Effetto Schlein, Pd sotto a un treno
I ballottaggi delle elezioni amministrative hanno fatto chiarezza, spazzando via le speranze dei sinistri e dei loro tanti amici nei giornali e in tv: l’effetto Schlein, per il Pd, c’è, eccome, ma non nel senso auspicato da Franceschini e compagnia. Il Partito Democratico, o quel che ne resta, è finito letteralmente sotto a un treno, chiamato Giorgia Meloni.
La sinistra è stata sconfitta praticamente ovunque (unica eccezione Vicenza) e questo è la logica conseguenza non soltanto di una premier che piace molto agli italiani, ma anche degli errori commessi dalla Schlein e da tutta la claque che la accompagna. I vari direttori di giornale, ad esempio, da Giannini a Molinari, passando per Travaglio, continuano a battere sul tasto del presunto fascismo di Meloni e dei suoi fedelissimi, cosa di cui al popolo non interessa assolutamente nulla. Ma nessuno di questi “scienziati” è capace di illustrare ai cittadini cosa proponga davvero Elly Schlein, a parte attaccare Giorgia Meloni sulla fuffa, perché Elly Schlein non ha una proposta, non ha un’idea.
È molto facile, ad esempio, dire “no ai condoni”, ma non spiegare come fare per recuperare quei tanti miliardi di euro “incagliati” all’Agenzia delle Entrate Riscossione, senza massacrare le fasce più deboli della popolazione e le imprese che hanno avuto, in passato, problemi con un Fisco vorace. Questa sinistra – durissima con i deboli e debolissima con i forti – anziché opporsi a condoni fiscali ben motivati, che darebbero respiro a molti cittadini e imprese in grave difficoltà, oltre che alle casse dello Stato, perché non ha fatto muro, ad esempio, contro il salvataggio miliardario di istituti di credito, tra cui la “banca di famiglia”, vale a dire il Monte dei Paschi di Siena? Questa sinistra, che ha governato ininterrottamente negli ultimi dodici anni, perché non ha mosso un dito per la tutela del territorio e adesso vorrebbe punire i proprietari di casa, avallando le folli norme di Bruxelles sulle abitazioni “verdi”? In poche parole, questa sinistra – elitaria e salottiera – perde ogni qualvolta si voti, perché non sta mai dalla parte del popolo ed è sempre al fianco delle lobby e dei potentati economici. Ed Elly Schlein, che ci ha insegnato cos’è l’armocromia a 300 euro all’ora, è l’emblema di questo Pd, totalmente scollato dalla realtà.
Qualcuno, a dire il vero, ha già chiesto la testa di Elly, ma tutti i maggiorenti del Pd hanno ribattuto che è troppo presto per dare un giudizio, che la neosegretaria non ha avuto nemmeno il tempo di insediarsi e, dunque, la sconfitta alle Amministrative non è figlia sua. Sarà, ma una cosa è certa: tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein non c’è partita. Prima che compagni e compagnucci lo capiscano davvero, però, serviranno altre batoste a partire da quella del 2024, quando si voterà per il rinnovo del Parlamento Europeo.
L’auspicio, adesso, è che nel centrodestra non subentri la solita sindrome suicida, che porta verso l’autodistruzione, con litigi interni, prevaricazioni, eccessi di arroganza. Con questa sinistra di fronte – che ha alla testa due “campioni” come Elly Schlein e Giuseppe Conte – la Meloni e gli alleati possono governare (col consenso del popolo e non senza investitura, come ha fatto la sinistra) almeno altri dieci anni. Buttare al vento questa occasione, per egoismi o assurde rivalità personali, sarebbe un delitto imperdonabile.
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