La piazza e il potere

 

La piazza e il potere

Finalmente dopo oltre un anno di inutili angherie da parte dei governi che si sono succeduti, durante il periodo della pandemia, la piazza si inizia a ribellare.

Sono gli Italiani stanchi, delusi, traditi, dalle troppe promesse disattese e dagli inutili sacrifici che hanno dovuto sopportare. Sono i più colpiti dalle stupide privazioni cui siamo stati costretti, non per affrontare il morbo, ma per costruire enormi fortune planetarie sugli affari miliardari per gli inutili tamponi e gli improbabili vaccini.

Il morbo lo si poteva contrastare in molti modi sfuggendolo, che è stata la nostra scelta, affrontandolo, con cure preventive sul territorio, ignorandolo. La combinazione delle ultime due soluzioni, da applicare con opportuni metodi preventivi, non avrebbe distrutto la nostra economia, né la nostra coesione sociale e soprattutto avrebbe consentito, a chi avesse avuto il coraggio di non rinunciare a vivere, di poter tutelare il futuro dei propri cari e dell’Italia.

Lasciare liberi di scegliere le soluzioni più congeniali al proprio modo di essere avrebbe anche garantito una selezione naturale.

Immagino già quali sarebbero state le obiezioni ad una tale scelta: l’aumento dei contagi, l’intasamento degli ospedali, la scarsità delle terapie intensive.

Falsi problemi, anzi problemi costruiti per errori ed incompetenza. Intanto con una relativa maggiore igiene personale e soprattutto degli ambienti, si sarebbe comunque contenuto l’aumento dei contagi; poi se si fosse evitata la sistematica diffusione dei dati, tra l’altro fasulli, della propagazione epidemica, si sarebbe impedito quel terrorismo generalizzato che ha indotto gravi effetti psicologici su tutta la popolazione, che ha iniziato, in massa, a recarsi negli ospedali per ogni lieve malore, al punto da intasarli; cosa che si sarebbe potuta evitare con una sapiente informazione ed un potenziamento della medicina di base e del territorio. In questo modo si sarebbe anche sicuramente evitato l’intasamento delle terapie intensive utilizzate anche per malati che non si sono mai inviati a tali terapie perché impossibilitati a sopportarle per vari motivi. Certo, l’aver tagliato nella sanità le spese per le esigenze future, invece di quelle inutili ma lucrose, fa parte della mala gestione dovuta al decentramento regionale e politico della sanità.

Io mi auguro, comunque, che nelle legittime manifestazioni di questi giorni non vi sia solo la molla dell’interesse personale e della sopravvivenza, ma vi sia anche un po’ di amore per la nostra Italia, che questa genia di traditori, che sono al governo ed alla finta opposizione, stanno conducendo alla dissoluzione.

Per questo auspico che alle prossime manifestazioni, non si lascino da sole le categorie più colpite ma che tutti gli Italiani, che hanno a cuore il destino di questa stupenda nazione, scendano al fianco di chi cerca solidarietà per la salvezza delle proprie attività, che diventa, inevitabilmente, la salvezza di tutti.

Ma è proprio questo che teme il potere, la possibilità che il popolo tutto chieda giustizia e libertà. Troppe parole, troppe chiacchiere in circa 15 mesi di provvedimenti restrittivi, senza reali e concreti aiuti, soprattutto da quella UE, che dovrebbe essere vicina ai popoli europei e che ancora non ha fatto arrivare alcun aiuto concreto se non un vaccino, a pagamento, di cui nessuno sa o vuole dire la reale necessità e funzione.

Invece il potere e i pennivendoli al servizio sanno solo indicare nella presenza di alcuni esponenti dell’estrema destra il pericolo per le manifestazioni. Sono tecniche ormai sperimentate che tornano sempre utili per la famosa applicazione del “divide et impera”. La rabbia e la volontà di non arrendersi al virus è tanta e di tutti tranne della nostra inetta e venduta classe dirigente, nella sua quasi totalità, e degli utili idioti tappati in casa per paura.

Ma mentre questi ultimi li capisco, dato il martellamento terroristico quotidiano messo in atto dai mezzi di disinformazione, gli altri, i servitori del potere, gli ossequiosi a Draghi, non solo non li capisco, ma li indico come gli affossatori dell’Italia.

È in questi momenti che si deve attuare il libero arbitrio e la libera scelta lasciando il suicidio a chi ha deciso di non vivere per non morire.

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