Iniziata la caccia grossa degli USA per annientare Vladimir Putin

 

Iniziata la caccia grossa degli USA per annientare Vladimir Putin

Quello che si muove sulla scena internazionale in questo periodo, dopo l’entrata in carica della nuova Amministrazione USA, non promette niente di buono e si avvertono sempre maggiori frastuoni di prossime guerre.

Risulta significativo quanto ha dichiarato pochi giorni fa Karen Pierce, ambasciatrice britannica negli Stati Uniti, la quale, durante un’intervista a Bloomberg, ha affermato che Cina e Russia non devono risultare vincitrici del mondo post-COVID. La Pierce, nella sua intervista, ha esortato gli Stati Uniti e il Regno Unito a lavorare a stretto contatto per contrastare la sfida strategica di Cina e Russia, aggiungendo: “Non dobbiamo permettere di svegliarci un giorno e scoprire che ci sono standard cinesi su cose come l’intelligenza artificiale e il cyber”, perché le nuove tecnologie devono andare a vantaggio dei “mercati aperti”. Una dichiarazione analoga è stata fatta dal nuovo segretario di Stato designato, Antony Blinken, il quale ha sostanzialmente riaffermato con decisione che il programma dell’Amministrazione Biden prevede di ricostituire la leadership unilaterale degli USA sul mondo.

Gli esponenti politici americani hanno sempre affermato di intervenire negli altri paesi non per conquistare territori o salvaguardare i loro interessi ma per difendere principi universali, per “esportare la democrazia” e  punire i tiranni malvagi (sic!) .  Una propaganda alimentata dalla possente macchina mediatica, con Hollywood, le Università e i centri di cultura in prima fila nell’affermare l’America come “L’Impero del Bene”, della democrazia, della libertà e dei diritti individuali. Questo spiega perché negli ultimi trenta anni gli Usa hanno denominato le loro guerre di aggressione contro paesi sovrani come “operazioni di polizia internazionale”. Un eufemismo per nascondere i veri obiettivi della politica USA: assicurarsi il dominio unilaterale come superpotenza, di garantirsi il controllo delle fonti energetiche e mantenere la propria egemonia sui paesi vassalli, Europa in primis. L’egemonia non si mantiene soltanto a livello politico, economico e militare ma richiede anche la conquista culturale degli altri paesi ed è esattamente il principale risultato che hanno ottenuto gli Stati Uniti dal 1945 in poi.

L’Amministrazione Biden si rivela come una congregazione di globalisti liberal imbevuti di ideologia primatista e messianica sulla base della quale decidono una politica interventista di pesante interferenza negli altri paesi. Fatalmente questa visione della politica americana porterà allo scontro con le potenze emergenti, quali la Cina e la Russia che hanno già dimostrato di puntare ad un mondo multilaterale dove non c’è posto per le pretese egemoniche di Washington.  La Russia è quella che il clan Biden/Harris/Nuland considera la “principale minaccia per il mondo libero”. Alla Russia di Putin l’elite nordamericana non perdona di aver determinato i principali rovesci subiti dagli USA negli ultimi anni, in Siria come in Crimea. Gli anglomericani hanno già iniziato la caccia grossa per rovesciare Vladimir Putin. Tuttavia la NATO, il principale strumento militare della politica aggressiva di Washington, non è più in grado di agire direttamente contro il blocco Russia/Cina, visto il deterioramento della forza militare della NATO e l’accresciuta potenza nucleare della Russia e della Cina. Ecco quindi che Washington ricorre in modo spudorato alla sobillazione interna, contando sullo strumento dei social media, delle ONG e degli agenti provocatori assoldati dalla CIA, di cui Navalny è l’ultimo più famoso esempio.

La campagna americana di aggressione alla Russia è già iniziata e sta mettendo in campo anche agenti sabotatori che vengono facilmente reclutati fra gli jihaddisti provenienti dal Medio Oriente. Sono le truppe di fanteria già utilizzate dagli USA per destabilizzare la Libia, la Siria e l’Iraq e che possono essere infiltrate nella zona asiatica della Federazione Russa. Assisteremo presto a molti altri casi Navalny per provocare indignazione internazionale contro la Russia. Il turno della Cina verrà dopo. La vera minaccia non è soltanto quella di rovinose guerre ma piuttosto l’avvento del mondialismo con l’americanizzazione del pianeta.

 

 

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