Il Pensiero Forte aderisce al “Piano di salvezza nazionale”

Il Pensiero Forte aderisce al “Piano di salvezza nazionale”

Certi che il nostro lavoro culturale possa e debba necessariamente sposare battaglie reali, ci sentiamo in dovere, come sinceri patrioti, di aderire al progetto del “Piano di salvezza nazionale”, un documento assolutamente tecnico e di alta qualità, che propone un piano economico e sociale per la salvezza della Patria, che contempli altre strade rispetto a quelle propugnateci dai politici servi della finanza globale, quindi un piano per arginare la crisi che sarà conseguente a questa epidemia e che non preveda indebitamenti alcuni con i gruppi finanziari. Insomma un’idea reale, pragmatica, che spiega come sia possibile salvare l’Italia affidandoci puramente alle nostre forze produttive e finanziarie.

Invitiamo tutti coloro i quali condividessero questo documento a diffonderlo il più possibile, e soprattutto a sottoscriverlo sul sito https://pianodisalvezzanazionale.it/ e su https://www.change.org/p/al-governo-piano-di-salvezza-nazionale?recruiter=143693980&utm_source=share_petition&utm_medium=copylink&utm_campaign=share_petition

Sperando di fare cosa gradita, condividiamo per intero il documento di seguito.

 

PIANO  DI  SALVEZZA  NAZIONALE

Nuovi  Paradigmi

In questo momento di crisi globale straordinaria possiamo cogliere l’occasione di un obbligato reset economico, monetario, produttivo e geopolitico per superare il vecchio paradigma e adottarne uno più sostenibile.

Se non ora quando è il momento di superare i dogmi e gli schemi di pensiero che hanno messo a dura prova l’equilibrio ambientale ed economico del pianeta? Occorre uscire dai vecchi modelli anti-distributivi, basati su una scarsità artificiale della moneta, e competitivi (mors tua, vita mea) per approdare a una economia basata sulla comunità (Stato comunità), sulla cooperazione (vita tua, vita mea) e su una moneta nominale non debito (scheda tecnica Nuovi Paradigmi in allegato A).

L’emergenza sanitaria ed economica, che è globale e sta sospendendo le libertà democratiche, spinge tutto il mondo verso mutamenti epocali, che si manifestano con interventi politici drastici, sorprendenti ed immediati.

Si intravedono nuovi paradigmi globali:

  • ricerca di equilibri geopolitici diversi e più sostenibili
  • la finanza si ridimensiona e torna al servizio del lavoro e della produzione
  • la Politica governa la moneta e l’economia
  • il commercio globale si riduce alla ricerca di scambi sostenibili
  • la produzione si orienta prevalentemente al mercato interno
  • la grandissima dimensione aziendale privata è destinata a ridimensionarsi
  • la democrazia è in crisi

Scivoliamo verso la sospensione definitiva delle libertà costituzionali, o sviluppiamo una nuova capacità di decisioni trasparenti e condivise? L’Italia, colta in questo periodo di emergenza nella sua massima fragilità finanziaria, aggravata da una latente frattura fra popolazione e rappresentanza politica, corre oggi immensi rischi. Ogni speranza di rinascita potrebbe essere soffocata definitivamente se il Governo trascinasse il Paese e le generazioni future nelle paludi di quel grande prestito internazionale che molti avidi speculatori auspicano e sollecitano.

NON ABBIAMO BISOGNO DI PRESTITI INTERNAZIONALI. TUTTI DEBBONO ESSERE INFORMATI AL RIGUARDO

L’Italia può invece cogliere, con uno scatto d’orgoglio nazionale, le enormi opportunità offerte dalle circostanze, se sapremo scegliere, popolo e Istituzioni insieme, di intervenire ben oltre l’emergenza, con uno sguardo verso la svolta epocale che sta interessando tutta l’umanità, prendendo decisioni politiche strutturali coraggiose, lungimiranti e di ampio respiro.

Le azioni avviate dal Governo in questi giorni sembrano rispondere all’emergenza e, sebbene lo facciano con decisione e coraggio, mancano di prospettiva futura.

Questo è il tempo delle responsabilità condivise.

In questo documento sono raccolti i suggerimenti pratici in grado di trasformare l’emergenza in uno strutturale cambiamento di rotta.

Servono a sostenere un piano di intervento di almeno 350 miliardi di euro, suddiviso in 100 mld immediati e almeno 250 mld a brevissimo termine.

È stato elaborato e condiviso da molti economisti, esperti di finanza e altri intellettuali italiani, che si confrontano sul tema da anni.

