In Campania il “modello Ruotolo”
Lo chiamano già il “modello Ruotolo”, riferendosi alla “straordinaria” affermazione del giornalista Sandro Ruotolo alle elezioni suppletive in un collegio senatoriale di Napoli. L’ex inviato di Santoro, insieme al quale si occupava non dei problemi del Paese, ma di quelli giudiziari di Berlusconi, ricamandoci sopra intere trasmissioni, ha sbaragliato la concorrenza, grazie all’appoggio del sindaco di Napoli, De Magistris, del Pd, di Italia Viva di Renzi, dei comunisti vecchi e nuovi e chi più ne ha più ne metta. A cementare questa unione non è stato il programma del prestigioso candidato, ma un collante che va di moda da settant’anni e più: l’antifascismo.
Il popolo ha risposto entusiasta all’appello del sindaco e di tutti coloro che sostenevano Ruotolo: alle urne si è presentato addirittura il 9 per cento degli aventi diritto. Ci siamo scordati uno zero? No, abbiamo scritto bene: 9 (nove) per cento. In pratica, hanno votato solo i fedelissimi del sindaco e del Pd, mentre gli altri cittadini sono rimasti a casa.
Ruotolo e De Magistris, però, probabilmente non lo hanno saputo, perché da lunedì imperversano sui giornaloni, alla radio e in tv, esaltando, appunto, il “modello Ruotolo”. “Quello che è avvenuto a Napoli – ha detto trionfante il giornalista baffuto – dev’essere replicato per le elezioni regionali in Campania: è questo il modo per sconfiggere la destra”. E il sindaco De Magistris ha aggiunto: “Ci dobbiamo sedere intorno a un tavolo, cercando di portare con noi anche i 5Stelle, perché in questo momento storico non possiamo permetterci di lasciar fuori qualcuno soltanto perché ha idee diverse dalle nostre: dobbiamo fare uno sforzo per restare uniti”. Tradotto: tutti insieme per battere Salvini e il centrodestra, malgrado l’esperienza del governo nazionale dimostri come sinistra e 5Stelle insieme siamo capaci di creare solo disastri.
Prepariamoci, dunque, a sorbirci ancora per qualche mese la beatificazione del “modello Ruotolo”, da parte di tutti i commentatori e gli editorialisti, i quali ci spiegheranno che Ruotolo è stato eletto per il suo impegno civile, per la sua lotta alla camorra, che lo costringe a vivere sotto scorta, eccetera eccetera.
Frasi che abbiamo sentito decine, centinaia di volte anche per Saviano e altre icone della cultura (cultura?) di sinistra. Siamo stufi, davvero, di questi partigiani dell’informazione, che ci raccontano una realtà che non esiste, come se fossimo tutti incapaci di intendere e di volere. Ruotolo è stato eletto, in quel collegio di Napoli, col voto clientelare di De Magistris e Pd e con l’astensione di quasi tutti gli altri elettori. Questa è la verità. Il resto sono solo chiacchiere e rese dei conti interne a una sinistra dilaniata, che in Campania vive uno scontro feroce tra il sindaco De Magistris e il governatore della Regione, De Luca. Il quale, ovviamente, si vuole ricandidare. Ma De Magistris, grazie ai media compiacenti, per fermarlo gli sbatte in faccia il “modello Ruotolo”, l’unico in grado di frenare i consensi della destra di Salvini.
L’auspicio è che, chiunque vinca, tra De Magistris e De Luca, alle urne venga, poi, sconfitto dal candidato del centrodestra. L’esperienza ci insegna che anche a destra, più di una volta, ci sono state sonore delusioni. Ma in Campania certamente non potrà fare peggio di chi, nel 2020, ha come programma l’antifascismo e l’odio per Salvini.