdad e che mio padre era in un’auto ed era stato colpito… Rimasi scioccata ed ero stressata, il mio cuore batteva molto forte e non sapevo cosa rispondere, gli dissi se poteva informarsi per me. Mi domandò perché, dato che gli avevo detto che mio padre stava dormendo a casa, gli risposi che avevo sbagliato e che volevo che lui chiedesse dove fosse mio padre. Fino alle cinque non riuscii a credere che ciò fosse successo, così alle cinque o alle sei, quando accesi il televisore e vidi la sua immagine, mi resi conto di cosa era successo. Da quel giorno fino ad ora sono ancora scioccata riguardo a quanto è successo. È così difficile da credere”.
C: “Qui in Gran Bretagna e nei paesi della Nato abbiamo visto la notizia della morte di tuo padre riportata come una vittoria. So che mesi prima era considerato un eroe nella lotta contro al-Qaeda e l’Isis perfino dai media delle nazioni della Nato, com’è passato all’improvviso dall’essere considerato un eroe all’essere presentato come un terrorista? Anche Lloyd Austin, il prescelto da Joe Biden per il Pentagono, ha detto che egli fu molto forte nel combattere contro l’Isis e al-Qaida, all’improvviso è passato dall’essere un eroe all’essere un terrorista. Perché?”.
Z.: “Tutti sappiamo questo: al-Qaeda, l’Isis sono gruppi di terroristi creati dagli americani, abbiamo varie prove per dimostrare ciò. Mio padre era l’unica persona a contrapporsi a questi gruppi terroristici. Ovviamente non erano contenti che mio padre si contrapponesse a questi gruppi, poiché erano stati creati da loro. Li avevano creati per iniziare una guerra nel Medioriente, e li hanno sfruttati per fare del male alla gente, prendere le loro case, le loro occupazioni, il loro denaro, il loro paese. Ovviamente non erano contenti che mio padre li contrastasse e li stesse distruggendo ovunque fossero. Lo sapete e lo so che Julian Assange, il fondatore di Wikileaks, rivelò l’email in cui Jacob Sullivan diceva a Hillary Clinton che al-Qaeda “sta dalla nostra parte in Siria”. E quest’uomo [Assange] è ancora in prigione. Perché? Perché ha rivelato [i loro piani] e ha detto a tutti che questi gruppi terroristici, che stanno uccidendo le persone, persone innocenti in Medioriente, sono stati creati dall’America e per loro sono come burattini, la vita delle persone innocenti è come un gioco per loro. Hanno attaccato tutti, dappertutto. Ovviamente non erano contenti che mio padre si opponesse a loro e stesse distruggendo qualsiasi piano essi avessero per il Medioriente. Egli ha cambiato le regole del gioco, era il vincitore di questo gioco e li ha distrutti. Per questo non erano contenti e lo hanno ucciso così, come se niente fosse, in un aeroporto internazionale, mentre era ospite degli iracheni che lo avevano invitato per aiutarli. Come osano uccidere un ufficiale, un generale di uno Stato? Lo hanno ucciso come se niente fosse, e hanno ammesso di averlo fatto, dicendo anche di esserne orgogliosi. Perché ne sono orgogliosi? Perché hanno ucciso una persona come il generale Soleimani, che stava distruggendo tutti i loro piani, con tutto il denaro che stavano spendendo per il Medioriente, mio padre ha distrutto tutti i loro piani. Ovviamente erano felici di ucciderlo e orgogliosi. Ovviamente affermano che era un terrorista, perché nella loro mente, mio padre, che stava distruggendo i gruppi che loro avevano creato, era un terrorista. Lui stava salvando la vita di persone innocenti. Lui è un terrorista? Chi è il terrorista? Loro hanno creato quei gruppi, hanno attaccato le persone, hanno ucciso persone, come se niente fosse, dappertutto, loro sono i terroristi”.
