Italia modello tapperware

 

Italia modello tapperware

Ammettiamolo. Almeno per quello che può concernere il nostro 1% di onesta intellettuale ammettiamolo.

Non per i nostri figli né per i nostri nipoti – se mai ve ne potessero essere -facciamolo; sempre per quell’ 1% delle nostre coscienze.

Lontano da qualsiasi tipo di buona o cattiva ideologia, lontano da ideali fermi o liquidi nuovi o vetusti: facciamolo.

Diciamo che siamo un gran contenitore di plastica; di quelli che una volta andavano tanto nelle case delle famiglie Italiane ed erano usate per evitare che il frigo si impregnasse d’odore di pecorino o di salame e lo stesso rimanesse conservato anche per settimane senza che variasse il sapore e la consistenza.

Diciamolo senza voler in alcun modo offendere o farci querelare da qualsivoglia marchio: l’Italia è un modello tapperware.

E si perché dalla fine di quella prima cosiddetta Repubblica lì all’ Hotel Excelsior con le monetine tirate a Bettino Craxi da un popolo che con padron Di Pietro prima e i suoi “Prodi “ dopo sembrava finalmente aver letto lo schema ikea su come fare la rivoluzione,di acqua sotto i ponti ne è passata parecchia e lo smottamento e buche della città eterna a parte, è sotto gli occhi di tutti oramai; soprattutto di quell’ Africa che consideriamo migrante rozza e terzo mondista.

Diciamocelo; ad orecchie aperte. Finita l’era della cuccagna ieri la SalMattarella al Quirinale per salvare i “risparmi degli Italiani” prima ancora che la loro Costituzione nata – si disse un tempo e si ripete ancora oggi a perdifiato – dalle ceneri della dittatura fascista a tutela di ciò che non sarebbe mai dovuto più accadere nella storia, ieri sera ha dimostrato come il virus storico si sia ancor più smaliziato e sia riuscito “senza una guerra, senza una dittatura a viso aperto” ma con la meschinità con la quale l’altro pseudo Maoista, Sciur Renzie, ha salvato banca Etruria e il resto degli oves boves et universa pecora dei Crediti Italiani ( si veda Monte dei Paschi etc ).

Mattarella con la faccia addolorata come quella della Fornero – altro campione di sensibilità – ha fatto credere in puro spirito risorgimentale di un risorgimento mai attuatosi, che era necessario un altro sforzo ancora e che mai si sarebbe potuto gettare il popolo italiota nel dimenticatoio della moneta unica a cui siamo oramai relegati con il doppio cappio perché potrebbe naufragarci la terra sotto i piedi ma mai potremmo abbandonare l’idea di una Europa ( si badi solo ECONOMICA) giusta e dei popoli.

E poi a quel punto chi farebbe da contenitore per il bacino del mediterraneo? Chi permetterebbe di finanziare imprese Titaniche come Mare Nostrum al fine di dare dignità – noi che non ne abbiamo mai avuta tata e che ora non ne abbiamo più – ai popoli?  Chi foraggerebbe il traffico dei clandestini che a viso aperto condanniamo ma dai quali tutta Europa trae beneficio di denaro sporco ed eventuali voti? Chi potrebbe mai più caldeggiare la proposta (legge) dello ius soli?

Ecco che quindi in brevi succinte e amare parole ieri sera dopo che il parossistico presidente del consiglio Conte con tutto l’impegno immaginabile ha cercato nel mare magnum del nulla di proporre la sua squadra alla richiesta del “buon Sergio” di un ministro dell’ economia più politically correct o per meglio dirla con parole più schiette e sincere, un ministro un po’ più da minestra, si è un po’ irrigidito e quel disobbedisco unica frase rivoluzionaria in una storia di un Paese piatto gli è costata la sfiducia.

Anzitutto penso dell’entourage delle banche di Re Giorgio che mal vedevano nel futuro anche una possibile commissione di inchiesta su quella operazione salva banche che avrebbe fatto ridere anche Paperon de’Paperoni; ma poi su quella “zona brexit” rimasto l’unico peccato da cui la stessa chiesa sembra non darci l’assoluzione imputandoci l’eresia e tenendo a bada le fiamme pronte.

E così senza troppi giri di concetti di analisi di mercati e di parole, dopo il luttuoso evento oggi ci troviamo ad aspettare nel luogo comune più tetro, il solito treno che tanto per farla breve ed essere concisi porta ritardo; lo stesso accumulato dai governi D’Alema Berlusconi Renzi Gentiloni.

Ma il Mattarellum ci ha garantito tutto sommato anche questo: salverà l’Italia prima ancora che dagli altri da se stessa.

E mi sovviene quindi una frase detta da chi una forma di Governo un po’ più vera forse a parte i tempi era riuscita a conoscerla: Quousque tandem abutere, Catilina, patientia nostra? Quamdiu etiam furor iste tuus nos eludet? Quem ad finem sese effrenata iactabit audacia? “(M.Tullio.Cicerone– Oratio in Catilina Prima 1,1 )

 

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