La strategia del potere USA punta ad allargare il fronte contro Russia e Cina

 

La strategia del potere USA punta ad allargare il fronte contro Russia e Cina

Lo scontro che si delinea tra gli Stati Uniti e il blocco Russia-Cina inizia a prendere le sembianze di un potenziale conflitto allargato. La elite di Potere di Washington insegue il suo obiettivo di neutralizzare il potere crescente della Russia e della Cina.

Si spiegano così le forti tensioni incrementate in queste ultime settimane dall’Ucraina alla Siria e da Taiwan al Mar cinese meridionale, dove gli USA hanno distaccato un gruppo d’attacco diretto dalla portaerei Theodore Roosevelt a cui partecipano unità navali britanniche.

Queste esercitazioni in realtà nascondono la prova di forza che Washington sta conducendo contro la Cina che viene accusata di essere una minaccia nell’area asiatica. Stesso discorso per la presunta “minaccia russa” in Europa, salvo essere gli USA e la NATO i primi a muovere enormi contingenti di truppe e di mezzi vicino ai confini della Federazione Russa.

Tutto questo serve alla propaganda atlantista per intensificare le azioni della cosiddetta strategia di “contenimento”. Una dinamica bellicistica che Biden, dietro consiglio dei suoi suggeritori (fra i quali spicca il duo Obama/Clinton), non si sforza di nascondere ma incrementa incitando, l’Ucraina da una parte e Taiwan dell’altra, a intraprendere azioni provocatorie rispettivamente contro la Russia e la Cina.

Per attuare i suoi fini, Washington sta cercando di serrare le fila dei propri alleati e vassalli nel disegno di coinvolgere Europa e Asia nel confronto bellico, imponendo sanzioni contro i suoi stessi alleati, come nel caso della Germania per il gasdotto Nord Stream 2.

I responsabili della Amministrazione Biden tentano di usare le vecchie armi spuntate della difesa dei “diritti umani” nel patetico tentativo di capovolgere la realtà, accusando la Cina di genocidio che è una grossolana falsificazione. Al contrario la propaganda USA si sforza di occultare il vero genocidio che USA, Regno Unito e Arabia Saudita stanno attuando nello Yemen, e i crimini in Siria, in Afghanistan…. 

Tuttavia questa retorica dei “diritti umani” non riesce più come una volta, infatti i componenti della delegazione cinese nel summit svoltosi ad Anchorage (Alaska) hanno risposto alle accuse di Washington rinfacciando tutti i crimini commessi dagli USA nel corso degli ultimi anni; “non accettiamo lezioni da voi”, hanno concluso a muso duro i diplomatici della Cina.

Altrettanto sta facendo la Russia con il ministro Sergey Lavrov che alle richieste di spiegazione sui movimenti di truppe russe ai confini dell’Ucraina ha risposto “Noi siamo a casa nostra, voi che ci fate a migliaia di Km. dal vostro paese”?

Sembra, in effetti, che la Russia e la Cina abbiano concordato una strategia comune di rispondere colpo su colpo. Anticipare le mosse ed abbandonare qualsiasi velleità di negoziato. Negoziare con un nemico che vuole comunque prevalere è inutile, meglio far sentire la legge della forza, l’unica che comprende Washington.

E la forza oggi è sempre più possente nel blocco Russia Cina infatti lo sviluppo economico si va spostando in modo costante dall’Occidente verso l’Eurasia.

In questo contesto deve essere inquadrato il recente accordo di cooperazione Cina-Iran, con durata di 25 anni e investimenti per 400 miliardi di $. Un accordo che mette fuori gioco le pretese di Washington e Israele di disarmare l’Iran.

Non bisogna però meravigliarsi della rinnovata bellicosità della amministrazione USA a soli tre mesi dall’insediamento di Biden.  I presidenti a Washington cambiano ma la politica USA viene pianificata dalle stesse centrali che fanno capo allo “Stato profondo”, e che non hanno mai abbandonato la volontà di dominio mondiale.

Chiunque si oppone a questo dominio viene considerato un nemico e come tale deve essere schiacciato, costi quello che costi.

Questo spiega l’atteggiamento bellicoso degli USA. Il fanatismo degli autoproclamati missionari del Nuovo Ordine non conosce compromessi, calpesta tutto e tutti in nome della sua missione “civilizzatrice”.

Putin e Xi Jinping lo hanno finalmente compreso e si regolano di conseguenza: con fanatici invasati e presunti “missionari”, non c’ è spazio per trattare.

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