C.: “Jacob Sullivan, l’ex ufficiale di Clinton, ora prescelto da Joe Biden come consigliere per la sicurezza nazionale… Julian Assange che le Nazioni Unite asseriscono essere stato torturato vicino a questo studio [televisivo] … Sai che i nostri telespettatori adesso staranno pensando perché gli Stati Uniti, che hanno subito [un attacco] durante l’11 settembre, dovrebbero supportare al-Qaeda e l’Isis? Cosa ti disse tuo padre in merito alla ragione per cui secondo lui gli Stati Uniti supportavano coloro che nel 2001 avevano distrutto le torri del World Trade Center e attaccato il Pentagono?”.
Z.: “Devo dire che mio padre riteneva che dovesse contrapporsi a coloro… a quei poteri che cercano di prendere il potere ai popoli, voleva liberarli, [liberare] le loro terre. Ci parlava sempre del fatto che doveva contrastare gli Stati Uniti, perché loro stavano creando qualcosa come un virus dappertutto, questa malattia che si sta diffondendo dappertutto, in ogni paese, sta prendendo il loro [del popolo] potere, rubando ogni cosa che possiedono, gli sta rubando qualsiasi cosa abbiano. Loro dicono che non sapevano niente, [dicono] di non conoscerli [i terroristi] e che li stanno distruggendo, ma sono dei bugiardi, dico che sono dei bugiardi, dei gran bugiardi! Li pagano, danno loro armi, procurano loro qualsiasi cosa di cui abbiano bisogno per combattere contro la gente. Nello Yemen, con l’aiuto dei sauditi, lasciano che i sauditi li paghino e stanno creando un gruppo terroristico che combatta contro il popolo yemenita, per prendere la loro libertà, la loro terra, per rubare tutto quello che hanno. Dappertutto, quando apriamo i nostri occhi, vediamo che questo virus, questa malattia è dappertutto: in Siria, in Libano; supportano Israele contro il popolo libanese, perché? Perché vogliono rubare la terra ai popoli? Solo per denaro? Cosa stanno cercando? Mio padre era convinto che dovesse fermarli e lo ha fatto così bene. Ecco perché lo hanno ucciso. Ecco perché lo hanno tolto dalla loro strada, perché sapevano che non avrebbero più potuto fermarlo”.
C.: “Gli Stati Uniti negano di sostenere al-Qaeda o l’Isis, la Gran Bretagna afferma di inviare aiuti al popolo yemenita, anche se contemporaneamente invia armi all’Arabia Saudita per bombardare lo Yemen. Perché Trump ha detto che tuo padre è un mostro?”.
Z.: “Prima di tutto è lui il mostro, non mio padre. In secondo luogo, mio padre ha compiuto il suo dovere così bene e li ha fatti arrabbiare così tanto, hanno visto distrutti tutti i loro piani in Medioriente. Ovunque cerchino di interferire e colpire l’Iran, falliscono. Perché? Ovviamente per loro mio padre è un grande mostro, ma mio padre è un salvatore. Ha salvato persone, non solo nel suo paese, lo ha fatto per tutti i paesi, lo ha fatto per la gente, non solo in Medioriente. Ha distrutto l’Isis perché non voleva che la gente innocente in Europa venisse uccisa da un virus così pericoloso. Lo ha fatto, ha combattuto per tutti, non solo per la Siria, per lo Yemen, per il Libano, per l’Iran, per l’Iraq, no. Lo ha fatto per tutti, ha combattuto per tutti fino al suo ultimo respiro, non si è fermato. Sapeva che la strada che stava percorrendo era pericolosa e avrebbe potuto rimanere ucciso. Sapeva bene ciò. Ma non si è fermato perché non li temeva, loro lo temevano, loro erano così spaventati da mio padre. Sapevano come avrebbe agito, come avrebbe reagito, sapevano bene che li avrebbe sconfitti. Per Trump mio padre era un mostro”.
C.: “Abbiamo intervistato la figlia di una persona uccisa da Washington, la figlia di Che Guevara, ella ha detto che la morte di suo padre ha donato unità a Cuba; come ha donato unità all’Iran la morte di tuo padre?”.