Lo inviamo, restando a disposizione per ogni eventuale approfondimento tecnico, a tutti i rappresentanti nelle Istituzioni e anche ai media nazionali, chiedendo:

  • una valutazione seria ed approfondita da parte del Governo
  • un’ampia informazione pubblica
  • un confronto diretto con rappresentanti del Governo e del Parlamento

 

Quadro d’insieme di interventi per un totale di 350 miliardi

Tempo T0: Misure immediate per 100 mld.

Per tamponare l’emergenza sanitaria, il rischio reddito per famiglie e imprese, e mettere le istituzioni finanziarie pubbliche in grado di sostenere misure strutturali appena successive, occorre portare nelle casse dello Stato liquidità immediata per un totale di almeno 100 miliardi. Questa prima tranche di interventi è funzionale a finanziare le spese più urgenti. Al tempo t0 si propongono quindi misure funzionali a soddisfare solo le esigenze immediate.

Scongiuriamo così il prestito internazionale: MES, Eurobond, Coronabond, Fondo di redenzione nazionale, ecc…

Le misure più adeguate all’esigenza hanno natura transitoria, potendo essere sostituite, non appena superata l’emergenza, da interventi più strutturali.

Sono di due tipi:

1) Emissione di titoli di Stato a breve termine, garantiti e riservati esclusivamente al risparmio di operatori nazionali – scheda tecnica allegato B

Consente di:

  • mobilitare rapidamente al servizio della comunità parte del risparmio finanziario privato nazionale, di cui almeno 1500 miliardi sono disponibili (conti correnti e depositi) o facilmente liquidabili;
  • mettere al sicuro questa preziosa risorsa nazionale, oggi sfruttata prevalentemente dalla finanza speculativa mondiale
  • dare finalmente attuazione alla prescrizione costituzionale dell’articolo 47 che impone alla Repubblica di tutelare il risparmio
  • restituire integralmente agli investitori internazionali ogni centesimo di debito pubblico in scadenza, liberandoci per sempre dal ricatto odioso dello spread

Si sostituisce di fatto il “debito pubblico in mano a non residenti”, concetto odioso, con ben più rassicuranti e graditi “strumenti di protezione e impiego del risparmio dei cittadini”.

 

2) Emissione diretta da parte del MEF di biglietti di stato (o statonote), anche in versione elettronica – scheda tecnica allegato C

Consente di:

  • coprire con immediatezza ogni esigenza della spesa non coperta da entrate
  • arrestare ogni effetto sulla popolazione da parte di qualsiasi turbolenza derivante dalle operazioni speculative

 

I 100 miliardi saranno spesi per rinforzare il sistema sanitario secondo le esigenze e per distribuire immediatamente un reddito personale di solidarietà, dato a tutti i cittadini residenti che ne abbiano esigenza e ne facciano richiesta, possibilmente in formato elettronico.

Entrambe le misure – se presentate adeguatamente – saranno facilmente accettate dai cittadini, e sicuramente gradite dagli investitori.

Soprattutto se vengono accompagnate dall’impegno verso la popolazione da parte di Governo e Parlamento, ad implementare nella fase immediatamente successiva misure strutturali a favore di tutti, tra cui la predisposizione di una piattaforma pubblica elettronica dei pagamenti che servirà per i provvedimenti della fase T1.

 

 

 

 

UN NUOVO PATTO SOCIALE

Tempo T1 (entro 4 mesi). Misure strutturali per almeno 250 mld.Al tempo t1 si predispone un piano strategico di investimenti produttivi per almeno 250 mld per rilanciare l’economia nazionale attorno a obiettivi coerenti e coordinati di politica economica di medio-lungo termine.

Alle fonti di finanziamento si aggiungono altri tre strumenti, banche pubbliche, agevolazioni fiscali e CdR, scambiabili su apposita piattaforma informatica.

 

3) Le istituzioni finanziarie pubbliche (Medio Credito Centrale, Cassa Depositi e Prestiti ecc.) vengono ampiamente ricapitalizzate e messe a rapporto diretto e stringente con il Governo per tutelare strutturalmente il risparmio pubblico e creare investimenti – scheda tecnica allegato D

Consente di:

  • accedere alla provvista di liquidità a tassi convenienti presso la BCE
  • garantire al Governo un efficace strumento di trasmissione nell’economia reale delle decisioni politiche prese dal Parlamento
  • rimettere l’apparato pubblico in grado di garantire a cittadini e imprese i servizi pubblici essenziali di qualità adeguata

È possibile e auspicabile prevedere forme di partecipazione diretta alla proprietà popolare diffusa nelle aziende pubbliche che erogano servizi, accompagnate da forme di coinvolgimento nella gestione, al fine di assicurarne il controllo e il contenimento dei costi.

 

4) La trasferibilità di qualsiasi agevolazione fiscale (credito, detrazione, sconto, compensazione) tra tutti i soggetti giuridici residenti.

