Io allo zoo

 

Io allo zoo

23 aprile 2005 il ventiseienne Jawed Karim, giovane programmatore di PayPal posta su una nuova piattaforma lanciata insieme a due giovani colleghi, Chad Hurley e Steve Chen, un brevissimo video, della durata di 18 secondi, “Me at the zoo” (io allo zoo), sarà il primo contenuto della piattaforma di video sharing YouTube. Karim è nato il 28 ottobre 1979 a Merseburg , nella Germania Est , suo padre Naimul è un musulmano del Bangladesh che lavorava come ricercatore alla 3M. Nel 1992 Karim si trasferì con la famiglia a Saint Paul, Minnesota. Laureato in informatica fu uno dei primi dipendenti di PayPal. Dopo aver co-fondato l’azienda e sviluppato il concetto e il sito web di YouTube, Karim si è iscritto come studente alla Stanford University. Quando il sito è stato lanciato nel febbraio 2005, ha accettato di non essere dipendente ma di essere semplicemente un consulente, per poter concentrarsi sui propri studi. Di conseguenza, ha preteso una quota molto inferiore nella compagnia diretta da Hurley e Chen. A causa del suo ruolo minore nella società, Karim resterà per lo più sconosciuto al pubblico fino all’acquisizione di YouTube da parte di Google nel 2006. Nonostante la sua quota inferiore, ricevette l’acquisto delle proprie azioni (137.443), per un valore di circa 65 milioni di dollari. Il 6 novembre 2013, YouTube ha iniziato a richiedere che i commenti sui suoi video venissero effettuati tramite un account Google, rendendo di fatto gli “algoritmi” di Google padroni incontrastati di tutti i contenuti caricati sulla piattaforma. Karim con un post sotto il suo primo storico video lascerà il seguente post. “Non posso più commentare qui, dato che non voglio un account Google”.

Nel maggio 2007 il sito diventa disponibile anche nel nostro paese. Nello stesso anno il giornalista Claudio Messora, musicista, project manager e amministratore delegato in numerosi progetti informatici internazionali, realizza sulla piattaforma Youtube un videoblog con lo pseudonimo di Byoblu. Il primo video caricato fu un mini documentario sulla storia della democrazia nel nostro paese, da allora il canale byoblu è divenuto riferimento per tutte le voci ritenute “fuori dal coro”, e va riconosciuto che nonostante Messora nel 2013 diverrà consulente per la comunicazione del Movimento 5 Stelle, a Byoblu sono intervenuti tutti, senza censure e senza chiusure di provenienza, si sono accavallate nel canale voci ritenute di estrema destra, altre di estrema sinistra, presumibilmente estremamente vere, in antitesi alle fake news imposte dal regime. 30 Marzo 2021 dopo 14 anni di onorato servizio, la testata giornalistica di controinformazione viene cancellata dalla piattaforma Youtube. Ne dà l’annuncio lo stesso fondatore in un lungo post: “Youtube ha rimosso in un solo istante 14 anni di contenuti, tra i quali molti di altissimo livello, realizzati insieme a magistrati, presidenti della Corte Costituzionale, intellettuali, filosofi, economisti, politici, avvocati, scienziati. Una fotografia cangiante delle trasformazioni che si sono avvicendate nella società da 14 anni a questa parte, viste con gli occhi dei cittadini e non con quelli dei media”.(..) La nostra colpa è questa ossessione di voler far parlare i cittadini (..), di mostrare le notizie anche da un altro punto di vista”. L’alternativa al silenzio è trovare un altro mezzo di trasmissione, si punta a un canale nazionale sul digitale terrestre, viene aperta una campagna di crowdfunding, servono 120 mila euro più iva, entro il 10 aprile, per la gioia del “Regime” e di Google, l’operazione “Censura” pare al momento fallita, in meno di 24 ore Byoblu ha raccolto oltre 150000 euro necessari ad acquistare una frequenza nazionale, Karim come un novello Frankenstein sarebbe sicuramente soddisfatto così come altri importanti attori del monopolio dell’informazione della silicon Valley, pentiti delle loro creature. Anche Facebook è sotto attacco dai suoi stessi creatori. Sean Parker (per capirci, il Justin Timberlake del film “The Social Network”), l’imprenditore che inventò Napster e partner di Zuckerberg nei primi mesi di vita della piattaforma decide di scagliarsi contro la creatura che ha contribuito a creare: “il social blu sfrutta le vulnerabilità psicologiche delle persone” ha detto nel corso di una conferenza di Axios in Philadelphia. In alcuni passaggi Parker, ha ricostruito i momenti essenziali vissuti fra 2004 e 2005, spiegando che il meccanismo messo in piedi dal social, costruito intorno ai Mi piace, alle condivisioni ed ai commenti, funziona di fatto come “un loop di validazione sociale” basato proprio intorno a una “vulnerabilità psicologica umana“. Per le dimensioni che ha oggi, Facebook “cambia letteralmente la relazione di un individuo con la società e con gli altri”.

Un altro ex-manager Chamath Palihapitiya, responsabile per la crescita degli utenti Facebook dal 2007 al 2011. Parlando alla Stanford School of Business, non ha usato mezzi termini: “Abbiamo creato strumenti che stanno distruggendo il tessuto funzionale della società”, ha detto, riferendosi non solo a Facebook, ma a tutto l’universo dei servizi online, “i circuiti viziosi a breve termine alimentati dalla dopamina, che abbiamo contribuito a creare, stanno distruggendo il modo in cui la società funziona”. (..) Non c’è nessuna dialettica civile, nessuna cooperazione; solo disinformazione, menzogne”. Per Palihapitiya e Parker l’unica soluzione è staccare la spina, o almeno cercare di utilizzare i social network il meno possibile. Quanto alle menti più deboli, quelle dei bambini, il suo suggerimento è chiaro: astinenza totale. Ai suoi figli non dà neppure la possibilità di usare “that shit”, usando un termine che non ha bisogno di traduzione. Propongo un’azione dimostrativa, se nelle vostre vicinanze c’è uno zoo, (ma andrà bene anche un circo, un parco o un allevamento di animali) consiglio di registrare un brevissimo video, intitolato “Me at the zoo” (io allo zoo), e con quello salutare YouTube, per trasferirsi su altri social non censurati, o ancor meglio nelle piazze.

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