Z.: “Non so se abbiate visto il funerale, ciò che è successo in Iran e in Iraq è stato qualcosa di straordinario nella storia. Avete visto come la gente è scesa in strada, come piangevano, erano tristi, erano arrabbiati e volevano vendetta, e stavano aspettando la risposta, perché sapevano quello che il generale Soleimani aveva fatto per loro e sapevano bene perché Trump aveva ordinato di uccidere mio padre. Dopo aver ucciso mio padre, l’America pensava che tutto si sarebbe fermato perché avevano ucciso il generale Soleimani, la potenza del Medioriente, ma si sono sbagliati. Non hanno visto la rabbia negli occhi degli iraniani, non hanno visto le loro lacrime, non hanno visto la loro tristezza. Ma devo dire che il generale Soleimani ha un esercito di persone che si vendicherà di Trump, e si sbagliano se pensano che questa sia stata la fine del generale Soleimani, questo è l’inizio: ci sono migliaia di persone come il generale Soleimani pronte a combattere come lui, più forti, questo è il nostro potere. Devono sapere che il nostro popolo è unito e combatterà contro queste pericolose potenze”.
C.: “Trump se ne andrà a gennaio e ci sarà Joe Biden, il quale dice che vuole nuove relazioni con l’Iran, anche se il suo consigliere in passato aveva detto che in 24 ore o qualcosa del genere voleva una coalizione per contrastare l’Iran. Pensi che ci sarà qualche cambiamento con Joe Biden alla Casa Bianca?”.
Z.: “Devo dire che non c’è alcuna differenza tra Biden e Trump, sono uguali, seguono la stessa politica, non c’è differenza tra di loro. Trump ordinò di uccidere mio padre, ma Biden sostenne ciò, quindi non vi è differenza tra i due. Hanno lo stesso pensiero, seguono le stessa strada, sono uguali. Voglio dire che Biden era d’accordo con Obama quando crearono l’Isis, qual è la differenza tra Trump e Biden? Cosa cambierà? Sono uguali, hanno la stessa mentalità, per noi non vi è differenza tra i due. Joe Biden non può portare indietro mio padre, può? Non può. Il problema che abbiamo con l’America riguarda la loro politica, questa non cambierà, sono uguali, la stessa mentalità, la stessa strada, ognuno di loro [presidenti] è peggio dell’altro”.
C.: “Ci sono state commemorazioni in tutto il mondo dopo l’assassinio di tuo padre da parte di Donald Trump, si è parlato molto di vendetta, ma poi, solo alcuni giorni fa, c’è stato l’assassinio di uno scienziato a Teheran, a est di Teheran; ci sono state più parole che azione nel vendicare la morte di tuo padre?”.
Z.: “Sai questo argomento per me è una tragedia e mi rende così infelice pensare al modo in cui hanno ucciso una persona innocente, nel suo paese. Hanno attaccato il professor Fakhrizadeh nel nostro paese, lo hanno ucciso di fronte a sua moglie, come possono fare ciò? Non sono umani, come possono uccidere una persona che non ha fatto niente di male, che si stava impegnando per il suo paese? Lo hanno ucciso come se niente fosse, nel suo paese, di fronte a sua moglie, lei era seduta accanto a lui. Cosa aveva fatto? Lui non aveva fatto niente di male. Come hanno osato venire nel nostro paese per uccidere le persone per strada come se niente fosse? Per quale ragione? E tutti gli Stati li sostengono, perché hanno la stessa mentalità, tutti i paesi occidentali li stanno aiutando, sono con loro, li lasciano superare tutte le linee rosse, venire in un altro paese [per compiere azioni terroristiche]. Gli stessi che sono andati in Iraq e hanno ucciso mio padre, sono venuti a Teheran e hanno ucciso un professore”.
C.: “Non c’è stata nessuna notizia qui [in Europa] riguardo al fatto che il professor Fakhrizadeh stava lavorando al vaccino per il Coronavirus, abbiamo sentito invece dire che era uno scienziato di armi nucleari, non abbiamo sentito notizie riguardo a tuo padre che combatteva contro al-Qaeda e l’Isis ma abbiamo sentito dire che era un terrorista che uccide americani. Cosa vorresti che il mondo sapesse riguardo a tuo padre?”.