Attualmente esiste già una piattaforma informatica pubblica presso l’Agenzia delle Entrate per la trasferibilità delle agevolazioni fiscali (crediti, detrazioni, sconti), che va certamente implementata e resa più fluida nell’uso tra tutti i cittadini di quanto non sia oggi. Su tali aspetti esistono disegni di legge (CCF, SIRE) già depositati in Parlamento, di cui si chiede approvazione coordinata.

 

5) I Conti di Risparmio (CdR) pubblici, volontari e con somme trasferibili su piattaforma elettronica presso il MEF, aperti a tutti i residenti – scheda tecnica allegato E

Consente di:

  • creare un sistema pubblico di pagamenti interni, che metta in contatto diretto lo Stato comunità con tutti i suoi cittadini partecipanti; utile sempre, ma particolarmente nelle situazioni di urgenza e necessità come l’attuale per erogare con immediatezza un reddito personale di solidarietà
  • tutelare il risparmio italiano, ex art. 47 della Costituzione, per di più garantendo che sia sistematicamente utilizzabile per la sua fluida circolazione nel mercato domestico
  • ridurre gli oneri passivi sul debito pubblico, permettendone contestualmente la sua riduzione complessiva e l’aumento della detenzione nei soggetti residenti in Italia, cui verrebbero accreditati anche i relativi interessi che tornerebbero qui in circolazione
  • sostituzione di una buona parte degli attuali titoli del debito pubblico fluttuanti sui mercati con gli Euro raccolti tramite i conti di risparmio pubblico

Il risultato finale, a seguito delle misure del punto T1, è quello che ogni soggetto residente munito di codice fiscale possa avere un unico innovativo strumento informatico che permetta la trasferibilità delle somme sul conto corrente bancario, sul conto di risparmio pubblico e delle agevolazioni fiscali.

Con tali fonti di finanziamento (titoli di Stato di solidarietà, biglietti di stato, banche pubbliche, circolazione delle agevolazioni fiscali e dei CdR), si potranno spendere almeno ulteriori 250 miliardi con i seguenti obiettivi:

  • creare lavoro per tutti
  • acquisire aziende strategiche al patrimonio pubblico, necessarie a garantire alla cittadinanza ed alla struttura produttiva privata l’erogazione dei servizi essenziali (sanità, credito, energia, trasporti, ricerca, formazione e informazione, telecomunicazioni)
  • sostenere le piccole e medie imprese private
  •  rafforzare il mercato interno e riorientare la produzione

 

 

SCHEDA TECNICA – ALLEGATO A – 

NUOVI PARADIGMI

In questo momento di crisi globale straordinaria possiamo cogliere l’occasione di un obbligato reset economico, monetario, produttivo e geopolitico per superare il vecchio paradigma e adottarne uno più sostenibile, auspicabile e vitale.

Se non ora quando? E’ il momento di superare i dogmi e i frame di pensiero che hanno messo a dura prova l’equilibrio ambientale ed economico del pianeta.

Per uscire da un paradigma occorre carpirne i tratti essenziali, onde evitarli nel nuovo, e poi bisogna immaginare il nuovo modello che si vuole sposare, tutti insieme.

Il vecchio modello è anti-distributivo, basato sulla scarsità artificiale della moneta nell’economia reale, dove circola unicamente nella forma di debito da rimborsare scrupolosamente a entità finanziarie anonime, all’apice della piramide.

Il nuovo invece è distributivo, non più gerarchicamente organizzato in piramide, bensì in cerchio, con una moneta non debito, ma cassa, e controllata sin dalla sua creazione dai membri della comunità.

Il vecchio modello è materiale, parte da una concezione della moneta metallica e mercantile, concezione mai mutata, neanche con il mutare dei supporti successivi, cartaceo, elettronico e poi digitale: se la moneta si digitalizza, rimane pur sempre concepita come una merce da negoziare, da cedere e da comprare.

Questa è la visione insita nella fisica classica, prima delle straordinarie scoperte della fisica quantistica che hanno dimostrato al mondo che la materia, nelle sue più piccole particelle, è anche frequenza/energia, e che il futuro è determinato dallo sguardo (esperimento della doppia fenditura). Così è la parola, così è la moneta, simboli che non misurano, non designano, ma veicolando una visione del mondo, co-creano la vita. Lo sguardo determina la vita.

Il vecchio modello affonda le sue radici nel mors tua vita mea di storico ricordo, che è stato formalizzato dal matematico Nash in teoria dei giochi con il “Fuck your Buddy”, formalizzato nella contabilità con il do ut des piramidale e falsato dalla casta, sancito nei trattati UE e nelle teorie economiche accademiche con il dogma della “concorrenza”.

