È ufficiale: abolite le elezioni in Italia
Ormai è ufficiale: in Italia sono state abolite le elezioni. Dopo l’intervento di Mario Draghi nell’aula del Senato, infatti, è scontata la sua conferma alla guida del Governo, ma stavolta a tempo indeterminato: in nome dell’interesse nazionale, che solo il Migliore può tutelare adeguatamente, non si voterà più. Draghi, in sostanza, sarà premier a vita.
Uno scandalo? Una violazione della Costituzione? Macché. Tutti i principali attori dell’agone politico, da Letta a Salvini, passando per Berlusconi, Renzi e Calenda, hanno sponsorizzato e sponsorizzeranno questa soluzione, con un unico obiettivo: salvare le poltrone. Perché i sondaggi dicono chiaramente che oggi, se si andasse a votare, Giorgia Meloni, con i suoi “fratellini” otterrebbe la maggioranza e, allora, sarebbe un bel problema non incaricarla di formare il nuovo Governo.
Come noto, non abbiamo alcuna simpatia per Giorgia Meloni e tutta la banda che le ruota intorno, ma siamo convinti che il popolo abbia il diritto/dovere di scegliere chi deve governare e, dunque, in un momento come questo, si dovrebbe andare a votare. Invece, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, asservito ai potentati finanziari e bancari europei e mondiali, ha lavorato per conservare al suo posto l’ex presidente della Banca centrale europea, che si era dimesso la scorsa settimana.
Sono piovuti appelli da ogni parte d’Italia: Draghi è il Migliore, solo lui può garantirci i Fondi europei per il Piano nazionale di ripresa e resilienza – dimenticando che questo piano, senza alcuna utilità, indebiterà fino al collo anche le generazioni future – senza superMario sarebbe una tragedia. Così, Draghi è andato in Senato, forte di questa mobilitazione, e ha spiegato che “non si possono non ascoltare queste voci”, che si sono levate “come mai era accaduto”.
Musica per le orecchie di Enrico Letta (terrorizzato dall’ascesa della Meloni, tanto che le procure amiche si sono già mosse contro gli uomini di Fratelli d’Italia), di Salvini (che nella Lega oggi è impopolare come Zelensky in Russia), di Berlusconi (con un partito ridotto al suo voto, quello di Marta Fascina e forse di pochi altri intimi), di Renzi (in via di estinzione) e di Calenda (che, se si votasse, non ripeterebbe certo la buona performance delle elezioni capitoline).
Tutti, ma proprio tutti, ci hanno spiegato che il Paese ha bisogno di stabilità, che non si può votare adesso e che l’Italia ha detto a chiare lettere di volere Mario Draghi a Palazzo Chigi. Domanda: se è così vero, perché Draghi non si candida, gli italiani lo votano e lui governa, legittimato dal voto popolare? Semplice: perché non è vero che gli italiani vogliono Draghi.
Il rebus, comunque, è sciolto: nessuna crisi, niente elezioni e Draghi per sempre. Un po’ come il Papa: resterà a vita. A meno che, come è già successo con papa Benedetto XVI e come qualcuno teme possa verificarsi anche con papa Francesco, decida di dimettersi. Stavolta, però, sul serio.
In quel caso, sì, si tornerebbe a votare. Sempre che, ben nascosto nel taschino di Sergio Mattarella, non ci sia un altro Migliore, pronto a scendere in campo, per salvare il Paese. Dalle elezioni.
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