Il fuoco di Vesta

 

Il fuoco di Vesta

20 febbraio 2020 la scoperta del “paziente 1” segna l’inizio della crisi provocata dal Covid 19 con il palesamento della scaletta di intenti di una classe politica ed economica che utilizzerà la pandemia per velocizzare il tanto auspicato “Great Reset” cioè la totale globalizzazione, con la distruzione dei concetti di Patria, famiglia, comunità, financo il concetto di “individuo”. Il capitalismo occidentale prende atto che vanno fatti i conti con le economie emergenti (India, Cina, etc.) Per farlo quelle locali (artigianato, turismo, ristorazione, piccola e media impresa) devono cedere il passo alle multinazionali. ll Premier Mario Draghi senza peli sulla lingua, lo dichiarerà apertamente nell’ultima riunione del gruppo dei 30, “L’economia locale, è insostenibile”, dichiarazione che fa eco a quella dell’altro Mario, Monti, che in un discorso tenutosi alla Luiss nel 2011 dichiarò spudoratamente: “Non dobbiamo sorprenderci che l’Europa abbia bisogno di crisi, e di gravi crisi, per fare passi avanti. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario. È chiaro che il potere politico, ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale, possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c’è una crisi in atto, visibile, conclamata.“. Come riassume splendidamente in poche frasi Maurizio Blondet “Il distanziamento sociale non è il mezzo per fermare l’epidemia ma (..) il pretesto per imporre il distanziamento sociale. Il distanziamento sociale non è il mezzo per fermare l’epidemia, ma uno strumento per imporre la digitalizzazione forzata della società, rendere impossibile la partecipazione politica attiva (..), cancellare la democrazia. (..) La chiusura di bar, ristoranti e luoghi di incontro non è un mezzo per combattere l’epidemia , ma uno strumento per impedire ogni socialità. (..) Quando sarà chiaro tutto questo ,si potrà tornare a preoccuparsi del coronavirus.”

Nel 380 d.c. gli Imperatori Teodosio, Graziano e Valentiniano, promulgarono l’editto di Tessalonica con cui si dichiarava il cristianesimo religione di stato dell’impero romano. Con la sua attuazione, i cosiddetti decreti Teodosiani, nel febbraio del 391 a Roma, nel tempio di Vesta, veniva spento definitivamente il fuoco sacro, la brace, che ardeva ininterrottamente da prima della fondazione stessa dell’Urbe. Febbraio 2020 il Covid spenge (si spera non definitivamente) ogni residuo di sacralità, almeno in occidente e in quella parte dell’oriente ormai occidentalizzata. Il 26 febbraio 2020 si terrà l’ultima udienza generale in piazza San Pietro prima del lockdown. Da li in poi diretta streaming dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico, anche l’Angelus seguirà le stesse modalità. Nei 1630 anni dallo spegnimento del fuoco sacro, di Vesta, in cui il continente Europeo si è affidato alla figura del Cristo risorto e di santa romana chiesa l’umanità ha subito guerre, carestie, massacri, malattie, pandemie, che hanno decimato le popolazioni, la “Peste Nera” del milletrecento nella sola Europa uccise un terzo della popolazione, l’influenza spagnola, fra il 1918 e il 1920 ne uccise decine di milioni, più della prima guerra Mondiale. In tutte queste tragedie, v’era un’unica certezza, la fede, ed un unico luogo che restava sempre aperto per professarla, le chiese, qui vi si recavano lebbrosi ed appestati, e qui insieme ai sacerdoti ci si rivolgeva al sacro, per arrivare la dove la scienza e la logica non potevano arrivare. La Chiesa di Bergoglio, per la prima volta nella storia, non apre ai malati ed ai pellegrini, anzi, chiude, si prostra allo scientismo, l’immagine simbolo è quella del 27 marzo 2020, quella di un Papa solo, che sale sotto la pioggia i gradoni del sagrato di piazza San Pietro. La Chiesa di Bergoglio si arroga l’empio diritto di chiudere le chiese, e quindi di negare Dio, segue zelante le mode e le ideologie. Chiudere le chiese ha significato sbattere le porte in faccia a molti fedeli che, nonostante le tante, troppe infedeltà delle gerarchie ecclesiastiche, ancora credono nel Vangelo. Significa togliere la speranza, facendo vincere la paura. Significa rinnegare quel Gesù che non aveva timore di toccare i lebbrosi. Trincerarsi dietro i portoni degli edifici sacri, come fossero le saracinesche di Tezenis, rifiutare la comunione agli ammalati e la benedizione ai defunti significa ammettere che la Chiesa ha fallito.

