Industria 4.0 e l’attualità di Marx

 

Industria 4.0 e l’attualità di Marx

Non sono un economista ne’ un profondo conoscitore dei processi che regolano questa “scienza”. Sono solo curioso e convinto che la storia si ripeta. L’industria 4.0 segnerà la svolta di una nuova rivoluzione industriale, di cui noi possiamo solo ipotizzare degli scenari e dei rinnovati mutamenti geopolitici. Ma vediamo cosa analizzava Marx, ai tempi della rivoluzione industriale che lo coinvolse.

 Il grande interrogativo di quei tempi era su “Chi produce la ricchezza?”. Marx fu il primo ad affermare che la ricchezza è prodotta dai lavoratori. Qualsiasi tipo di produzione, non può che partire con il denaro. Calata nella realtà odierna, il piano industriale della Cina può funzionare. Il paese ha enormi disponibilità finanziarie, che sono e verranno impiegate in massicce acquisizioni di “know-how” straniero e trapiantate ed adattate in loco. Il piano industria 4.0 italiano, non rimane che un bel sogno pieno di astrattismi. Ci fermiamo alla prima necessità, quella del denaro. Marx infatti diceva che la produzione parte dal denaro, in un circolo denaro-produzione-denaro, circolo che la Cina puo’ perfettamente chiudere a differenza nostra.

 Ci sono varie proiezioni che ipotizzano che l’Industria 4.0 lascerà inoccupati diversi lavoratori. Anche Jack Ma, leader di Alibaba, il piu’ grande sito di e commerce al mondo, consigliava al World Economic Forum 2018 di Davos “L’intelligenza artificiale, i Big Data, sono una minaccia per gli esseri umani. L’intelligenza artificiale e i robot distruggeranno un sacco di posti di lavoro, perché in futuro queste mansioni verranno svolte dalle macchine. L’unica soluzione è cambiare il modo in cui educhiamo i nostri ragazzi, insegnando loro non a competere con le macchine ma a sviluppare la loro creatività”.

 Marx era sicuro che i lavoratori e solo essi, fossero responsabili della creazione di quello che lui definì il Plus valore. Nella sua teoria, il Plus Valore puo’ essere prodotto solo dal “lavoro vivo”, mentre, il lavoro delle macchine, “lavoro morto”, non genera Plus Valore, in quanto non riacquista niente di quanto prodotto. Certo, il mercato che Marx analizzava non era quello globale di oggi, ma, se i canoni di automatizzazione verranno applicati ovunque, anche il mercato globale si restringerà a quello locale che Marx analizzava nella sua epoca.

 Altro cruccio di Marx, fu individuare i “dipartimenti”, responsabili della creazione del profitto. Defini’ 3 dipartimenti:

 – Il “Dipartimento” dei mezzi di Produzione

– Il “Dipartimento” dei prodotti di consumo

– Il “Dipartimento” Stato o Stati esteri

 Mentre il dipartimento dei mezzi di produzione, genera ricchezza nel dipartimento dei prodotti di consumo (gli stipendi dei lavoratori sono in parte spesi per l’acquisto di beni e servizi), lo Stato o gli Stati esteri, generano ricchezza nel dipartimento dei mezzi di produzione, quello che oggi definiremmo parzialmente export, al netto del mercato locale. Ma se la produzione sarà largamente concentrata in una sola zona del mondo e, realisticamente l’adozione di tecnologie avanzate, trasformerà il produttore in innovatore, che cosa potremmo sperare di continuare ad esportare, se non materie prime? Saremo in grado di bilanciare la mancata produzione con il terziario? Abbiamo uno dei patrimoni storici e paesaggistici piu’ grandi e vasti al mondo, ma, “Un’economia di servizi è buona cosa, ma eliminate la manifattura e diventate una nazione di banchieri, camerieri e guide turistiche.” Chris Anderson – Makers: Per una nuova rivoluzione industriale

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