Il nuovo paradigma invece guarda alla cooperazione come a una forma di intelligenza superiore in cui prevale l’effetto win-win, (vita tua, vita mea) l’unica forma sostenibile per l’umanità e il pianeta, sancisce la moneta nominale, senza bisogno di riserva, cassa liquida immediata, valida per convenzione sociale.

Il vecchio si basa su uno Stato persona giuridica il cui anonimato costituisce uno schermo per persone in carne ed ossa che possono approfittare della loro posizione per ottenere vantaggi e privilegi negati ai più. Nel nuovo paradigma lo Stato è comunità, è la somma di persone che si identificano nella comunità e che hanno ben presente che donare alla comunità è come donare a sé stessi: il loro essere membri della comunità gli conferisce i diritti umani, e i doveri di inverare quei simboli a tutela della loro persona.

Dobbiamo costruire un modello in cui tutti si sentano e siano tutelati in quanto la vita, e gli umani in quanto viventi, hanno valore intrinseco: non l’oro, sono loro da mettere al centro della moneta, destinatari e agenti della stessa, e non sottostanti come nel vecchio paradigma.

Oggi di fronte a una devastante emergenza sanitaria che ha preso immediatamente anche la forma di un gigantesco shock economico, scopriamo che il vecchio modello era del tutto inadeguato: ci porta alla morte.  Potenzialità di cambiamento proprio oggi si stanno palesando, oggi che il mondo sgomento si interroga sulla sua sopravvivenza. L’emergenza sanitaria in qualche modo sta colpendo tutti contemporaneamente e questo potrebbe anche scardinare le certezze che apparivano più incrollabili.

Sul cambio di paradigma in Italia

L’Italia in quanto ombelico del mondo morirà o rinascerà. Con il suo rinascimento salverà il mondo. A noi incombe una responsabilità straordinaria: quella di indicare al mondo il nuovo paradigma.

Non è un caso che siamo il paese più colpito al mondo, non solo dal virus, ma anche dalle restrizioni alla libertà, dalla posa del 5G, e in questo momento in cui al governo stanno predisponendo la nostra resa incondizionata, l’impatto delle misure sta avendo effetti drammatici su tutto il paese, che ha chiuso il 90% delle sue attività (mentre in Francia il 60% funziona ancora).

Solo misure drastiche potranno sortire gli effetti e indicare quel rinascimento, senza aspettare niente dall’Europa né dagli altri paesi.

Questo è il momento di ignorare i vincoli, adesso che tutti lo fanno – se non ora quando? Questo è il momento di fare aiuti di Stato per mettere al riparo i nostri asset strategici nazionali e per riprendere quelli indebitamente svenduti ai privati: se non ora quando?

Adesso che la Von der Leyen ha definito sospesa la politica degli aiuti di stato e il Patto di stabilità e crescita, e che tutti i paesi del mondo in coro hanno dichiarato un whatever it takes per salvare le proprie economie, i propri cittadini e le proprie aziende: se non ora quando?

Le soluzioni contenute nel Piano di Salvezza Nazionale vanno considerate come necessarie, urgenti e attuabili in via unilaterale.

Tali soluzioni sono incentrate nella consapevolezza che il rilancio della produzione passa da una concezione diametralmente opposta a quella dell’austerity.

Una adeguata gestione del nostro ingente risparmio[1] consentirebbe da un lato di proteggerlo fin da subito dall’instabilità finanziaria e dalla normativa del bail-in che mette a rischio anche i depositi, dall’altro lato di sostenere la crescita dei redditi indirizzandolo in attività produttive che creino lavoro.

 

[1] Secondo Rapporto AIPB-CENSIS ad ottobre 2019 si rileva 4.200 miliardi di euro di patrimonio investito in attività finanziarie.

 

SCHEDA TECNICA – ALLEGATO B –

EMISSIONE SPECIALE DI TITOLI DI STATO DENOMINATI “BUONI DI SOLIDARIETÀ E PROTEZIONE”

Emissione di Titoli di Stato riservati al risparmio nazionale, denominati “Buoni di Solidarietà e Protezione”.

Finalità:

  1. reperire abbondante liquidità immediata;
  2. proteggere il risparmio nazionale;
  3. sterilizzare il rischio spread e scongiurare il MES e gli Eurobond-Coronabond.

 

Caratteristiche necessarie a garantirne l’efficacia.

Sono emessi dal Dipartimento del Tesoro a rubinetto (o con emissioni settimanali) fino a 500 miliardi di euro, estensibili a 1000.

Garantiti da prelazione sui proventi da cespiti di eventuali cessioni del patrimonio pubblico.