Significative le parole di monsignor Yoannis Lahzi Gaid “Pensiamo a tutte le anime impaurite e lasciate sole perché noi pastori seguiamo le istruzioni civili, (..)rischiamo di mettere da parte le istruzioni divine, che è un peccato. Pensiamo come gli uomini e non secondo Dio. Ci mettiamo tra gli impauriti e non tra i medici, gli infermieri, i volontari,(..) che stanno in prima linea”. Dopo un anno dall’inizio della crisi sanitaria e spirituale il Papa si scaglia sul cosiddetto mondo no vax e free vax, nel gennaio di quest’anno Il pontefice ha deciso d’intervenire sull’argomento, attraverso un’ l’intervista concessa a Fabio Ragona andata in onda su Canale 5, dove ha affermato: “Io credo che eticamente tutti debbano prendere il vaccino,” poco dopo, si è vaccinato. Non fraintendetemi umanamente è lecito, avrebbe potuto farlo privatamente senza pubblicizzarlo, ma l’immagine di un pontefice a cui non basta la fede ne snatura in concetto mistico e simbolico. Il Vaticano, ha attivato il “piano vaccini” come tutti gli altri Stati europei.  Sull’utilizzo per lo studio e preparazione dei vaccini di feti abortiti, tuona l’osservatorio Van Tuhan composto da un cardinale e quattro vescovi fra cui Mons. Athanasius Schneider e il cardinale Janis Pujats, secondo cui l’utilizzo di vaccini prodotti con linee cellulari sarebbe un grande crimine contro Dio. Anche milioni di fedeli sostengono quella impostazione dottrinale, mentre la Congregazione per la Dottrina della Fede, attualmente  presieduta dal gesuita Luis Francisco Ladaria Ferrer, si è espressa in maniera ufficiale, con dichiarazioni che hanno fatto notizia: “Quando non sono disponibili vaccini contro il Covid-19 eticamente ineccepibili (..) è moralmente accettabile utilizzare i vaccini anti-Covid-19 che hanno usato linee cellulari provenienti da feti abortiti nel loro processo di ricerca e produzione”. Con la pandemia la chiesa post conciliare Bergogliana è cambiata per sempre, dismette i concetti di sacro, esoterismo ed essoterismo e si allinea ad una visione scientista del mondo. Ma non è la sola, marzo 2021, Zonal Hospital dell’Ospedale di Dharmsala nell’India settentrionale il Dalai Lama, 85 anni, guida spirituale della tradizione buddhista tibetana riceve davanti alle telecamere la prima dose di vaccino AstraZeneca. In Covid è reale, nessuna minimizzazione, la scorsa estate ho partecipato al funerale di un conoscente, stroncato dalla malattia, in una chiesa svuotata, con poche seggioline dell’ Ikea al posto delle panche settecentesche, all’entrata come sempre mi sono recato all’acquasantiera per il rito del segno della croce, era vuota, ad una giovane monaca probabilmente Indiana o Pakistana, ho chiesto il motivo, mi ha risposto che era stata tolta per motivi sanitari, perchè poteva essere trasmettitrice del virus…La messa è finita, andate in pace, propongo di riaccendere il fuoco di Vesta.

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