Addio Silvio, addio Forza Italia?
È impossibile spiegare in poche righe chi è stato Silvio Berlusconi, ma una cosa, su tutte, appare chiara: è stato un rivoluzionario, un innovatore, che ha cambiato radicalmente il nostro Paese. Se in meglio o in peggio non sta a noi dirlo, ma certamente ha rotto tutti gli schemi tradizionali della vecchia politica. Dall’imprenditoria allo sport, dalla tv alla politica: nessuno, negli ultimi trent’anni, ha inciso come lui. E questo, nel momento dell’addio, gli viene riconosciuto un po’ da tutti, anche da coloro che lo hanno sempre contrastato.
La sua fortuna è iniziata con l’edilizia, poi ha avuto l’intuizione geniale delle tv commerciali, che all’epoca lo fecero ritenere da molti un visionario presuntuoso (chi si sarebbe messo, allora, contro la Rai monopolista?). Venne, poi, l’ingresso nel calcio e, anche qui, in pochi credevano che potesse farcela: il Milan di Berlusconi, invece, ha vinto tutto, in Italia, in Europa, nel mondo. Da lì alla politica, quando la Prima Repubblica crollò, il passo fu quasi naturale: Berlusconi scese in campo e vinse subito le elezioni.
Da allora, per lui, è iniziato un vero e proprio calvario mediatico-giudiziario, con processi praticamente quotidiani e attacchi sui giornaloni e la tv della sinistra. Basti pensare alla puntata tv in cui Michele Santoro – con Berlusconi in studio – mostrò le immagini (poi passate alla storia) di un vertice europeo, in cui il Presidente arrivava in macchina, scendeva e si appartava al telefono, mentre la Merkel lo aspettava. Secondo Santoro, la Merkel era infuriata, ma la verità era un’altra: Berlusconi stava parlando al telefono con Erdogan, proprio su indicazione della Merkel, per ottenere il “via libera” alla presidenza danese della Nato. E l’ok arrivò, inutile dirlo, grazie a Berlusconi, che fu ringraziato con un boato dagli altri capi di governo. Ecco, questo aneddoto la dice lunga sulle mistificazioni e le bugie raccontate da coloro che Berlusconi riteneva semplicemente avversari, ma che in realtà lo avevano individuato come il Nemico da eliminare.
Berlusconi, però, ha sempre contrattaccato e, tra alti e bassi, ha resistito trent’anni. E Forza Italia è stata, in questo lungo periodo, la casa dei moderati italiani, la vera erede della Democrazia Cristiana, ponendosi al centro del panorama politico italiano e alleandosi con la destra e con la Lega (prima Nord, adesso semplicemente Lega).
Oggi Forza Italia è minoritaria all’interno della coalizione e la scomparsa di Silvio Berlusconi rischia di far esplodere un movimento già devastato dal calo di consensi. La vera domanda, dunque, è questa: Forza Italia sopravviverà? Domanda legittima, perché adesso, è facile prevederlo, molti forzisti cercheranno riparo sotto altre e più comode insegne, ma ci sarà anche chi proverà a proseguire nel solco tracciato da Silvio Berlusconi. Sarà Antonio Tajani? Sarà Marta Fascina? Più probabilmente sarà la figlia Marina, ammesso che voglia cimentarsi nell’agone politico, mettendo a rischio l’impero finanziario costruito da Silvio. Ma con quali risultati?
Il centrodestra, infatti, è saldamente in mano a Giorgia Meloni ed è molto facile che siano i Fratelli d’Italia a fagocitare Forza Italia, che peraltro ha una situazione debitoria disastrosa. E non è detto che Marina Berlusconi voglia farsi carico di un fardello così pesante.
La prospettiva, dunque, non è chiara e l’eredità di Silvio Berlusconi rischia di disperdersi in tanti rivoli. Importante è che la probabile implosione di Forza Italia non si trasformi in un’occasione, per gli scontenti, per affossare il Governo. Sarebbe un regalo enorme a quella sinistra che, per decenni, ha criminalizzato Berlusconi e che, davvero, non merita un simile omaggio.
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