Riservati esplicitamente a selezionati operatori residenti: famiglie, aziende, banche di proprietà pubblica o controllate da soggetti privati residenti. Eventuale secondario riservato sempre e solo ai residenti.

Scadenze a 3, 6 e 12 mesi.

Emessi alla pari (100), con tasso implicito pari a zero.

Collocati senza asta tramite sportelli bancari e postali con semplice disposizione di sottoscrizione da parte del cliente e retrocessione all’intermediario da parte del MEF di una commissione pari a 0,05%. Nessuna commissione potrà essere richiesta dall’intermediario al sottoscrittore.

Sono esplicitamente esclusi da qualsiasi imposta patrimoniale, presente e futura, comprese le imposte di successione.

Devono essere pubblicizzati obbligatoriamente e sistematicamente sul servizio pubblico e dalla stampa nazionale specializzata.

Rappresentano un intervento d’urgenza, e sono destinati ad essere sostituiti da interventi più strutturali, non appena venga superata l’emergenza. Per questo motivo offrono solo scadenze brevi.

 

 

SCHEDA TECNICA – ALLEGATO C –

STATONOTE

Chi emette moneta a corso legale dispone di due tecniche principali.

La prima risale alle origini delle Banche Centrali ed ha resistito allo sganciamento della moneta stessa dall’oro: la creazione monetaria si mette al passivo e all’attivo un pari valore in titoli. Così nello stato patrimoniale il saldo nasconde la creazione monetaria stessa, nascondimento che è la ragione della tecnica. Infatti le BC sono sorte per evitare che lo Stato immettesse una moneta senza sottostante, oro (o argento) e convertibilità in un metallo pregiato.

Essa è stata conservata anche dopo il 1971 allo scopo di nascondere la possibilità di emetterla senza partita doppia, ovvero con segno algebrico neutrale che è non negativo, quindi positivo.

La seconda tecnica, infatti, consente di immettere direttamente nel circuito economico della moneta aggiuntiva che serve per gli acquisti della P.A., compreso il pagamento di salari, stipendi, pensioni, indennità varie e opere e servizi pubblici vari.

Il Trattato di Lisbona ha riguardato la prima tecnica ovvero della moneta a debito; infatti parla di banconote (non di statonote!) a corso legale in tutta l’UE, mentre qui parliamo di corso legale nel solo territorio di uno Stato.

Ovviamente anche la BC può utilizzare questa seconda tecnica: in casi eccezionali la FED e la Banca d’Inghilterra, in via ordinaria la Banca Centrale Cinese ed altre l’hanno fatto e lo fanno.

Quindi, per i Trattati dell’UE (Lisbona, art. 128.1) non possiamo emettere valuta a corso legale su tutto il territorio dell’euro né con tecnica di debito, né con immissione diretta (la BCE non usa questa tecnica, ma potrebbe); invece, possiamo emettere moneta a solo corso legale interno, non convertibile, di fonte non bancaria.

Queste statonote (metalliche, cartacee, elettroniche) hanno segno algebrico opposto alle spese, quindi – sommandosi alle tasse – contribuiscono a pareggiare il bilancio dello Stato stesso.

Verrebbero create come immissione di cassa e passività nei confronti della comunità, al momento dell’immissione verrebbero detratte dall’attivo di bilancio, ed entrerebbero nella proprietà/cassa del portatore, non essendo più una passività circolante.

Il loro limite è dato dalla disponibilità di risorse reali da mobilitare (figure professionali disoccupate o sottoccupate, capacità produttive da ampliare, ecc.); quindi, si possono utilizzare senza rischi inflattivi se i piani o programmi di investimento delle P.A. comprendono la mobilizzazione delle risorse reali necessarie.

SCHEDA TECNICA – ALLEGATO D –

BANCHE PUBBLICHE

 

L’Italia ha privatizzato totalmente il suo sistema bancario negli anni ‘90, al punto da risultare svantaggiata rispetto ad altri Stati membri dell’UE, in ogni ciclo economico, sia in crescita che in recessione, sia dal punto di vista dell’emissione monetaria e del controllo del credito (art. 47 Costituzione) che in quello della politica di aiuti di Stato.

Diversamente, paesi come Francia e Germania, ma non solo, si sono avvalsi ampiamente negli anni dell’articolo 345 del TFUE che recita che “i Trattati lasciano del tutto impregiudicato il regime di proprietà vigente negli Stati membri”: è sulla base di questo articolo che per decenni i governi francesi e tedeschi hanno mantenuto la proprietà statale in tanti asset strategici, comprese le banche.

