Da avvocato io so’ e sto’ con Gratteri

 

Da avvocato io so’ e sto’ con Gratteri

Infuria, incontenibile, la polemica sul Procuratore della Repubblica di Catanzaro, il dott. Nicola Gratteri. Polemica bieca e becera, altamente inquietante, tuttavia. Perché attraverso essa vuol affermarsi il principio che non vi deve essere libertà né di azione né di pensiero. Quando non ci si deve, assolutamente, azzardare a rifiutare le logiche del potere. Di quel potere che si avvale, a mo’ di manovalanza, di squallidi personaggi, spesso reclutati nella cosiddetta “Sinistra”, che si rendono servili perché da sempre incapaci di una benché minima autonomia intellettuale, e venduti, a volte per quattro spicci, poiché nulla valgono ai vassalli dei vassalli dei grandi padroni del mondo.

Tornando al dott. Gratteri, sono convinto che, siccome non sembrerebbe arrestare la sua marcia di Giustizia, si è sempre tentato e si tenta di buttarlo fuori strada. Ed ancor più ci si accanisce contro e lo si demonizza, per il fatto di non essere ancora riusciti a renderlo innocuo. Ora lo spunto lo si cerca nella “prefazione”, che Egli ha stilato per il libro “Strage di Stato”, a firma del Magistrato dott. Giorgianni e del dott. Bacco. Contro di lui, Gratteri, tutta la “crema” del Pensiero Unico della Sinistra, giornalisti, politici, professori universitari, alti Magistrati, professionisti dell’antifascismo, Cattocomunisti, una nutrita pletora di gentaccia, perché altro termine non me ne viene. Gentaccia, perché piccoli intriganti con basso quoziente di intelligenza, nella loro posizione di gregari, si arrogano il diritto d’impedire agli altri, come detto, di agire e pensare differentemente da loro, ossia dai loro Padroni, fuori dai binari che il Potere Padrone ha tracciato ed impone che si seguano. Non ho letto, poiché ancora non si trova nelle librerie, il menzionato libro, ma, dalle anticipazioni che ho colto, parrebbe che in esso si delinei la tesi di una epidemia utile ad una operazione di “ingegneria sociale”, un colpo di stato globale. Io direi, con parole mie, la realtà di una più che scientifica strumentalizzazione di un fenomeno infettivo, che, capitato per caso o creato in laboratorio, vorrebbe consentire la messa in sudditanza delle popolazioni ed il quasi azzeramento delle economie delle varie nazioni, per consentire, nella ricostruzione che chissà quando sarà, maggiori potestà e margini di profitto a questi Signori del Mondo. Loro, sempre gli stessi, quelli, tanto per non andare lontano nel tempo, senza evocare la lotta di Napoleone e l’aggressione al Regno Borbonico, senza risalire alla crisi del 1929 dell’America ed a quella della Germania anti-Hitler, che hanno messo in piedi le guerre dell’Irak, la eliminazione di Gheddafi in Libia, la primavera Araba e tutti gli altri stravolgimenti che hanno reso fragili, anzi fiaccato, molti stati dell’Africa e dell’Asia, per non dire delle elezioni truccate a danno di Trump. Quei Signori che, per parlare di cose più vicine a noi, ebbero ad assassinare Mattei, monopolizzano ogni settore, banche, assicurazioni, aziende erogatrici di acqua, luce e gas, manovrano lo spread, istallano governi non eletti, ed a seguire un’ampia elencazione di tutto quello di negativo che si muove nel campo economico e sociale. Riprendiamo sul dott. Gratteri.

Un’altra accusa al suo operatore di Procuratore della Repubblica è che arresti ed inchieste finiscano nel nulla. Inalano nell’opinione pubblica queste falsità. Approfittando che la gente, drogata dalla TV e confusa dai cosiddetti media, non capisce che nel settore della Giustizia essere condannati non significa essere colpevoli, come essere assolti non vuol dire essere innocenti. Perché, sia consentito esprimerlo ad uno come me, che ha quasi 48 anni di esperienza professionale sul campo, che ha visto e sentito ed anche provato, più volte, sulla propria pelle un modo delinquenziale di amministrare la Giustizia, che nei processi è raro che si premino le ragioni. Nei processi vince il più forte, il più prepotente, quello che è inserito in un sistema di potere, anche a basso livello, quello che ha amicizie, coperture, connivenze e complicità. Spesso, per non dolermi più di tanto di questo, mi faccio venire in mente quella scena del film di Alberto Sordi, in cui si vedevano riuniti cappucci e grembiulini, deputati a decidere di piccole fortune e disgrazie dei cittadini. Per quanto poco credibile, tutto ciò esiste e funziona. Queste Confraternite anche se da operetta, agiscono su larga scala e fanno grandissimi danni. Esse, rispetto ai gerarchicamente più elevati Padroni del Mondo, di cui sono modesta espressione periferica, pur ridicole e patetiche figure, siccome si prendono pienamente sul serio e si appoggiano tra di loro, non avendo alcun valido contrasto dal “popolo bue”, sono in grado di mettere in atto grandi porcherie. Per cui non meravigliamoci se gli imputati che il dott. Gratteri porta alla sbarra vengono puntualmente prosciolti. Sicuramente Egli fa mettere loro le manette a ragion veduta. Ma i più la fanno franca, non solo per cavilli processuali, ma perché godono di protezione a livello politico, poiché integrati in un sistema di malaffare assai potente, talvolta per pressioni efficienti sulla Magistratura.

Non ci dobbiamo meravigliare quando sentiamo che tra la criminalità organizzata e quei poteri, di cui ho parlato, c’è uno stretto collegamento. Le persone oneste restano sempre impotenti e non hanno altro che rassegnarsi. L’unica facoltà è quella di rimanere lucidi e forti, nel non piegarsi ai soprusi. Comunque si concretizzino e da qualunque parte provengano. Nell’attualità resistiamo a non farci terrorizzare dallo spauracchio della malattia, a deprecare i guasti che stanno cagionando all’economia, a non accettare supinamente di farci dominare e gettare nella povertà…. Possiamo far poco, ma quel poco che possiamo fare, facciamolo. Non vinceremo mai contro, perché Essi hanno tra l’altro il potere del danaro e questo rende inespugnabili i loro privilegi. Lo stesso Napoleone, non a caso, diceva “c’est l’argent qui fait la guerre”. Almeno ci resterà la consolazione di un minimo di dignità.

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