Disperato erotico stomp

 

Disperato erotico stomp

1977, esce nei negozi di dischi uno dei capolavori di Lucio Dalla, l’album “Come è profondo il mare” frutto dello “strappo” dell’artista con il paroliere Roberto Roversi, da questo album in poi, testi e musiche delle sue opere, saranno solo farina del suo sacco. L’esordio autorale non potrebbe essere più felice, pur essendo un musicista puro, dimostra, fin dall’inizio, una grande padronanza letteraria. In “Come è profondo il mare”, con l’omonima canzone, prende di mira il concetto di “potere”, che altro scopo non avrebbe se non quello di “bruciare il mare”, qui preso come evidente metafora della libertà di pensiero. Altro pezzo fondamentale dell’album l’irriverente “Disperato Erotico Stomp”, un racconto di una realtà, abbruttita, dove si mischiano misantropia e buoni propositi, con la frase finale all’epoca censuratissima dalle radio, e che gli costerà l’accusa moralistica, da parte delle femministe, di essere “libidinoso”, “maschilista” e perfino “Fascista”, accuse rinnovate per il brano Meri Luis del 1980. Su una velata misantropia dalla ebbe a dire: «(..) ho imparato a fare della mia vita un modello di solitudine, cioè a cercarmela, a organizzarmela, a viverla, questa mia solitudine, come un momento di benessere profondo, necessario per una corretta lettura dell’esistenza».

Da questo album anche il look di Dalla cambia, volutamente malvestito, sempre con zucchetto di lana in testa, lui, figlio di una modista e nipote di Ariodante Dalla in arte Dario, volontario di Marina nella seconda guerra mondiale e cantante di balere, soprannominato il Lord Brummell della canzone per la sua eleganza. Ma Lucio era cosi, schierato dalla parte degli ultimi a prescindere dalle loro valutazioni ideologiche, politiche, o filosofiche. Con 4/3/1943 (anno della sua nascita) conosce gli strali della censura, sanremese, essendo stato intitolato inizialmente “Gesù bambino”. Il titolo, giudicato irrispettoso, considerando anche la storia, quella di una ragazza madre che ha un figlio da un ignoto soldato alleato, che richiama anche se incorniciata in una narrazione idilliaca la straziante realtà dei “figli di guerra” narrati con molta più crudezza nel film “La Ciociara” di Vittorio De Sica. Per Dalla la censura era all’ordine del giorno, “Ma dove vanno i Marinai?”  gli costerà una denuncia da parte del sindacato Marittimi della CGIL di Genova, per “vilipendio” della categoria. In “Disperato Erotico Stomp” il testo provocatorio, oggi può essere considerato un monumento al politicamente scorretto, un inno misatropico al “fai da te” e per diretta dichiarazione dell’autore una critica alla sinistra radical chic dell’epoca. “(..) sono uscito dopo una settimana /non era tanto freddo, e normalmente ho incontrato una puttana./ A parte il vestito, i capelli, la pelliccia e lo stivale/aveva dei problemi anche seri, e non ragionava male./ Non so se hai presente una puttana ottimista e di sinistra,/ non abbiamo fatto niente, ma son rimasto solo, solo come un deficiente.”

Apprendiamo da un articolo del Corriere della sera che la professione di p…..a ottimista e di sinistra grazie al Covid sta avendo una nuova legittimazione. L’articolo a firma di Silvia Madiotto ci racconta con la leggerezza di chi promuove un nuovo brand di MelaZeta, trentenne trevigiana di professione segretaria che perso il lavoro a causa della pandemia si è reciclata come “performance erotica” sul web. Racconta la sua storia con dovizia di particolari: «Era ottobre, c’erano scadenze da pagare. Mi è sempre piaciuto farmi foto su Instagram, ricevevo reazioni positive. Poi qualcuno mi ha suggerito di provare questo sito, (OnlyFans) ho utilizzato le stesse foto. (..) C’è sempre chi dirà che è un retaggio del patriarcato, (..) La realtà è una (..) ci sono dei problemi economici in questo periodo. Se posso fare video nella sicurezza della mia camera (..) in pieno rispetto delle normative Covid, le entrate sono certificate, (..) vendo immagini con cui pago il mutuo e le bollette, Beh, ci metto la firma.” Con buona pace delle femministe che accusavano Dalla di misoginia per “le sue belle tette e per l’amico che le vuole toccare” in Meri Luis. Nell’articolo poi si parla anche dei guadagni, lauti, alla domanda sulle entrate Melazeta dichiara candidamente: “a novembre seimila euro. Quando facevo l’impiegata erano mille euro al mese (..)». La storia fa pandant con quella di Emanuele Zappalà commercialista in crisi per il Covid, che chiude il suo studio e si ricicla come rider, si dichiara felice, in un’intervista al Messaggero ci racconta che oggi lavora per Deliveroo. Cioè fa circa 100 chilometri al giorno in bicicletta, con il ghiaccio e la pioggia, con un borsone sulle spalle consegnando pizze e sushi. Dichiara di guadagnare 2000 euro netti al mese.

Peccato che nel registro dei commercialisti non risulta nessun Emanuele Zappalà, sul suo profilo Linkedin scopriamo che lavora per Deliveroo dal 2018, anno in cui non c’era nessuna emergenza Covid19.  Lo stipendio medio di un riders è stimato in circa 800 euro mensili, per raggiungere certe cifre bisognerebbe lavorare circa 18 ore al giorno, sette giorni su sette. Il 31 dicembre 2020 la sezione lavoro del tribunale di Bologna (che ha accolto un ricorso presentato congiuntamente dalla Cgil), ha multato Deliveroo per “ranking reputazionale’” a causa di un algoritmo che penalizza chi si assenta dal lavoro, declassando non solo chi lo fa per motivi banali, ma anche chi si astiene dalle consegne per malattia o per esercitare il diritto di sciopero. Monti ci ammoniva: “Che monotonia il posto fisso, I giovani si abituino a cambiare” e allora ben vengano i fattorini in bici e le “performer erotiche” che fanno guadagnare multinazionali site nella “Perfida Albione” (sia Deliveroo che OnlyFans hanno sede fiscale nel regno unito),  nuovi schiavi felici di sopravvivere “pedalando” e nuove aspiranti maitresse  delle Joy Division (termine che designava, nei lager, le donne prigioniere destinate all’intrattenimento sessuale di soldati). Oggi un Lucio Dalla disperato ed erotico potrebbe restarsene tranquillamente in casa, in mutande, mangiarsi una pizza portata da Emanuele, non fare “niente” con una Melazeta “ottimista e di sinistra” e concludere la giornata allo stesso modo. E’ così che il sistema liberista ci vuole, disperati ed erotici, a rischiare la cecità. “Penso a delusioni a grandi imprese a una Tailandese ma l’impresa eccezionale, dammi retta, è essere normale”.

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