Sebbene ci siano state molte polemiche attorno all’interpretazione restrittiva che la Corte europea di giustizia ha dato all’articolo negli anni passati, in questo momento dichiarato da tutti come “economia da guerra”, la Commissione europea ha sospeso il Patto di Stabilità e Crescita e la politica di aiuti di Stato, ciò significa che i vincoli di bilancio inseriti in Maastricht, e tutti i Trattati conseguenti ad esso (Fiscal Compact ecc.) non sono più vigenti, e che i governi possono riprendere tutto il margine di manovra della politica economica, ad esempio nazionalizzando gli asset strategici per metterli in sicurezza.

 

Francia

La CDP francese (Caisse Dépots et Consignations, CDC) è un’azienda pubblica a statuto speciale (établissement public à caractère spécial), che gode dell’immunità rispetto alle leggi sulle liquidazioni e i fallimenti (legge 25 gennaio 1985) ed è per legge sempre solvibile: una banca di interesse pubblico che segue le direttive politiche, garantita dallo Stato, governata dallo stesso attraverso il suo Consiglio di Sorveglianza dove siedono tutti membri provenienti dalle Camere, dal Consiglio di Stato, dalla Corte dei Conti, dal Governatore o chi per esso della Banque de France, dal DG Tesoro e da tre personalità nominate dai presidenti di Camera e Senato.

CDC, a sua volta controlla una banca pubblica di investimenti, la BpiFrance detenuta per l’altro 50% dallo Stato, che gode di uno statuto speciale, l’EPIC, [établissement public à caractère industriel et commercial] anch’esso garantito dallo Stato contro le normali regole di liquidazione e fallimento.  Essa, non avendo la licenza bancaria, è più  una compagnia finanziaria di investimento.

Dal 2004 in Francia è stata rifondata l’Agenzia nazionale delle Partecipazioni statali, l’APE, anch’essa a statuto speciale, regolarmente utilizzata per salvare aziende in difficoltà (ad es recentemente il gruppo Peugeot con l’esborso di 1.5 miliardi di euro) in barba alle normative Aiuti di Stato della Commissione europea. Il Gruppo Peugeot, grazie agli aiuti di Stato illegali della Francia, ha finito per acquistare l’eccellenza del lavoro dato dagli italiani in Fiat, con la fusione per incorporazione in Peugeot del gruppo FCA.

Infine, il Gruppo Postale francese, non quotato in Borsa, è controllato al 26% da CDC e al 73% dallo Stato francese: è completamente pubblico anche se,  in mezzo a mille polemiche, il gruppo è stato trasformato nel 2010 in SpA.

 

Germania

La KfW, Kreditanstalt fur Wiederaufbau (Istituto di Credito per la ricostruzione), è una banca pubblica definita “financial corporation” (società finanziaria), presieduta dal Cancelliere tedesco e controllata per l’80% dallo Stato centrale e per il 20% dai Lander. Ha dichiarato che emetterà 1100 miliardi di crediti sia attraverso le garanzie dello Stato sia attraverso la raccolta, indipendentemente dall’UE. Come ogni altra istituzione finanziaria pubblica in Europa, può ricorrere alle erogazioni della BCE (art. 123 TFUE, 2° comma) a tassi molto agevolati, ed emettere obbligazioni sul mercato.

Come ha rilevato Vladimiro Giacché: La KfW […] è una banca pubblica sul cui modello fu costruito il Mediocredito Centrale (MCC). Il KfW è esentato dai requisiti di capitale e dalle regole dell’Unione bancaria (CRR, CRD, BRRD, ecc), il MCC no. Ma preciso subito: la colpa è nostra. Nessuno lo ha mai chiesto, neppure nel maggio 2018, quando furono esentate 13 (tredici) banche tedesche di sviluppo regionale.” Inoltre il debito della KfW non si consolida con quello della Germania.

Infine, la Germania utilizza un suo sistema di contabilità nazionale, non avendo mai aderito completamente al sistema di contabilità europeo. Non contabilizza ad esempio i debiti delle Regioni nel calcolo del suo debito pubblico che passerebbe al 90% su PIL.

 

Italia

L’unica banca completamente controllata dal MEF, sia pur attraverso una società esterna al Tesoro, Invitalia SpA, è Medio Credito Centrale (MCC) che però contrariamente a una banca come Bpifrance in Francia, è una Società per Azioni per di più poco patrimonializzata. Non gode di alcuno statuto speciale, ed è costantemente attenzionata dalle agenzie di rating, che hanno iniziato una procedura per downgradarla non appena è stato annunciato il decreto per patrimonializzarla di appena 900 milioni per il caso Banca Popolare di Bari.

CDP, è in realtà come KWF una compagnia finanziaria che dovrebbe svolgere un ruolo per gli investimenti infrastrutturali, ed è controllata dalle Fondazioni bancarie (15%) con le azioni privilegiate da una parte e per il resto dal MEF e poi nel gruppo CDP ci sono partecipate quotate e altri fondi di investimento.

