Tra notizie false e limitazioni di libertà

 

Tra notizie false e limitazioni di libertà

È di ieri la notizia apparsa su alcune riviste scientifiche e rimbalzata questa volta anche sul  The New York Times che i dati mondiali sul numero dei contagiati di questa pandemia da coronavirus sono falsi al 90%.

È una notizia bomba perché, in base a questi dati, si sono attuate tutte quelle forme di distanziamento sociale e di limitazione delle libertà individuali che tanti danni stanno causando, non solo all’economia nazionale, ma anche e soprattutto alle persone, con particolare riferimento ai più giovani; danni psicologici e psichiatrici la cui vera entità sarà visibile tra qualche anno.

La falsità dei dati è dipesa essenzialmente dall’uso improprio dei tamponi, cosa che parecchi clinici sostenevano da tempo. Infatti il tampone effettuato su soggetti privi di qualsiasi sintomo sono inattendibili, ma hanno una loro utilità qualora, dal quadro generale e dai sintomi, si fosse già fatta una diagnosi di influenza da coronavirus.

Infatti, per quanto riguarda l’Italia, i dati sui contagiati sono attendibili soltanto per il periodo e le zone in cui l’epidemia ha avuto il suo apice, in quanto i tamponi venivano effettuati solo sui pazienti ricoverati e con sintomi piuttosto precisi.

A questa situazione va aggiunta l’aggravante dell’incapacità della nostra classe politica, sia che fosse dettata da stupidità oppure da manifesta malafede, se non addirittura da vero ed autentico Tradimento.

Purtroppo l’Italia è una nazione a sovranità limitata, anzi limitatissima sicuramente, perché nel 1945 abbiamo perso in malo modo la guerra, conclusa con un trattato di pace che è una resa incondizionata e con patti bilaterali che ci hanno costretto a cedere agli USA parti del nostro territorio per installarvi loro basi militari, il più delle volte fornite di armi e missili con testate nucleari, fuori dal nostro controllo. Inoltre abbiamo dovuto accettare, e nessuno dopo oltre 75 anni lo ha denunciato, l’umiliante situazione di dover considerare “alleati nostri” coloro che ci hanno imposto, con le armi, un “diktat” di tale portata.

Inoltre l’Italia sin dal suo nascere è stata terreno di scontro e di confronto dei servizi segreti di mezzo mondo, che hanno condizionato in modo notevole le scelte delle nostre classi dirigenti. In particolare oltre agli USA, anche Gran Bretagna, Francia e Germania si sono contese e continuano a contendersi la supremazia sulla gestione politica ed economica della nostra nazione.

Tutto questo agitarsi per il controllo dell’Italia ha trovato sponda in alcuni ben individuati personaggi e partiti che, non avendo la minima nozione di quale sia il nostro interesse nazionale hanno pensato esclusivamente al loro interesse personale.

D’altra parte la rottura dello spirto identitario nazionale, dovuta alla fine ingloriosa della guerra 40/45, come sosteneva lo storico Renzo De Felice, ha fatto sì che nessuno si adoperasse per il bene dell’Italia e quei pochi che ci hanno provato subissero una tragica fine. Basti pensare al caso Mattei.

Pertanto dobbiamo convincerci che finchè non avremo recuperato la nostra autonomia decisionale e non ci saremo liberati, veramente questa volta, dalle interessate ingerenze straniere non potremo avere una nostra autonoma vita politica.

Il che non vuol dire non avere rapporti e relazioni internazionali, ma vuol dire soltanto mantenere quei rapporti che, per reciprocità arrecano vantaggio al nostro interesse nazionale. Ma questo, come abbiamo visto può avvenire solamente quando avremo riconquistato, o meglio ricostruito, la nostra identità nazionale. Cioè avremo raggiunto di nuovo quella consapevolezza di popolo che nasce dall’enorme patrimonio culturale e storico di cui siamo ancora possessori e viene cementata da un’indissolubile comunità di destino.

Tutto questo ha bisogno di scelte coraggiose che ci facciano liberare dai vincoli assurdi di una guerra persa ormai tanti anni fa.

Iniziamo a riprendere in mano il nostro destino e difendiamo tutto ciò che è Italiano. La battaglia sarà dura ma possiamo vincerla.

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