Giunta del Lazio, altra occasione persa


 

Giunta del Lazio, altra occasione persa

Dopo tanta attesa, il neogovernatore Francesco Rocca ha “partorito” la nuova Giunta regionale del Lazio. E, come i più temevano, i personaggi chiamati a rivestire il ruolo di assessore sono davvero di basso profilo. Ancora una volta, tutto si è risolto con un equilibrio basato sul bilancino da manuale Cencelli: sei assessorati a Fratelli d’Italia, che ha ottenuto anche la presidenza del Consiglio regionale, due a Forza Italia e due alla Lega.

Fin qui, poco male: sono decenni che Giunte e Governi si fanno in base a questo principio. Il problema è che, anche nel Lazio, così come avvenuto per il Governo nazionale, i vari partiti hanno designato i loro rappresentanti nell’esecutivo regionale non in base alla competenza o al reale peso politico, ma guardando alle amicizie o alle inimicizie.

Lo stesso Rocca, ad esempio, ha posto il veto – minacciando anche a rinunciare alla formazione della Giunta – sul leghista Cangemi, che era in corsa per un assessorato o per la presidenza del Consiglio regionale. “Lui e la Cartaginese – avrebbe sostenuto Rocca – hanno ottenuto, sì, tanti consensi, ma non si cancella il fatto che, nella scorsa legislatura, hanno tenuto in piedi Zingaretti: imperdonabili. E io in Giunta con me non li voglio”. Parole che sono suonate come musica per le orecchie per Durigon, ras indiscusso della Lega nel Lazio, che non voleva dare posti di risalto a Pino Cangemi, malgrado il pieno di voti alle elezioni. Così, il buon Pino, da potenziale presidente del Consiglio regionale o, in alternativa, assessore con deleghe pesanti, si è ritrovato vicepresidente del Consiglio regionale: uno strapuntino, proprio come nella legislatura passata.

Ci sono, poi, assessori che, davvero, rasentano il ridicolo, come Luisa Regimenti. La dottoressa, medico legale, è nata politicamente (si fa per dire) all’ombra di Francesco Storace, ereditando dal suo mentore solo tanta arroganza, che riversa quotidianamente sui collaboratori. Eletta, nelle file della Lega, a Strasburgo alle ultime Europee, grazie ai voti gentilmente offerti da Fabrizio Santori (allora non candidabile per la regola interna della Lega sui tempi di iscrizione al partito), in Europa si è distinta per il nulla totale, del resto come le sue colleghe Bonfrisco e Baldassare (nemica giurata della Regimenti), non a caso in corsa fino all’ultimo per un posto nella Giunta Rocca (ottenuto, alla fine, dalla Baldassarre).

Malgrado al Parlamento Europeo abbia dimostrato tutta la sua inutilità, Regimenti è stata corteggiata da Antonio Tajani, altro “genio” della politica nazionale, che l’ha portata in Forza Italia. Lei ha fatto pesare questo suo strappo con Salvini e Durigon, chiedendo un assessorato in Regione. Nessuno lo riteneva possibile, vista la mediocre caratura della dottoressa, ma Tajani ha stupito tutti, regalando un posto in Giunta all’amica Luisa. La quale, però, si è imbufalita, quando si è accorta di avere “solo” la delega al Personale e agli enti locali e non quella, certamente più ghiotta, a Scuola e Formazione, come le era stato anticipato dallo stesso Rocca, in una telefonata di sabato mattina, alla vigilia della presentazione domenicale della Giunta.

Il resto della compagine schierata da Rocca, poi, non è tanto migliore, se si escludono due o tre personaggi che qualcosa di politica e amministrazione sanno, come Ghera e Righini. E il vero problema arriverà con i dirigenti: i nomi che circolano fanno rabbrividire. Forse, per Rocca, sarebbe meglio scegliere un’altra strada, ma lui non lo farà, perché chi gli gira intorno fa parte di quei salotti buoni romani che, da tempo immemore, governa il mondo della Sanità laziale, povero quando c’è da fare qualcosa per i cittadini, ricco e munifico, quando c’è da soddisfare gli appetiti di affaristi e politici senza scrupoli. 

Insomma, lo scenario è, come sempre, desolante. E a noi non resta che registrare, con tanta rabbia, che anche la partita del Lazio – vinta dal centrodestra, dopo dieci anni di “purgatorio” targato Zingaretti – si sta risolvendo, come avviene troppo spesso, come un’occasione persa. O Rocca cambierà subito registro o il Lazio sarà l’ennesimo rigore sbagliato dal centrodestra di Governo.

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