Gruppo Poste Italiane infine è una SpA quotata in Borsa. L’IRI, l’eccellenza italiana invidiata nel mondo, ha chiuso dopo una campagna internazionale e italiana denigratoria, nel 2004, l’anno in cui in Francia creavano la loro agenzia nazionale di partecipazioni statali (APE).

In questo particolare momento l’Italia può ricapitalizzare e trasformare MCC e CDP in banche di interesse nazionale garantite e controllate dallo Stato, può delistare Gruppo Poste Italiane Spa, per metterlo al riparo dalle speculazioni, può accordare la licenza bancaria a Bancoposta, e potenziare il circuito PostePay per renderlo idoneo ai pagamenti nazionali in caso di black out del sistema finanziario internazionale.

Un’attenzione particolare va accordata al ripristino delle golden share, o azioni privilegiate dello Stato, negli asset strategici, come in queste banche pubbliche, dove lo Stato deve recuperare pieno margine di operatività.

 

 

 

SCHEDA TECNICA  – ALLEGATO E –

CdR: CONTI DI RISPARMIO PUBBLICI, CON SOMME TRASFERIBILI        

UNA SOLUZIONE ECONOMICA PER L’ITALIA, USANDO LE NOSTRE RISORSE

DEFINIZIONE e FINALITÀ PER I CITTADINI

I CdR pubblici sono conti correnti destinati al deposito sicuro e remunerato del risparmio in Euro di tutte le persone fisiche e giuridiche residenti in Italia, con facoltà di trasferimento del denaro ivi depositato ad altri titolari di CdR pubblici.

(NB: l’art 47 della Costituzione italiana dispone “La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; …”. Al 31.12.2019 i risparmi italiani depositati sui conti bancari ammontavano ad Euro 1575 miliardi, i risparmi investiti in altri strumenti finanziari (prevalentemente fondi di investimento, polizze assicurative, obbligazioni bancarie e di imprese) ammontavano ad altri circa 2500 miliardi, escluso il mercato azionario; viceversa, i titoli del debito pubblico italiano ammontavano ad Euro 2010 miliardi, di cui oltre Euro 400 miliardi già detenuti dalla Banca d’Italia: il risparmio italiano disponibile è più che doppio rispetto ai titoli del debito pubblico italiano esistenti sui mercati).

 

FINALITÀ PER LO STATO

I CdR costituiscono per lo Stato una modalità alternativa, ai ben noti titoli di Stato, di acquisire direttamente dai cittadini provvista di moneta-Euro per soddisfare le esigenze del debito pubblico.

(NB: i CdR aumenteranno la detenzione di debito pubblico in mano ai residenti italiani e ridurranno l’ammontare dei titoli di Stato soggetti alle fluttuazioni del mercato; contestualmente aumenterà il rating del Paese e diminuirà lo spread sui residui titoli di Stato rispetto agli altri Paesi dell’eurozona. Nel medio-lungo termine, la riduzione del tasso medio di interesse sul debito pubblico produrrà un risparmio per lo Stato; tali risorse aggiuntive potranno essere usate per la riduzione in conto capitale del debito stesso e/o per la riduzione del prelievo fiscale e/o per l’aumento degli investimenti pubblici).

 

APERTURA DEL CONTO

I CdR verranno aperti d’ufficio gratuitamente a tutti i soggetti giuridici muniti di codice fiscale, su una piattaforma online pubblica del MEF-Tesoro (oppure sulla banca pubblica Mediocredito Centrale), convenzionata per i servizi di sportello e prelievo bancomat con Poste italiane ed altri istituti di credito.

(NB: L’emergenza COVID-19 ha dimostrato la assoluta urgenza e necessità dello Stato di avere una UNICA rete informatica pubblica di pagamento cui siano collegati TUTTI i propri cittadini, anche per versare a chiunque indennità monetarie urgenti per evitare rivolte sociali).

 

DEPOSITO DI DENARO

L’afflusso di moneta-Euro a ciascun CdR potrà avvenire attraverso un bonifico da conto corrente postale o bancario a chiunque intestato (stesso titolare o terzi soggetti).

(NB: per incentivare l’uso immediato dei CdR tra tutti i cittadini e le imprese, a chiunque esegua un deposito di almeno euro 1.000,00 nei primi tre mesi dal “lancio”, verrà garantito un accredito aggiuntivo di euro 50,00 che potranno essere spesi esclusivamente attraverso il bonifico ad altri CdR, così da permettere alle persone di familiarizzare con le funzioni online del “versamento sul CdR” e del “trasferimento ad altro CdR”. Nell’ipotesi augurabile in cui l’offerta al pubblico di CdR abbia un grande successo e fosse necessario graduarla nel tempo in relazione alle scadenze dei titoli di Stato già in circolazione da rimborsare, sarà possibile limitare l’importo dei singoli depositi per permetterne comunque la diffusione a TUTTI i cittadini ed imprese).

