Inchiesta filosofica sul “basso pensiero” di 5 Stelle

 

Inchiesta filosofica sul “basso pensiero” di 5 Stelle

Che lo stato moderno serbasse la sovranazionalità delle decisioni, quindi l’aumento delle ingerenze estere su spese e programmi, lo aveva già intuito Giacomo Casanova, vittima sia della miseranda fine della Serenissima che della corte sul modello francese. Oggi, in forza dell’estinzione della sovranità italiana, a beneficio di quella Ue, la selezione della classe dirigente del Belpaese è davvero ardua, se non impossibile. Per certi versi rievoca quanto ebbe a consumarsi con l’unità d’Italia, quando da Torino evitarono che la classe dirigente borbonica convivesse con quella sabauda: lo storico Denis Mack Smith narra come il giovane stato italiano non permise l’utilizzo dei funzionari del Regno di Napoli.

Nel 2018 le scuse sono altre, il dimezzamento della classe dirigente italiana viene giustificato dal convergere della riduzione dei costi della politica con l’esigenza di falcidiare rami di stato ed enti locali. Ecco che la “riduzione della classe dirigente italiana” viene studiata, auspicata, salutata come panacea di tutti i mali del Belpaese. Se negli anni ’90 si parlava di rinnovare la classe dirigente oggi si cerca di dimezzarla. S’invitano i giovani in età di formazione a non pensare a se stessi come a futuri dirigenti, bensì con personal trainer, chef, agricoltori, artigiani… casomai li si invita a migrare per coronare piccoli sogni non da dirigente. La “riduzione della classe dirigente italiana” è assurta come necessità primaria all’indomani della caduta dell’ultimo governo eletto dal popolo, l’ultimo Berlusconi.

Guarda caso a cavalcare l’orda di dimezzatori della nostra classe dirigente ci si è messo il Movimento 5 Stelle, che seleziona la propria classe politica attraverso la rete, internet. Non è certo un mistero che Gianroberto Casaleggio, defunto ideologo del Movimento 5 Stelle, fosse gradito ai signori della Conferenza Bildemberg: all’ultimo forum Ambrosetti il Casaleggio ci era andato, ed in tanti hanno colto l’occasione per ricordare che nel 2011 (quando cadde il governo Berlusconi) il mentore di Grillo veniva ospitato al Bildemberg. A proposito della selezione delle classe dirigente, Casalleggio sosteneva al forum Ambrosetti che “Internet non è solo un altro media, è un processo di trasformazione”.

E i giornalisti? Anche loro vengono accorpati dai “5 Stelle” alla classe dirigente da dimezzare. Per Casaleggio i giornali andrebbero chiusi, perché l’informazione libera è oggi tutta coperta dalla rete. Ma il progetto guarda complessivamente alla classe dirigente italiana, e “5 Stelle” assurge a tagliatore di teste per l’intero Stivale, badando bene che si possa dimezzare sia per via politica che giudiziaria l’intera classe decisionale.

Nel progetto di “Nuovo Ordine Mondiale” (partorito dal Bildemberg) si guarda ad un Belpaese ridimensionato nei numeri. Dove gran parte della popolazione torni a produrre, ad una sorta di visione cinese del lavoro. E perché a pensare siano molti di meno: ecco che una congerie di sociologi e studiosi vari motivano l’utilità di dimezzare il grande corpo intermedio, che ha dilatato negli ultimi decenni la borghesia italiana.

Di fatto Casaleggio ha davvero poco in comune col popolo, con l’elettorato, lui è piuttosto un allievo degenere di Voltaire. Parafrasando il filosofo illuminista, potrebbe asserire “ditemi come la pensa il popolo perché possa fare il contrario”. Non a caso sia Voltaire che Casaleggio agiscono per la “felicità del popolo”, soprattutto perché il popolo possa appoggiarli senza comprenderne davvero le idee come l’operato. Ecco che Gianroberto s’accompagna con tanti volti noti nell’Accademia degli Illuminati, fondata dall’importante massone italiano Giuliano Di Bernardo, ex gran maestro del G.O.I.(Grand’Oriente d’Italia).

Insomma “5 Stelle” è gradito a Bildemberg, qualcuno del potere mondiale ha aiutato l’ascesa politica dei grillini per chiederne in cambio un dimezzamento della classe dirigente italiana. Vengono fornite loro anche le motivazioni per tagliare le teste, argomenti che vanno ben oltre il “son tutti ladri”. Perché licenziare un buon dirigente, onesto e scrupoloso, è davvero arduo. Per dare maggior peso alla lotta contro i costi della politica viene inventato l’obiettivo di “riduzione della classe dirigente italiana”. Nella trappola c’era cascato anche Renzi, che ha favorito il demansionamento dei dirigenti delle Entrate: a ruota pare debba oggi seguire la riduzione del numero dei dirigenti in tutti i ministeri. Parimenti vengono accontentati gli insegnanti, ritenuti innocui dai “potenti”: per dirla alla cubana, è gente che s’accontenta di andare a ballare la salsa dopo una battaglia sindacale sull’oretta in più o in meno o sul cesso rotto della scuola.

Di fatto il ruolo che sta giocano “5 Stelle” è utile all’abbassamento intellettuale del paese. L’obiettivo è fare dell’Italia una terra dove poca gente legga libri di storia e filosofia, dove sparuti gruppi sognino alte idealità, ma dove le masse si riversino sulla rete per condannare chi non tira lo sciacquone dopo aver fatto pipì. Un paese dove la rete possa mandare chiunque davanti al giudice per aver sognato diversamente dal senso comune. Sono gli ultimi paladini del conformismo, vogliono abolire la prescrizione, perché ci sia “fine pena mai” per chi la pensa diversamente. Attraverso gente di così bassa idealità potrebbe passare di tutto, per poi giustificarlo con un “la rete ce lo chiede”.

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