Z.: “L’immagine che [i media main stream] stanno mostrando di mio padre non è assolutamente quella di mio padre. Mio padre a casa era per noi un padre, leggeva molti libri, aveva studiato all’università, era un docente all’università. L’unico obiettivo nella sua mente era quello di rendere il mondo un luogo più sicuro per i bambini. È andato a combattere in Siria per aiutare i bambini in Siria, è andato per loro, li ha salvati. E sapete cosa è successo in Siria? Non riesco a parlarne adesso perché le cose successe in Siria mi rattristano così tanto. Come può mio padre essere una persona che uccide gli americani o gli europei? Come? Li stava salvando dall’Isis, li stava salvando per impedire che chicchessia facesse loro del male, stava combattendo per loro. Come può essere considerato un terrorista che uccide persone? Nello Yemen stava salvando i bambini che stavano morendo di fame. Come può una persona che si considera umana [sopportare di] vedere questi bambini che non hanno cibo? Come possono stare a guardare ciò? E stanno dicendo che mio padre è un terrorista. Mio padre combatté per tutti per rendere il mondo un luogo più sicuro. Credo che la storia, il futuro lo giudicheranno, sapranno di più su di lui e ciò che ha fatto per loro”.
C.: “L’Arabia Saudita è accusata di bombardare lo Yemen. Pensi che un’altra ragione per cui Washington ha ucciso tuo padre sia stata perché lui voleva che il Sud globale fosse unito contro le politiche di Washington?”.
Z.: “Mio padre li ha fatti arrabbiare dappertutto, avrebbero fatto tutto il possibile [per fermarlo], conosco molte ragioni per cui hanno ucciso mio padre, non solo per le motivazioni che abbiamo citato. Non potevano fare niente con mio padre, fallivano, erano stati sconfitti in Medioriente, erano imbarazzati per i loro piani andati distrutti. Avevano molte motivazioni per uccidere mio padre. Come se niente fosse hanno preso la vita di una persona innocente, la quale s’impegnava a rendere il mondo un posto migliore. È ovvio che affermino di aver avuto molti motivi per ucciderlo”.
C.: “Cosa diresti ai soldati americani che erano in Siria o in Iraq a combattere contro al-Qaeda, come sostenevano, e che in apparenza combattevano sullo stesso fronte di tuo padre, cosa suggeriresti loro di dire ai giornalisti e ai politici?”.
Z.: “Preferisco rispondere a questa domanda con un’altra domanda, chiedo a loro, chiedo ai soldati americani, perché sono in Iraq? Perché sono in Siria? Perché sono dappertutto? Cosa stanno cercando? Perché vengono inviati? Dicono [i membri dell’establishment americano] che li inviano per distruggere l’Isis, ma sappiamo che sono stati loro a creare l’Isis, allora perché inviano soldati innocenti alla morte? È come un gioco per loro, creano qualcosa e inviano i loro stessi soldati a essere uccisi dalla stessa cosa che hanno creato, non si curano di loro, a loro non importa delle loro vite. A loro interessa solo il potere, il denaro, qualsiasi cosa stiano cercando in quei paesi, cercano il petrolio, ma sappiano che questo non succederà”.
C.: “Infine devo chiederti… qualcuno ha suggerito che potresti diventare successore di tuo padre, quali sono i tuoi progetti?”.
Z.: “I miei progetti sono quelli di presentare mio padre, non ovviamente quello che dice Trump. Devo presentare mio padre al mondo, questo è il mio compito e il mio destino. Credo che devo seguire questa strada: presentare chi era mio padre e cosa ha fatto per la gente. Ho in progetto di scrivere qualcosa su di lui, ho visto molti libri su di lui, in inglese e in altre lingue, ma non sono completi e molte informazioni in essi non sono corrette. Quindi sto cercando di scrivere un libro su di lui e di presentare al mondo la vera immagine di mio padre, il vero generale Soleimani”.