 

TRASFERIMENTO DI DENARO

Le somme ivi depositate saranno liberamente ed istantaneamente trasferibili dal titolare ad altri CdR, per qualunque importo, a mezzo bonifico o apposita “app” per smartphone, anche quale corrispettivo per l’acquisto di beni e servizi.

(NB: Nei rapporti tra i vari titolari dei CdR il trasferimento di somme è giuridicamente considerata una cessione di credito, “pro soluto” ed al valore nominale, nei confronti del debitore Stato. Lo scambio di somme tra i vari CdR non comporta alcun deflusso dal debito pubblico e quindi non comporta alcun problema per la tesoreria dello Stato).

 

PRELIEVO DI DENARO

Le somme ivi depositate saranno prelevabili in Euro dai titolari, liberamente in contanti nei limiti di legge presso i bancomat degli istituti convenzionati o, con valuta a 20 giorni dall’ordine, tramite bonifico su conto postale o bancario intestato allo stesso soggetto titolare del CdR nel limite massimo mensile di Euro 100.000,00 (centomila/00) o, per depositi superiori ad euro 1.000.000,00 (unmilione/00), nel limite del 10% mensile del totale della giacenza.

(NB: la valuta a 20 giorni e le limitazioni oltre gli euro centomila mensili sono misure prudenziali per evitare improvvisi elevati deflussi di denaro e -se necessitasse- per permettere di ripristinare la provvista con gli istituti finanziari, che avrebbero comunque interesse a depositarvi immediatamente le eccedenze di liquidità, o con le emissioni periodiche di titoli di Stato. Tuttavia, sotto il profilo statistico, è prevedibile che si crei una giacenza complessiva stabile e permanente tra depositi e prelievi; quando ciò accadrà i limiti al deflusso potranno essere ridotti o eliminati. Saranno possibili regolamenti specifici per le imprese con grandi giacenze e gli istituti finanziari. Per i trasferimenti e prelievi dei minorenni si applicheranno le norme vigenti).

 

RENDIMENTO E SPESE

Il CdR avrà un rendimento mensile, esente da imposte, al tasso di interesse variabile pari all’inflazione, con minimo garantito dello 0,1% su base mensile (pari all’1,2% annuo) se l’inflazione fosse inferiore a tale soglia, applicato all’importo del giorno del mese con giacenza minima. Il CdR sarà esente da spese di gestione periodiche e di trasferimento tra CdR, salvo (a prezzi di mercato) per i prelievi di contante tramite bancomat ed i bonifici di denaro verso i conti postali o bancari.

(NB: misure per incentivarne l’accumulo e la permanenza nel tempo, che renderebbe il debito pubblico acquistato coi CdR complessivamente stabile o in crescita).

 

DIVIETI

Nei CdR non saranno possibili servizi privati come la concessione di credito, emissione di carte di credito e debito (esclusa quella del CdR stesso, per i pagamenti ad altri CdR e prelievo contanti), domiciliazioni ed altre funzioni tipiche dei conti correnti bancari, ad esclusione di accrediti di pensioni e stipendi e dei rapporti diretti con Pubbliche Amministrazioni (accredito di corrispettivi di compravendite o appalti con la P.A., addebito di pagamento imposte e tasse).

 (NB: si tutela l’attività privata delle banche commerciali ed al tempo stesso si evita l’inutile uscita/rientro delle somme dalla disponibilità dello Stato, facilitandone gli spostamenti all’interno della tesoreria pubblica).

 

TUTELE

Il CdR, essendo un deposito in debito pubblico, non è assoggettato alle norme del bail-in bancario. Il CdR sarà aperto a tutti, anche a persone o imprese che il sistema finanziario considera “cattivi pagatori” o già assoggettate a procedure concorsuale. Le somme ivi depositate, nei limiti del saldo attivo presente due anni prima della richiesta, non saranno soggette ad azioni esecutive e cautelari di terzi privati o ad acquisizione da parte degli organi di una eventuale procedura concorsuale personale, salvi i provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria penale. Per i crediti dello Stato si applicheranno le norme vigenti in relazione alle somme depositate sui conti correnti bancari.

(NB: per tutelare la libertà personale di ogni cittadino di avere scambi economici con gli altri soggetti giuridici, sarà previsto, almeno nella convenzione del MEF-Tesoro (o MCC) con le Poste italiane, l’obbligo di apertura del conto corrente a tutti i richiedenti, al fine di facilitare l’afflusso di denaro nel CdR ed il suo uso).

Torna in alto